La comunità internazionale non ha
condiviso l’improvvida decisione del presidente USA, Donald Trump, di
riconoscere Gerusalemme come capitale dello stato d’Israele, in spregio delle
ripetute risoluzioni dell’ONU.
Bene, dunque, hanno fatto i governi
europei e, fra questi anche il governo italiano e il Vaticano, a manifestare
contrarietà verso tale decisione e a ribadire il rispetto per i diritti
nazionali del popolo palestinese e delle altre due religioni (cristiana e
islamica) che considerano “luogo santo” la città di Gerusalemme.
I materiali che seguono (estratti da una
pubblicazione ufficiale delle Nazioni Unite) evidenziano, con estrema
chiarezza, lo status di “corpo separato”, sotto regime internazionale speciale,
della città che non può essere alterato da alcuna decisione unilaterale e al di
fuori dell’ambito ONU.
Quando il figlio disattende le decisioni
della madre-ONU, si potrebbe dire.Paradossalmente, Israele è il primo Stato al
mondo creato dalle Nazioni Unite ed è il primo nella graduatoria degli Stati
che più disattendono le decisioni delle Nazioni Unite ossia dell’organismo che
lo ha generato.
Non è superfluo ricordare che l’Onu,
nonostante l’indebolimento provocato dall’unilateralismo statunitense praticato
da Reagan a Bush, resta l’unica fonte, universalmente riconosciuta, della
legalità internazionale.
Qualsiasi governo è tenuto a osservare le
sue decisioni e raccomandazioni.
Chi non le osserva si mette fuori della
legalità internazionale.
A maggior ragione dovrebbe osservarle
Israele, uno Stato che è figlio diretto di una decisione dell’Onu. Ma, così non
è stato e non è. Soprattutto nella gestione dei suoi difficili rapporti con i
popoli e gli Stati vicini (Palestinesi, Siria, Libano, Giordania).
LA LUNGA LISTA DELLE VIOLAZIONI ISRAELIANE
Chi desidera documentarsi sulla materia
può consultare la vasta documentazione prodotta dalle Nazioni Unite e da altri
organismi internazionali.
Per agevolarne l’approccio, segnaliamo, di
seguito, i passaggi più significativi di un documento elaborato e diffuso
dall’Onu (“Le statut de Jérusalem”, New York, 1997) che ricostruisce
l’exursus storico e politico della questione di Gerusalemme.
Pag. 1: Un regime internazionale
speciale per Gerusalemme
“L’Onu, che tende a dare una soluzione
permanente al conflitto (arabo-israeliano n.d.r.), adotta nel 1947 un piano di
spartizione della Palestina che prevede la divisione della Palestina in uno
Stato arabo e uno Stato ebraico e la costituzione della città di Gerusalemme
in corpus separatum sotto regime internazionale speciale,
amministrata dal consiglio di tutela dell’Onu.”
Pag. 2: La comunità internazionale
considera nulla l’annessione della “Città santa”
“Dopo la guerra del 1967, Israele
s’impadronisce di Gerusalemme-est (settore arabo n.d.r.) e dei territori
palestinesi e fa sparire la linea di demarcazione fra i settori est e
ovest…Israele che ha già annesso Gerusalemme – est, proclama, nel 1980,
“Gerusalemme intera e riunificata la capitale d’Israele”…
“Tuttavia, la pretesa israeliana su
Gerusalemme non è riconosciuta dalla comunità internazionale che condanna
l’acquisizione dei territori mediante la guerra e considera come nullo e non
avvenuto ogni cambiamento sul terreno”.
Pag. 9: Gli arabi disposti ad
accettare il regime internazionale su Gerusalemme
“La commissione di conciliazione (di cui
alla risoluzione n. 194 adottata dall’Assemblea generale dell’Onu l’11 dicembre
1948) fa sapere che le delegazioni arabe erano, nell’insieme, pronte a accettare
il principio di un regime internazionale per la regione di Gerusalemme a
condizione che l’Onu ne garantisse la stabilità e la permanenza. Israele, dal
suo lato, riconoscendo che la Commissione è legata alla risoluzione
914 dell’Assemblea generale, dichiara che non può accettare senza riserve che i
Luoghi santi siano posti sotto un regime internazionale o sottomessi a un
controllo internazionale.”
