Circa due anni fa un nativo ponentino trapiantato in Piemonte e tornato per qualche giorno alle origini segnalava esterrefatto, tra le notizie peraltro da tempo scontate sullo sfascio paesaggistico ed economico del nuovo porto turistico di Imperia affidato alle cure di uno dei Caltagirone e co. (poi troppo tardivamente assegnati a custodia cautelare o arresti domiciliari), la presenza di un manifesto di accorata invocazione del ritorno in campo del Claudio acquirente immobiliare romano con vista Colosseo a sua insaputa e notorio padrino dello sfascio in questione.
Pare proprio che il fervido augurio dei devoti sia stato finalmente esaudito.
In coincidenza significativa con la splendida rassegna di imbarcazioni (a vela) d’epoca che ogni due anni richiama a Imperia tantissimi appassionati, ammiratori e semplici visitatori - evento turbato non poco in questi primi giorni di settembre dalla presenza assolutamente ingombrante e volgare di decine di scatoloni di plastica chiamati navi da gran turismo (qualche maligno insinua anche festaiol-sessuale), simili a giganteschi ferri da stiro, ospitati nel nuovo porto - una radio-tv locale ha trasmesso e poi ripetuto più volte un’intervista-monologo del Claudio inconsapevole, della durata di circa due ore, nel corso della quale il Nostro, approfittando sfacciatamente dell’evento di rilievo internazionale, oltre che ovviamente rivendicare a sé stesso l’idea della grande opera portuale purtroppo non ancora terminata per colpa dei soliti complotti, si è lanciato senza contraddittorio in una vera e propria precampagna elettorale.
I temi trattati dall’illustre personaggio hanno spaziato dalla politica nazionale agli affari per così dire privati dell’oratore (anche il pubblicamente confessato acquisto immobiliare all’insaputa dell’acquirente sarebbe frutto di un equivoco creato ad arte dalle forze ostili!), dalle azioni persecutorie della magistratura a quelle analoghe dell’autorità governativa arbitratasi di sciogliere, fatto unico in tutto il Centro-Nord, ben due consigli comunali della provincia in odor di mafia (il che avrebbe destato forti sospetti di montature o complotti nel per altri versi Inconsapevole), dai problemi economici e sociali del Ponente e non solo del Ponente alla questione delle infiltrazioni mafiose di provenienza nazionale ed estera, fenomeni questi ultimi noti ormai non solo alle Forze dell’Ordine e in particolare alla Guardia di Finanza ma anche a tutti i “quisque de populo” che, come dice don Basilio, hanno gli occhi in testa, ma non al Nostro uomo politico di lunghissimo corso e dalla faccia di tolla, il quale insiste nella versione secondo cui si tratterebbe di fantasie malate e soprattutto maligne desiderose di diffamare la storica impresa portuale (portata avanti a suon di subappalti assegnati a ditte per lo meno strane e già costata almeno il triplo del previsto, a tutto danno del Demanio) e di aggredire il potere della grande famiglia, giunta alla terza o quarta generazione, dedita esclusivamente all’occupazione sistematica di cariche pubbliche e private.
Intanto, in attesa degli sviluppi tecnico finanziari da un lato e giudiziari dell’altro, le residue piccole imprese artigianali del ramo cantieristico, sfrattate dalle sedi che occupavano prima della Grande Opera, non dispongono dei nuovi spazi promessi, malgrado l’enorme estensione di moli e moletti
Pochi giorni dopo la chiusura della rassegna velica un bel pezzo del Ponente, in piena crisi del commercio, dell’industria e anche del turismo, afflitto da chiusure continue di negozi e cessazioni di servizi, disoccupazione, abbandono delle attività tradizionali e altre bazzecole del genere, è stato deliziato dall’esibizione prolungata dei nove super reattori delle Frecce Tricolori, le altissime capacità dei cui piloti non sono certo in discussione ma (a parte il baccano e il rischio non molto remoto per i conduttori e per il pubblico), con un dispendio di carburante e di materiale che gli esperti definiscono notevolissimo o meglio esagerato: proprio quando il costo della benzina supera i due euro al litro e chi ne ha veramente bisogno per lavorare è costretto sempre di più a fare acrobazie figurative ma forse non meno difficili di quelle aeree.
Nello stesso contesto temporale, è stata realizzata l’altra idea geniale di un raduno di quella specie di motocicli a quattro ruote ma a un solo posto produttori di ingombro stradale, di inquinamento, di rumore assordante e, anche qui, di spreco di carburante, del cui il cittadino di buon senso non sentiva alcun bisogno.
Pare tuttavia che entrambe le manifestazioni abbiano riscosso grande successo di pubblico e qualche incremento nei ricavi di pizzerie, bar e altri esercizi. Ma, ovviamente, soltanto per un giorno o poco più.
Non sappiamo chi abbia ispirato tali “eventi” e dobbiamo astenerci da riferimenti ai soliti noti, per mancanza di informazioni precise. Ci sia però consentito di richiamare l’antico detto “panem et circenses” opportunamente adattato alle circostanze odierne. Sembra che la ricetta continui a funzionare.
Come non dare ragione agli scettici su quelle che una volta venivano chiamate poeticamente le magnifiche sorti e progressive?