Il futuro del centro-sinistra
Il marchio negativo che bolla la Cosa Rossa
Piero Bevilacqua
Mi permetto di proporre la
ripubblicazione di questo articolo di Bevilacqua comparso sul “Manifesto” di
ieri, che personalmente mi sembra abbastanza utile e chiarificatore rispetto a
determinati oscuri menadri del dibattito (?) in corso a sinistra (??).
Nuccio Lodato.
…
Uno spettro minaccia la nostra democrazia:
la Cosa Rossa. Nessuno sa precisamente che cosa sia. Pisapia, che non è ancora
riuscito a trovare “la formula che mondi possa aprirci”, la cosa indicata
montalianamente “ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”.
Una deriva minoritaria da scansare come la
peste. Il giornalismo politico, che spesso va in cerca di sigle semplici, da
qualche tempo la considera come l’indistinto coacervo dell’estremismo italiano.
Destino delle parole. E pensare che il termine, il terribile sintagma, apparso
lo scorso anno sulle cronache politiche di tutta la stampa italiana, era stato
coniato per designare qualcosa di nuovo che stava nascendo a sinistra del Pd. Ma
destino anche della vita politica di questo davvero mal messo Paese. Per mesi a
sinistra (come del resto a destra, ma forse meno) non si è dibattuto che di
posizionamenti, di qua o di là, di leader, di questo o quello, di
partecipazioni consentite o vietate, tu sì tu no, e mai un ragionamento
programmatico, una indicazione di contenuto strategico che illuminasse la scena
della depressa vicenda politica nostrana. Appena si fa un accenno ai contenuti
si ricorre a formulette di pronto uso. Ma in questo caso la semplificazione non
è innocente. La Cosa Rossa sta diventando un dispositivo ideologico per bollare
con il marchio infamante dell’estremismo, del minoritarismo, del velleitarismo,
del massimalismo (altri “ismi” si aggiungeranno a breve) le uniche forze
politiche ispirate da un progetto riformatore. E’ davvero singolare vedere
bollati Sinistra Italiana, Possibile, il movimento civico di Tomaso Montanari e
Anna Falcone come esponenti di un progetto estremista. Qualcuno ha avuto la
pazienza di leggere la Piattaforma programmatica di Sinistra Italiana, che ha
celebrato il suo congresso fondativo nel febbraio di quest’anno? Qualcuno ha
trovato velleitariamente eversivi nel discorso di apertura di Montanari al
Brancaccio, un esponente che vuole fare dell’applicazione della nostra
Costituzione l’asse di un programma strategico? Saremmo al ridicolo se non
fossimo al tragico, alle ulteriori prove di una degradazione culturale della
politica nazionale che non sembra conoscere confini. La difesa e l’applicazione
della Costituzione diventano programmi eversivi, nonostante il 60% degli
elettori italiani abbiano da poco votato per la sua intangibilità.
Ma sotto l’immiserimento culturale o,
meglio, di conserva con esso, si cela una trama di pratiche politiche oggi
dominante nel fronte che si definisce riformista. La sinistra diventa una Cosa
Rossa innominabile e infrequentabile perché impedirebbe le necessarie alleanze con
le pattuglie parlamentari del trasformismo militante degli Alfano o dei Lupi, o
di qualunque altro transfuga si presti alla bisogna.
L’intransigenza politica e morale diventa
così settarismo, impedisce elasticità di manovra, flessibilità e adattabilità
nelle alleanze. Per alcuni esponenti di Mdp e per tanti di Campo progressista,
infatti, il riformismo che conta è quello che si fa dai banchi del governo,
consistente nella realizzazione di “quel che si può”, senza rischiare troppo,
tenendo nel debito conto gli equilibri dominanti. Primum vivere. E’ tale riformismo, indistinguibile da quello del
centro-destra, che ha ispirato negli ultimi anni le magnifiche sorti e
progressive dell’Italia di oggi.