Pag. 11: Gerusalemme, corpus
separatum
“…l’Assemblea generale (dell’Onu ndr)
riafferma le disposizioni del piano di ripartizione secondo il quale
Gerusalemme sarà un corpus separatum amministrato dalle Nazioni
Unite, l’Assemblea invita il Consiglio di tutela a concludere la messa a punto
dello Statuto di Gerusalemme…e chiede agli Stati interessati d’impegnarsi
formalmente a conformarsi alle disposizioni della risoluzione…(n. 333)”
Giordania e Israele contrari
all’internazionalizzazione di Gerusalemme
“Il Consiglio di tutela adotta uno Statuto
dettagliato per la città di Gerusalemme nel gennaio 1950… Il consiglio fa
sapere che la Giordania non è disposta a discutere alcun progetto
d’internazionalizzazione. Per parte sua, Israele si oppone
all’internazionalizzazione della regione, ma resta disposto a accettare il
principio di una responsabilità diretta dell’Onu sui Luoghi santi…”
“Israele dichiara che lo Statuto non può
essere applicato a causa della creazione dello Stato d’Israele e del fatto che
la parte occidentale di Gerusalemme fa parte ormai del suo territorio..”
Pag. 12: Dayan, occupa Gerusalemme
Il generale Moshe Dayan, vincitore della
guerra lampo detta dei “sei giorni” dichiara il 7 giugno 1967: “le forze armate
israeliane hanno liberato Gerusalemme. Noi abbiamo riunificato questa città
divisa, capitale d’Israele. Siamo rivenuti nella Città santa e non ce ne
andremo più”
Pag. 13: le autorità d’occupazione
sciolgono il consiglio municipale di Gerusalemme est
“Secondo un rapporto di M. Thalmann,
(rappresentante personale del segretario generale dell’Onu per
Gerusalemme) il 29 giugno 1967 un ordine della difesa militare (israeliana
ndr) ha sciolto il Consiglio municipale composto di 12 membri che assicura la
gestione di Gerusalemme - est sotto l’amministrazione giordana…Il Consiglio
municipale di Gerusalemme - ovest, composto da 21 membri tutti israeliani,
assorbe il vecchio consiglio, il personale tecnico arabo del municipio di
Gerusalemme- est viene incorporato nei servizi corrispondenti della nuova
amministrazione.”
Pag. 15: la Knesset proclama
Gerusalemme riunificata capitale d’Israele
“Il 29 luglio 1980, malgrado l’opposizione
della comunità internazionale, la Knesset (parlamento israeliano
ndr) adotta la “Legge fondamentale” su Gerusalemme che proclama
Gerusalemme, intera e riunificata, capitale d’Israele, sede della presidenza,
della Knesset, del governo e della Corte suprema.”
Pag. 20: nuove colonie ebraiche nelle
terre dei palestinesi
“Si apprende che la gran parte dei beni
palestinesi di Gerusalemme - est e dei dintorni è stata sottratta dalle
autorità israeliane (mediante espropri e confische) in cinque tappe:
Gennaio 1968, circa 400 ettari nel
quartiere Sheikh Jarrah dove vengono impiantate le prime colonie ebraiche per
un totale di 20.000 persone;
Agosto 1970, circa 1.400 ettari in favore
delle colonie di Ramat, Talpiot-est, Gilo e Neve Ya’acov dove vivono
attualmente circa 101.000 ebrei;
Marzo 1980, circa 440 ettari destinati
all’impianto della colonia di Pisgat Ze’ev destinata ad accogliere 50.000
ebrei;
Aprile 1991, circa 188 ettari per la
realizzazione della colonia di Har Homa per un totale di 9.000 appartamenti;
Aprile 1992, circa 200 ettari sono
destinati alla creazione della nuova colonia di Ramat Shu’fat per un totale di
2.100 nuovi appartamenti.
