Corte di Cassazione. La nuova sentenza per revocazione
La Redazione ripubblica un precedente intervento di E.B. che riteniamo tornato di grande attualità.
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Non intendo occuparmi direttamente della
tragedia sofferta dai coniugi di Mirabello, e rispettare, nei limiti del
possibile, la loro giusta richiesta di silenzio; chi vuole può leggersi i due
articoli (Stampa 30/6/16 e 2/7/16) di
Silvana Mossano, la quale, alle doti di
scrittura, unisce due qualità in via di estinzione: il pudore e il rispetto; e anche
quello indignato (Repubblica 1/7/16) di Michela Marzano, docente di filosofia
morale all'Università Descartes di Parigi.
Del resto stavolta tutti i quotidiani italiani si sono dichiarati
favorevoli alla nuova Sentenza
(Corriere, Stampa, Giornale, Sole, Repubblica, Secolo XIX, Messaggero,Libero
ecc.).
Il fatto è che finire in un tritacarne
simile può capitare a chiunque. La Corte
di Giustizia Europea ha spesso condannato l'Italia in materia di giustizia
minorile, perché, tra l'altro, il Tribunale dei Minori italiano accetta
segnalazioni o denunce anonime, senza possibilità di controdenuncia
dell'indagato per diffamazione o calunnia, come deterrente. Una volta partita l'indagine, non la fermi
più, sino alla fine, e spesso non ti informano neppure: hai davanti un muro
imperforabile che accresce la tua impotenza.
Mettiamo in fila le date:
-
il 28/6/10 una vicina telefona ai
Carabinieri perché nella macchina parcheggiata di sera nel suo cortile, mentre
il padre scarica la spesa, c'è una neonata in culla che piange (Stampa 2/7/16);
pare che la vicenda “sia nata da un
episodio falso e frutto di vecchi rancori” (Repubblica 2/7/16).
I carabinieri stendono il verbale, che, presumo, passa al Comando e poi
alla Procura.
-
il 9/16/11 Il Tribunale dei Minori di Torino dichiara i coniugi
colpevoli di aver abbandonato la neonata
in situazione di pericolo, e decreta l'adottabilità (che è
irreversibile) della bimba.
-
il 22/10/12 la Corte d'Appello di Torino conferma la sentenza precedente
, quindi l'adottabilità, vietando altresì ai genitori di vedere la figlia, di
due anni e mezzo.
- il 13/6/13 il Tribunale di Casale assolve con
formula piena i genitori per non aver commesso il fatto.
-
l'8/11/13 la Cassazione, presieduta dall'83enne pensionando Corrado Carnevale (ha vinto il
fornerino d'oro), conferma la sentenza della Corte d'Appello di Torino,
ignorando la sentenza sopracitata, di sei mesi prima.
-
il 30/6/16 nuova sentenza della Cassazione per revocazione, evento
rarissimo, che annulla la precedente, e decreta il rinvio.
Ricavo dall'autorevole ANSA (1/7/16), con
qualche adattamento, i principali punti della Nuova Sentenza della Cassazione:
-
E' revocabile per errore di fatto la Sentenza della Cassazione
dell'8/11/13, che, nel confermare le declaratoria dello stato di adottabilità
della bambina assunta dai giudici di merito, si è fondata su una circostanza
esclusa nel corso del processo.
-
L'episodio dell'auto si è rivelato inconsistente e insignificante : la
piccola era sempre rimasta in condizioni di assoluta sicurezza e non di
abbandono; ha prevalso il pregiudizio anagrafico verso i genitori.
-
Le legge italiana non pone limiti anagrafici a chi intende
procreare. “Le sentenze precedenti sono
percorse da un refrain che fa da sfondo all'intera decisione: l'età dei genitori”
(Repubblica 1/7/16).
-
Nessuna prova è stata fornita sulla assoluta inidoneità genitoriale,
aggravata dall'età o da altro, da cui far derivare la misura estrema e
irreversibile dell'adottabilità.
-
Sono stati ignorati tutti gli elementi che deponevano a favore della
coppia: due persone oneste, perbene, stimate e ben inserite nel loro ambiente,
sane e senza sindromi di invecchiamento, senza patologie mentali. Le indagini sui genitori sono state
frettolose.
- Anche la Corte di Giustizia Europea
considera l'adozione una misura estrema, da attuare solo in caso di padre e madre indegni.
-
La colpa è dello Stato, che ha indotto la bambina al disagio con l'ingiusto allontanamento della neonata ( di
35 giorni) dai genitori legittimi (sottolineato da TG Piemonte Mediaset 30/6/16).
