Carlo Gallia (Guest)

Giuseppe Rinaldi (Guest)

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Carlo Gallia (Guest):

I miei complimenti a Elvio Bombonato per l'articolo in cui la sofferta esperienza personale si unisce all'esemplare rigore storico. Gli sono grato per la ricchezza delle informazioni, tra cui il ricordo di Ladislao Mittner che nello studio della letteratura tedesca si dimostrò critico letterario di altissima levatura. Sono lieto di ritrovare spesso i suoi scritti anche se non sempre sono d'accordo con lui (per esempio non nella liquidazione sommaria di Croce).

1:13 p.m., Friday Feb. 17 | Other comments by Carlo
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Giuseppe Rinaldi (Guest)

Scambiare Umberto Eco per un letterato mi pare una ingenuità colossale, degno della signora Cesira. Il capolavoro di Umberto Eco è il Trattato di semiotica generale, sarà poco letterario ma è per questo che è conosciuto negli ambienti scientifici di tutto il mondo.
Aggiungo che nel Trattato non c'è nulla di originale, si tratta soltanto di una magnifica sintesi dello stato di avanzamento - all'epoca - della semiotica. In Italia nessuno sapeva cosa fosse (la semiotica), nonostante le tante belle lingue e tante belle retoriche che si sfoggiavano.
Secondariamente Eco - l'ho scritto qualche tempo fa su CF (vedi archivio) - ha costituito un modello di intellettuale (potrei paragonarlo a Bobbio) ineguagliato - provare a confrontare con gli altri. Che poi fosse non sempre simpatico è una cosa che non c'entra. Ci sono tanti antipatici che non sono mai diventati Eco.
Mentre noi ci gloriavamo della nostra cultura ottocentesca di sinistra ( dura e pura) Eco è stato l'unico non provinciale che ha saputo guardare al di fuori e divulgare qualcosa che fosse significativo e utile a criticare le cazzate che stavamo facendo.
Eco si è messo a scrivere romanzi perché in un Paese come il nostro di semiotica non si campa. E oggi tutti pensano che abbia scritto solo romanzi. Del resto sembra che la nostra popolazione universitaria non sia molto lontana dall'analfabetismo.
I romanzi di Eco sono cerebrali come i suoi saggi, e probabilmente vanno considerati più come saggi che come romanzi. Anzi, credo che Eco abbia usato il romanzo per divulgare i suoi saggi. Lì non ha molto senso fare della critica letteraria. A Ciascuno il suo.
Che Eco fosse un plagiario - a parte cuccurucu - proprio non mi risulta, basta guardare la bibliografia che sta in fondo ai suoi saggi.
Prendersela con il diverso è l'antica tradizione di quelli che aspirano ad esaltare le glorie patrie del campanile.
Se poi vuoi un elenco di intellettuali "bluff" che nel nostro Paese sono sopravvalutati, dovrei fare un post chilometrico.
Beppe Rinaldi

3:52 p.m., Friday Feb. 17 | Other comments by Giuseppe Rinaldi​