Pag. 27: il Consiglio di sicurezza
dell’Onu esige il ritiro d’Israele dai territori occupati
“Nella famosa risoluzione n. 242 del 22
novembre 1967, il Consiglio di sicurezza dell’Onu… sottolinea l’inammissibilità
dell’acquisizione di territori mediante la guerra e afferma che il rispetto dei
principi della Carta delle Nazioni Unite esige il ritiro delle forze armate
israeliane dai territori occupati e il rispetto della sovranità, dell’integrità
e dell’indipendenza politica di ogni Stato della regione.”
Pag. 28: Israele non applica la
Convenzione di Ginevra
“Israele non ha riconosciuto
l’applicabilità della Convenzione di Ginevra ai territori occupati dopo il 1967
col pretesto che non esiste alcuna sovranità legittima su questi territori dopo
la fine del mandato britannico…”
“Il Consiglio di sicurezza nel 1979
ribadisce che la quarta Convenzione di Ginevra era applicabile ai territori
arabi occupati da Israele dopo il 1967, compresa Gerusalemme…La decisione presa
da Israele nel 1980 di promulgare una legge per l’annessione ufficiale di
Gerusalemme est e che proclama la città unificata come capitale d’Israele è
stata fermamente respinta non solo dal Consiglio di sicurezza e dall’Assemblea
generale dell’Onu, ma anche da diverse organizzazioni.
Pag. 30: l’Europa riconosce il
diritto dei palestinesi all’autodeterminazione
“I Paesi europei hanno avanzato proposte
che riconoscono il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese; essi
hanno sottolineato che non accettano “alcuna iniziativa unilaterale che ha lo
scopo di mutare lo statuto di Gerusalemme” e che “ ogni accordo sullo statuto
della città dovrà garantire il diritto di libero accesso per tutti ai Luoghi
santi”
(Dichiarazione di Venezia del 13 giugno
1980 dei vertice dei Capi di stato e di governo della Cee)
Pag. 31: l’OLP, dichiara l’indipendenza
della Palestina e riconosce lo stato d’Israele
Nel 1988, dopo la decisione della
Giordania di rompere i suoi legami giuridici e amministrativi con la
Cisgiordania, il Consiglio nazionale palestinese (Parlamento palestinese
in esilio) ha adottato la Dichiarazione d’indipendenza e
pubblicato un comunicato politico dove dichiara di accettare la
risoluzione n.181 dell’Assemblea generale dell’Onu (sulla divisione
del territorio ndr) e la risoluzione n. 242 (del 1967) del Consiglio di
sicurezza e proclama “la nascita dello Stato di Palestina sulla terra
palestinese, con capitale Gerusalemme”
Pag. 33: il consiglio di sicurezza
chiede a Israele di smantellare le colonie
“La risoluzione n. 465 del 1 marzo 1980
contiene la dichiarazione più dura che il Consiglio disicurezza ha
adottato sulla questione delle colonie di popolamento. In questa dichiarazione,
il Consiglio deplora vivamente il fatto che Israele ha rigettato le sue
risoluzioni precedenti e rifiutato di cooperare con la
Commissione ( Onu)…
Il Consiglio qualifica la politica e le
pratiche volte a impiantare nuove colonie di popolamento una “violazione
flagrante” della quarta Convenzione di Ginevra e dice che sono “un grave
ostacolo” all’instaurazione della pace in Medio Oriente; chiede al governo
e al popolo israeliani di revocare le misure prese, di smantellare le colonie
esistenti e di cessare subito ogni attività di colonizzazione. Chiede
anche a tutti gli Stati di non fornire a Israele alcuna assistenza che sarà
utilizzata specificamente per le colonie di popolamento dei territori
occupati”.
…
(Se interessa, segnalo il sottostante
articolo dove si parla di un titolo di “Re di Gerusalemme”, associato a
quello di “re di Sicilia”, entrambi, ancora oggi, rivendicati dagli eredi di
Federico II di Svevia e di Casa Savoia:
http://www.ticinolive.ch/2014/11/17/gerusalemma-santita-conflitto-agostino-spataro/