Nella mia ricerca dell’Italia che non c’è più o che va scomparendo, non
poteva mancare il convinto elogio della Val Borbera e dei suoi abitanti.
A un'ora di auto da Alessandria (prima di Serravalle si prenda l'autostrada
uscendo a Vignole: pedaggio 40 cent), oppure utilizzando le efficienti
Autolinee Val Borbera linea Cabella-Novi, esiste un paradiso incontaminato: la
Val Borbera, col torrente omonimo di 38 km, celebre per le “Strette”: 10 km di
gola a picco (una forra pascoliana profonda 100 metri), con anse e meandri,
dove si fa il bagno, siccità permettendo.
Ha la forma a clessidra, con
la parte stretta al centro, le Strette di Pertuso appunto, poi la Valle si apre
col vasto letto del torrente e splendidi prati, salendo da Cantalupo a Albera a
Cabella, senza dimenticare i centri laterali (Rocchetta, Mongiardino,
Roccaforte, Grondona; Pessinate, Pallavicino, Borgo Adorno; quelli del vicino
tortonese).
In fondo alla Valle, dopo Cabella,
si sale a sinistra (Cosola) e a destra (Carrega), entrambe arrivano a 1500
metri di altitudine, nel territorio delle quattro province (Alessandria Genova
Piacenza Pavia). Troviamo prati
assolati, boschi fitti e affascinanti (ontano olmo nocciolo castagno acacia
faggio rovere), fauna (lepri volpi cinghiali daini e caprioli scoiattoli lupi
istrici, 94 specie di lepidotteri, quasi tutte le specie di uccelli
dell’Appennino).
La Valle è aspra, isolata, intatta, selvaggia, senza industrie, con l’ aria
e l’acqua purissime; i paesi e le frazioni sono tenuti bene, puliti e
accoglienti, fatti di case in pietra secolari, circondati da monti celebri
(Antola, Ebro, Chiappo, Carmo, Giarolo, Legna, Alpes ecc.).
Si attua qui la nuova Resistenza (dopo l’indimenticabile lotta partigiana
del 1944/45), per fermare lo spopolamento (Cabella nel 1861 contava 3183
abitanti, 1526 nel 1961, oggi 578) e conservare la vita in questi luoghi
meravigliosi.
Merito degli abitanti e dei villeggianti, i testardi discendenti ed eredi
emigrati per lavoro, che tornano alla casa dei nonni il fine settimana e
l’estate. In prima fila due categorie di
eroi: i sindaci (e i Consigli Comunali), tutti, che fanno la politica vera, la
salvaguardia e la gestione del territorio, agendo nel rispetto assoluto
dell’ambiente, e i negozianti, che col loro coraggio mantengono in vita i
paesi.
Ci sono 58 sentieri (più di 100 km), parecchi ad anello, segnati e
attrezzati, curati dal CAI di Novi L., per le passeggiate delle famiglie (anche
in bicicletta), e quelli impegnativi per gli escursionisti esperti: il Gran Tour da Rocchetta a Capanne di Cosola;
da Roccaforte a Avi e Pertuso, a Lemmi, a Costa Salata; da Stazzano a
Sorli, il Tour delle 12 Fontane; il
percorso le Baracche Rivarossa Monte Barillaro ecc.; alcuni toccano i paesi
“fantasma” abbandonati nel periodo delle grandi emigrazioni agli inizi del
secolo scorso fino a quelle del secondo dopoguerra.
In tutti i ristoranti alberghi pizzerie agriturismi, dovunque si vada ci si
trova bene; la cucina è eccellente, felice connubio piemontese-ligure, materie
prime di qualità, provenienti dalle affidabili aziende agricole e di
allevamento del territorio, ottimo rapporto qualità prezzo. Tutti da visitare i negozi: le macellerie,
semplici modeste e memorabili, le panetterie/pasticcerie, i fruttivendoli, gli
alimentari bazar, ove oltre ai necessari prodotti per la casa, trovi cibo di nicchia
(formaggi in primis, uova, marmellate, salsine ecc.), le edicole, i bar, le tre
farmacie, le due cantine all’ingresso della Valle (Poggio a Vignole, Rovegno a
Borghetto), i mobilifici di qualità, gli esercizi di abbigliamento, ferramenta,
casalinghi, le piccole imprese edili e artigiane. Nella Valle trovi tutto ciò
che serve.