“E' terrificante lo scenario di uno Stato che si arroghi il potere di
autorizzare a procreare solo entro una certa fascia di età”.
Aggungo alcune osservazioni:
-
L'art. 330 c.c. afferma il diritto del minore a crescere, essere amato, educato, istruito e
mantenuto, ricevendo le cure e le attenzioni della famiglia di origine (Legge
4/5/83 n.184,art.1).
-
Il settore dell'affido in centri di accoglienza o famiglie, e anche l'adozione, sono in Italia un caos totale:
non si sa quanti siano i minori (da 20 a 30 mila). La presenza del minore in case- famiglia
costa allo Stato mediamente 200 euro al giorno (73mila euro l'anno), mentre
l'affido in famiglia 14 euro al
giorno. I dati variano moltissimo perché
a pagare sono i Comuni, che ovviamente
cercano trattative al ribasso, e talvolta non pagano neppure. Comunque le case-famiglia sono aumentate del
29,3% negli ultimi anni: un motivo ci sarà (Panorama Archivio 2009).
Va sottolineato che oltre il 95% dei
minori allontanati dalla famiglia di origine, per abbandono o violenza, vengono
salvati da un avvenire pericoloso, e che l'operato delle Istituzioni è
commendabile. Esistono purtroppo però
casi che non necessitano di allontanamento, provocato da errori di fatto,
incuria e frettolosità nelle indagini e
nei giudizi. A Torino opera un'Associazione,
in via Vinzaglio, “Cresco a casa” fondata dall'avv. Martinez, che si occupa di
ascoltare i genitori che lamentano di aver subito un' ingustizia; non a tutti
viene data ragione, ma in Italia qualche centinaio di casi fondati ci sono (vedi anche il libro del criminologo LUCA
STEFFENONI, Presunto colpevole. Casi di malagiustizia sui bambini, Chiare
Lettere, Milano, 2009).
Quando successe il fatto, la maggior parte
dei 1300 abitanti di Mirabello rimase basita,
La famiglia, tra l'altro, era amica del compianto, integerrimo e
coraggioso, contro la Daneco, sindaco Marco Demartini, un galantuomo, come il
compianto e benemerito sindaco di Casale Riccardo Coppo, che vietò l'uso dell'
Eternit nell'edilizia nell' 1987, anticipando
e ispirando la Legge del 1992 (vedi il mio saggio pubblicato dall'AFeVA
“La prescrizione”).
L'attuale sindaco di Mirabello Mauro
Gioanola, che ha raccolto firme pro genitori, afferma che quando i carabinieri
e i servizi sociali vennero a prelevare la neonata, tutti si schierarono al
loro fianco, persino il parroco;
aggiunge che “tutta la vicenda è sembrata un accanimento incredibile:
qualcuno dovrebbe pagare per quello che è successo”. Adesso
alla Bocciofila fanno festa (Repubblica 2/7/16). Mi permetto un consiglio alle assistenti
sociali: quando svolgono un'inchiesta per descrivere il profilo dell'indagato,
vadano alla Bocciofila, alla Soms, ai Circoli di quartiere, come la Casetta di
Alessandria, e chiedano ai dirigenti: il loro parere è inaffondabile.
La Cassazione parla di Stato
colpevole. Ha ragione; però questo Stato
ha decine di nomi e cognomi, che io non so e non voglio sapere. Provo a fare un elenco:
-
La vicina di casa (se ha fatto la telefonata ai carabinieri) non ha mai
sentito un neonato piangere? Se fosse un
cartone animato, me la inventerei come Crudelia col binocolo da marina.
- I
carabinieri dovevano stendere un verbale per “falso procurato allarme presso
l'Autorità”, reato lieve, che comporta una multa insignificante (art. 658
c.p.). Il comandante avrebbe dovuto prendere in considerazione
questa possibilità: una neonata piange col padre vicino.
-
Il giudice, prima di avviare la pratica, avrebbe potuto consultarsi con
una governante o un'infermiera pediatrica.
-
Il lavoro delle assistenti sociali è difficile e logorante (spesso
devono prendere decisioni da non dormirci la notte); esse ricevono dalla
Procura un mandato di indagine. La
contraddizione è stata sottolineata dalla citata Corte Europea contro l'Italia,
in quanto esse non hanno ovviamente riconosciuta la potestà giurisdizionale né
la funzione di organo di polizia giudiziaria (e di sicuro non le chiedono),
eppure devono svolgere indagini, registrare testimonianze, fare sopralluoghi,
verifiche, accertamenti che sarebbero propri delle Forze dell'Ordine, che
possono solo aiutarle se il perseguito è riottoso. Io sono convinto che se il caso fosse
rientrato nella competenza territoriale del Cissaca, sarebbe finito in pochi
giorni.