(il manifesto, 18 ottobre
2017)
19/10/2017 21:45:14
17.03.2018
Danilo Bruno
Ieri (il riferimento è al 14 marzo u.s.), a stare alle cronache di stampa, il
ministro allo sviluppo economico e neo-PD Calenda,che era presente a Bari
con Prodi a presentare il libro di Giovannini sull’utopia sostenibile, avrebbe
pronunciato, tra le altre cose, una importante affermazione: “ Serve un...
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14.03.2018
Mauro Fornaro
Qualche riflessione, più
di carattere psicologico che non politologico, sul crollo del PD da parte di un
“vecchio” simpatizzante. Classe dirigente e molti militanti del PD sembrano al
momento essersi arroccati sulla difensiva, sia a seguito degli attacchi
insistenti e insolenti della Lega e del M5S nel...
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13.03.2018
Mauro Calise (*)
Inutile, per il momento, affacciarsi sul crogiuolo
della crisi in corso. Troppe incognite ancora da sciogliere. E, soprattutto,
troppe spavaldissime mosse tattiche che dovranno cedere il passo a più miti consigli
– e consiglieri – strategici. Ma, quale che sarà la soluzione che alla fine
prevarrà,...
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12.03.2018
Egidio Zacheo
C'è smarrimento nel Partito Democratico e
a sinistra. La loro sconfitta è stata bruciante . Ma mentre quella del PD da
molti - diciamolo- era stata prevista da tempo, anche se non nelle proporzioni
verificatesi, una sorpresa generale ha destato quella di " Liberi e
Uguali". Vi è stata una polarizzazione...
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12.03.2018
Goffredo Bettini
"Articolo
proposto dal Cives Pier Luigi Cavalchini"
Abbiamo subito una sconfitta storica. Infatti, se ragioniamo
su un arco temporale ampio, balza agli occhi il rovesciamento di una anomalia
italiana. Negli anni '70 l'anomalia
consisteva nella forza elettorale di una sinistra comunista e socialista...
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10.03.2018
Franco Livorsi
Nel
mio articolo del 28 febbraio ultimo scorso, “L’Italia congelata” - scritto pochi giorni prima delle elezioni
politiche - motivando il mio voto a favore del PD - di cui ero e sono
totalmente convinto - esprimevo tutta la mia preoccupazione per la tenuta della
democrazia liberale e rappresentativa...
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09.03.2018
Filippo Boatti
La disfatta, questa volta finale, della sinistra era
purtroppo prevedibile e inevitabile, inevitabile perché la sinistra non ha
saputo né voluto reagire alla gabbia che le impedisce di sussistere. Certo si
può chiamare in causa una “questione morale” interna alla sinistra. E’ un fatto
vero, il mancato...
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08.03.2018
Alfio Brina
I
vari politologi fanno risalire al comportamento un po’ guascone di Matteo
Renzi, le cause della sconfitta elettorale di questo 4 marzo 2018. Un uomo solo
al comando attorniato da fedelissimi, sicuramente toscani e possibilmente
fiorentini, Poi il modo irriverente, per non dire sguaiato con cui è...
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07.03.2018
Carlo Clericetti (*)
Il seguente articolo comparso sul blog di "repubblica.it" curato da Carlo Clericetti è segnalato (e proposto alla lettura) dal civis Filippo Boatti....Due indagini del dopo-elezioni confermano quello che
chiunque abbia osservato con un po’ di attenzione quello che accade aveva già
capito, e che conferma...
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07.03.2018
Giuseppe Rinaldi
1. Dopo tanto impegno e
tanti sacrifici, il risultato tanto sperato finalmente è arrivato. Finalmente abbiamo perso.[1] E non poteva che
essere così. Siccome siamo stati particolarmente in gamba, abbiamo perso anche
in maniera pesantissima, inequivocabile, con cifre oltre ogni previsione. Da
capogiro....
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Alessandro
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Si è appena concluso un anno particolarmente intenso di
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