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Economia
La grave crisi del credito
Maria Rita Gelsomino

 

La situazione delle banche italiane è diventata in questo scorcio di fine anno semplicemente drammatica: il volume di sofferenze in continuo aumento rischiano di portare la condizione fuori controllo. Tutto questo non ha avuto nulla a che fare con Renzi e il referendum costituzionale che, se mai, hanno avuto la colpa di bloccare per mesi il Parlamento e lasciare incancrenire la congiuntura negativa. Oggi, con la vittoria del no, le banche italiane continuano a restare immerse nei loro gravi problemi fino al collo.

Riassumendo, le sfide del comparto bancario vedono Mps sull’orlo dell’abisso a cui fanno seguito, dopo il flop dell’aumento di capitale, le difficoltà legate all’ipotesi di fusione delle banche venete Popolare di Vicenza e Veneto Banca, le incertezze sul destino delle quattro banchette dell’Italia Centrale, le prime salvate dal governo Renzi ma che nessuno vuole.  Difficoltà hanno riguardato anche la fusione tra Bpm e Banco Popolare, mentre Ubi Banca, che sarebbe interessata all’acquisto di Banca Marche, Etruria e Carichieti, si dibatte tra mille incertezze per l’aumento di capitale da 600 milioni richiesto per poterle incamerare. Segue il maxi aumento di capitale da 13 miliardi di Unicredit e il riassetto, non certo facile, tra le piccole e medie banche del territorio comprese le BCC. Dall’analisi delle cifre emerge che il fabbisogno occorrente per portare a termine le operazioni di ricapitalizzazione delle suddette banche si aggirerebbe intorno ai 35 miliardi di euro, a cui si aggiungerebbero i costi di Ubi non ancora ben precisati. Una cifra enorme che difficilmente potrà essere coperta nelle prossime settimane. Infine ricordiamo che il Financial Times, prima del referendum, aveva predetto che tutte le banche elencate, tranne Unicredit, sarebbero state a rischio di fallimento in caso di vittoria dei No al referendum. Nel breve potremo verificare se Ft diceva il vero o se faceva semplicemente del terrorismo finanziario per condizionare la scelta elettorale. La situazione delle banche rimane comunque gravissima e, come afferma Lucrezia Reichlin professore della Business School di Londra nell’interessante articolo comparso venerdì 2 dicembre sul Corriere, la risposta alla vulnerabilità oggettiva del nostro sistema bancario dovrà” essere coerente e veloce, comunicata in modo efficace agli investitori e sostenuta da tutte le forze politiche in uno sforzo di responsabilità collettiva”. La base negoziale, sostiene, potrebbe essere “risorse italiane, monitoraggio europeo”. L’Europa va dunque convinta e“il governo italiano deve accettare il monitoraggio europeo”, abbandonando magari atteggiamenti arroganti. Procrastinare ulteriormente forse paga in termini politici immediati ma” ci si pone di fronte al rischio di una crisi in cui noi italiani non avremmo più il controllo di nulla”.

Indipendentemente dal risultato del referendum, il 2017 si prospetta per tutte le banche europee un anno di passione per le importanti sfide che dovranno affrontare e che potrebbero mettere a rischio, specialmente per le italiane, la stabilità del sistema. Talune di queste sfide potrebbero derivare dal riassetto del quadro regolatorio dovuto a ulteriori misure di rafforzamento di capitale, avviato da Bce e Comitato di Basilea, per evitare che altre banche italiane e europee si vengano a trovare sull’orlo del fallimento.

Per cominciare, entro la fine del corrente anno il Comitato di Basilea, il cui compito, ricordiamo, sarebbe quello di coordinare la cooperazione tra banche centrali e altri istituti economici per garantire la stabilità monetaria e finanziaria, potrebbe varare nuove regole per ridefinire il calcolo del capitale per ciascun istituto. Tale operazione, che permetterebbe di metterle in sicurezza dal pericolo di default, potrebbe richiedere l’iniezione di un patrimonio aggiuntivo di 900 miliardi di euro complessivi per l’insieme delle banche europee.

Una bella cifretta .

Quella che doveva essere una semplice revisione dei parametri definiti da Basilea 3, che erano costati alle banche complessivamente520 miliardi in termini di ricapitalizzazione, rischia di diventare una nuova e strutturata regolamentazione del sistema bancario già definita Basilea 4. Le banche europee si sono pronunciate contrarie al nuovo salasso, banche italiane in testa.

Un’altra fonte di stress per le banche italiane potrebbe derivare dall’adozione da parte della Ue dell’IFRS 9 (International Financial Reporting Standard) che introduce nuove regole per la valutazione dei crediti e delle perdite che entrerebbe in funzione a partire dal gennaio del 2018. Il nuovo progetto fiscale si realizzerebbe in tre fasi e rischierebbe di introdurre una ulteriore stretta creditizia in un momento delicato in cui si intravedono deboli segnali di ripresa economica che finirebbero per spegnersi sul nascere.

L’ultima novità introdotta dalla Bce, che potrebbe rivelarsi persino gradevole, riguarda i requisiti dei vertici. La Vigilanza bancaria unica ha prodotto un documento dove si afferma che dal 4 novembre 2014 la Bce è competente ad assumere  decisioni in materia di controllo dell’idoneità di tutti i membri degli organi di amministrazione degli maggiori istituti di credito sottoposti alla sua vigilanza diretta ed entro il primo trimestre del 2017 si impegna a produrre una guida, che entrerà in vigore quasi immediatamente, sulla valutazione dei requisiti di professionalità e onorabilità di coloro che si candidano al timone di un istituto di credito fondati su 5 criteri: competenza, onorabilità, conflitti di interesse, indipendenza di giudizio, esperienza.

La Bce avrà inoltre il potere di rimuovere, cioè mandare via e sostituire, in qualsiasi momento componenti del Cda di un ente creditizio sottoposto alla sua vigilanza che non soddisfano i requisiti previsti. Una buona notizia per l’Italia considerando che, i guai che sta passando il comparto del credito, sono stati prodotti da vertici, oltre che inadeguati anche dissennati, che usavano le banche come proprietà personali a servizio degli interessi loro e dei loro amici.

 

 

08/12/2016 01:24:45
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