Il Tribunale dei Minori è composto da due
magistrati togati e due onorari (un uomo e una donna laureati in psicologia o
discipline affini), talvolta gli stessi che gestiscono le case- famiglia, non è
previsto il conflitto di interessi.
L'obbligo del contradditorio vale solo nel civile, non nel penale
(perciò il diritto di difesa è
ridotto). I pareri dei medici,
psicologi, assistenti sociali non sono vincolanti; a revocare la responsabilità genitoriale è il
Collegio Giudicante. Nel nostro caso
sono venute fuori tragiche amenità: “non c'era empatia tra la bambina e i
genitori” rimproverate dalla Cassazione.
Lo credo: aveva pochi mesi e poteva vederli per un tempo irrisorio (lo
0,8 % della sua vita) in ambiente neutro sotto la sorveglianza dell'assistente
sociale, che magari non era la stessa della settimana precedente. Durante l'episodio scatenante dell'auto,” è
stata lasciata sola per 40/45 minuti”: evidentemente c'era una scatola nera
nascosta in giardino. Il tribunale ha
decretato l'adottabilità,
sostanzialmente per pregiudizio sull'età dei genitori ha dichiarato Il
Giornale (16/9/2011). I periti, infatti,
hanno riferito il delirio di onnipotenza e il nascisismo dei genitori: potrebbe
trattarsi di proiezione (meccanismo psicologico che consiste nello spostare
sentimenti, paure, meccanismi di difesa propri, su altre persone) oppure di
coazione a ripetere. Chissà?
La Corte d'Appello ha confermato
l'adottabilità della bimba, aggiungendovi una crudeltà che fa inorridire: la sospensione degli incontri con i genitori.
L a Corte di Cassazione ha confermato
l'adottabilità: basti ridire da chi era presieduta: Corrado Carnevale, un
magistrato diciamo, con palese eufemismo, discusso.
Coloro che dovevano gestire la bimba non
sono stati neppure capaci di trovarle un posto stabile. Un pacco passato
attraverso due case-famiglia e alcune famiglie affidatarie (Telecity 1/7/16),
le quali, conoscendo la situazione, avrebbero dovuto rifiutarsi di collaborare
al macello. Un altro appunto della
Commissione Europea è proprio la durata
infinita della procedura italiana. Per
la bimba sarebbe stato meglio restare in una casa-famiglia, vista la situazione
resa ancora fluida dal ricorso
presentato dai genitori alla Cassazione.
Non si potrebbe, ma in Italia ci sono minori che entrano in una casa-famiglia
neonati e vi escono a 18 anni (Repubblica 29/4/2011).
E adesso?
La Corte d'Appello di Torino, con altri giudici, dovrà pronunciare una
nuova sentenza, soggettta alle
disposizioni vincolanti della Cassazione, che è un organo di legittimità,
esposte nella prima parte dell'articolo.
La Chiesa cattolica afferma che ogni bambino è un dono di Dio, e la
famiglia è sacra: quanti anni aveva Giuseppe, padre giuridico di Gesù (Mt 1, 18-23), secondo la Tradizione?
Il percorso sarà lungo ;
l'avvocatessa Adriana Boscagli, bravissima legale dei genitori, e la
psicologa Angela Castagnini, perito del Tribunale, osservano “Il riavvicinamento dovrà essere graduale. Non sappiamo nemmeno cosa le sia stato
raccontato, cosa taciuto in tutti questi anni, neppure se le abbiano mostrato
fotografie (Repubblica 1 e 2/7/16). E aggiungo io: sarebbe generoso se l'ultima
famiglia affidataria (da quanti mesi?) avesse la sensibilità di farsi gradatamente
da parte (oltretutto l'affido va rinnovato ogni due anni, e i genitori naturali
possono vedere la figlia quando vogliono).
La Boscagli auspica che, alla fine del percorso, alla bimba venga restituita la stabilità con i suoi
genitori naturali (ci sono dei minori in
Italia che passano la puerizia e l'adolescenza cambiando ogni anno famiglia,
casa-famiglia, città, scuola).
Incoraggiamento finale. Dai bimba, supera il trauma, e vieni alla
splendida scuola elementare di Mirabello, dove il Dirigente Scolastico prof. Roberto Viale, la fiduciaria Gianfranca,
e maestre eccellenti (due, pure laureate, una in lettere l'altra in lingue,
sono state mie allieve encomiabili all'Istituto Magistrale di Alessandria) ti
aspettano a braccia aperte, con un mazzetto di viole. E la “zia” Paola Demartini, maestra in
pensione che dirige l'oratorio, vuole
abbracciarti.