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Finis Terrae
Finis terrae (II)
Giancarlo Patrucco



L’esordio di questo appuntamento sul Medioevo (Alto) è stato condizionato dalla contemporanea elezione di Benedetto XVI al soglio di Pietro. Così, mi sono sentito in qualche modo obbligato a rendere omaggio alla figura di san Benedetto da Norcia, fondatore dell’ordine dei Benedettini e prefiguratore dell’Europa Cristiana che conosciamo. Passato il tempo, però, credo che sia giusto dedicare questo secondo numero della rubrica al nome che la distingue - Finis terrae – e al santuario di Compostela che precede l’ultimo lembo del mondo allora conosciuto: Finisterre, appunto.

Tutto ha inizio da una leggenda. Nel 44 d. C., l`apostolo Giacomo ritorna a Gerusalemme dopo aver evangelizzato la Spagna, ma in questo periodo i Cristiani sono perseguitati e Giacomo, che rifiuta di rinnegare la propria fede, è decapitato. I suoi discepoli ne mettono le spoglie in una barca che  attraversa  il Mediterraneo, passa lo stretto di Gibilterra e procede lungo le coste della penisola iberica, arenandosi finalmente in Galizia.

I sette fedeli che lo hanno accompagnato nel suo straordinario viaggio seppelliscono il corpo del santo all’interno, in un punto che resterà sconosciuto per tutto il tempo in cui Visigoti e Arabi occuperanno la Spagna. Intorno all`800, il monaco  Pelagio scopre il sepolcro marmoreo che viene ritenuto la tomba dell`Apostolo Giacomo (Santiago, in Spagna). Questo posto passerà alla storia come Compostela, dal termine compostum (cimitero) oppure  da campus stellae (campo della stella), evidente allusione alla luce delle stelle che indicano  al monaco dove sono nascoste le spoglie mortali dell`Apostolo.

La notizia fa il giro di tutto il mondo cristiano d`allora e il luogo sacro diventa meta di innumerevoli pellegrinaggi. Per la maggior parte dei pellegrini che arrivano in Galizia da tutti i paesi d`Europa, Santiago  de Compostela e il sepolcro di S. Giacomo sono la meta finale. Ma alcuni di loro continuano il viaggio per poter giungere sulla costa galiziana, nel luogo che considerano "la fine della terra" - finis terrae. Questa tappa è detta "Il sentiero di Finisterre".

Il viaggio sulla costa è il completamento di tutto il percorso di fede: le conchiglie raccolte dai pellegrini sulla spiaggia costituiscono la prova del pellegrinaggio compiuto e presto diventano il simbolo del "Camino de Santiago".

Il pellegrino medievale si prepara al viaggio della vita con un’intensità che noi, oggi, facciamo fatica a capire. Non è in grado di misurarne il tempo, che può durare anche anni; non riesce a precisarne il tragitto, perché le strade sono approssimative e i percorsi  intricati;  non sa valutarne i rischi, se non cercando all’occasione il conforto di qualche compagnia. Eppure, prende il bordone, calca il cappello a cono e va, spinto dalla fede, ma mosso anche dalla voglia di uscire dalla sua corte, di evadere dalle sue angustie e di vedere, finalmente, uno spicchio di quel mondo immaginifico di cui ha tanto sentito favoleggiare nelle taverne o intorno ai fuochi dei bivacchi.

Per capire il pellegrino, bisogna spiegare il pellegrinaggio. Ecco perché noi proveremo a raccontarlo qui, ricorrendo a due contributi: “Le vie del Cammino” e “La pellegrina”. Il primo testo prova a ricostruire i percorsi dei pellegrini, così come sono giunti a noi attraverso una “guida” dell’epoca; il secondo recensisce il romanzo di Basilio Losada, che racconta uno di questi viaggi fantasiosi e fantastici.

I brani tratti da “La pellegrina” vanno a merito dell’editore “LaNuovafrontiera”. Per la mappa del Cammino di Santiago, si ringrazia il sito di viaggi e avventure http://www.sputnik.info.

Buona lettura.

 

Giancarlo Patrucco

03/05/2005 12:00:00
21.04.2005
Giancarlo Patrucco
Devo ammetterlo: una rubrica sul Medioevo – quello Alto per di più – con un sito come questo poco ci azzecca. Quando l’ho proposta, in una riunione associativa dedicata all’allestimento, ho dato fondo a tutto il repertorio d’occasione. Cose del tipo “noi siamo nani sulle spalle di giganti”, “per vivere...
 
03.05.2005
Giancarlo Patrucco
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13.05.2005
Giancarlo Patrucco
Parafrasando D’Annunzio, mi verrebbe voglia di dire: “Maggio, andiamo, è tempo di viaggiare”. In effetti, insieme a settembre, questo è il periodo migliore per mettere il naso fuori casa e vedere un po’ di mondo; almeno, il mondo dell’arte e della cultura di cui sono piene le nostre città e le nostre...
 
24.05.2005
Giancarlo Patrucco
Lo so: fino a metà maggio, il cielo non è stato dalla nostra parte e molti progetti su Novalesa sono rimasti nel cassetto. D’altronde, riconosco che non è simpatico andare per abbazie con impermeabili e ombrelli, così come arrampicarsi sul Moncenisio. Ora, però, oso sperare che il tempo si mantenga al...
03.06.2005
Giancarlo Patrucco
Grazie dei complimenti che mi avete rivolto per la scelta degli itinerari. Ormai, però, è scoppiata la calura ed è consigliabile rimandare le gite a settembre. Prima di andare al mare, comunque, vorrei profittare dello spazio disponibile per parlare di un film di recente programmazione. Che ho visto,...
 
17.06.2005
Giancarlo Patrucco
Ci siamo lasciati, la volta scorsa, con l’impegno di parlare dei Templari. Prima di entrare in argomento, però, consentitemi di dedicare questa nota d’apertura ad una breve illustrazione delle condizioni di vita in Occidente, all’indomani dell’anno 1000 e alla vigilia della nascita dell’Ordine del Tempio.I...
04.07.2005
Giancarlo Patrucco
Già vi ho detto, la volta scorsa, dell’alone di mistero che, nel corso dei secoli, ha avvolto la storia dei Templari. In questi ultimi anni, poi, se possibile, il loro numero è ancora aumentato. Decine di films, centinaia di pubblicazioni, migliaia di siti Internet sono stati dedicati ai Poveri Cavalieri...
 
16.07.2005
Giancarlo Patrucco
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Giancarlo Patrucco
Bentornati. Spero che vi siate riposati e anche divertiti.Durante questa pausa estiva, qualcuno incontrandomi ha fatto dei commenti sulla rubrica. Uno, in particolare, mi è sembrato interessante. Suonava pressappoco così: “Ogni tanto metti l’indirizzo di un sito, ma Internet non è adatto ad approfondire...
 
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Giancarlo Patrucco
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