Prodotti tipici: formaggi, carne, salumi, selvaggina, trote, fagiolane
bianche, tartufo, funghi, miele, castagne, nocciole, patata quarantina,
Timorasso e gli altri vini, mela Carla. Da
39 anni l’Associazione Albergatori e Ristoratori organizza il tour gastronomico
in primavera e in autunno, che coinvolge una quindicina di ristoranti, con pranzi
di cui il solo leggere il menù suscita il languore.
Gli agriturismi si sono sviluppati di recente; sono autentici, accoglienti,
memorabili. Su tutti voglio ricordare VALLENOSTRA,
a Mongiardino, presidio slow food, per il suo caseificio che produce il celebre
Montébore, formaggio a forma di cono con gradoni,unico, noto fin dal 1489, altri
formaggi e salumi eccellenti, che ha inventato l’iniziativa rivolta agli
utenti: “Adotta una pecora” del proprio parco animali. Il latte è fornito da
pecore e mucche “che vivono in piena libertà in una vallata lontana dal tempo e
dalla frenesia incosciente che trasforma gli alimenti in pallide imitazioni del
cibo vero”.
Tutti i paesi organizzano
manifestazioni per gli abitanti e per i turisti, specialmente d’estate.
Obbligatorio soffermarsi nel cuore della Valle: CABELLA LIGURE, ove il
Comune e la Pro Loco gestiscono le feste patronali nel centro e nelle frazioni,
e tante iniziative, da quelle commoventi col sapore di antico della tradizione
mantenuta viva: tornei (cirulla,
burraco, bocce) ,tombolata, balli, mercatini, iniziative culturali (presentazione di libri, conferenze, film,
spettacoli teatrali, mostre, proiezioni, concerti); sagre (raviolata,
castagnata, gnocco fritto); festa della montagna, festa del pane, festa
sull’aia, festa della patata quarantina; curmà dei pifferi (lo strumento
musicale della valle), Cabella in fiore, animali in piazza (col giro sul
cavallo o sull’asinello per la gioia dei bambini), fino alle più recenti
invenzioni: bimbinbici, corso di danza,
di yoga, di autodifesa per donne, ginnastica per tutti al campo sportivo,
laboratorio di teatro per adulti e bambini (“A partire dai piedi”), bosco creativo, escursioni naturalistiche per
famiglie. A Natale splendide le letture
di “Un Rodari in tazza calda, per favore” che allude alla cioccolata offerta ai
bambini, e poi l’imperdibile ironica “corsa delle befane”.
L’attuale sindaco di Cabella, dott. Roberta Daglio (ha l’età di mia figlia
Laura) continua nel solco della tradizione: è un vulcano di idee e di attività,
presente e attenta, capace di amministrare, con i suoi collaboratori e i
volontari, al meglio le poche risorse; i risultati, concreti e tangibili,
infatti si vedono. Cabella ha in piazza un Centro sportivo di prim’ordine: una
bellissima piscina, con bagnino professionista, campo sportivo, parco giochi,
campo di calcetto, campi di tennis, spogliatoi, per tutti, in particolar modo
per i bambini e i ragazzi; il
Palavittoria è il salone coperto per le conferenze a gli spettacoli. Sabato 5 agosto è venuto Massimo Gramellini a entusiasmare
300 spettatori.
Abitanti e turisti della Valle resistete e continuate a conservarla così
com’è ora, ammirata da tutti coloro che vi giungono per la prima volta e ci
tornano appena possibile. Basta supermercati, ipermercati, centri commerciali,
luoghi dell’alienazione e del panico, pensati solo per il profitto, che
spremono il cliente, con cinismo e rigore, offrendo una pletora di merce tutta
uguale e intercambiabile, e vendono prodotti alimentari industriali spesso
inaffidabili (eufemismo). Mangiate un
semplice uovo della Val Borbera, e ditemi la differenza.
Elvio bombonato