Caro Renzo, solo alcune precisazioni ...
Oggetto: Considerazioni sulla lettera di Renzo Penna (
apparsa su “ La Stampa “, su il Piccolo e su Città
Futura con argomento “ va studiata la crisi della nostra industria “
Oggi ho letto
con grande sorpresa la lettera di Renzo Penna, di cui conosco la grande onestà
intellettuale, le grandi capacità introspettive e la grande esperienza politica
sia a livello nazionale che locale, in quanto mi sarei aspettato ben altre
argomentazioni sulle cause della crisi sociale, economica, politica della
nostra Città, della nostra Provincia, della nostra Regione e del nostro Paese.
Per la mia
origine e fede tipicamente repubblicana dove vi deve essere una ampia e
programmata concertazione fra potere pubblico e società in senso lato, mi sento
umanamente coinvolto in questa
discussione sulla crisi di Alessandria, infatti ritengo fermamente che
solo attraverso una ben articolata programmazione delle politiche energetiche,
economiche, sociali, è possibile studiare, insieme a tutti gli altri attori
della vita nazionale, dei piani di sviluppo su tutti i campi. Quindi lo Stato
ha funzioni basilari per impostare al Paese la via, la via a cui tutti debbono
tendere e di conseguenza seguire.
Ecco a mio
avviso essendo stato lo Stato troppo assente per troppi anni in questa
programmazione, è venuta a mancare la guida ed il fine e quindi troppe scelte
sono state lasciate al caso.
E' vero
anche l'imprenditoria ha avuto ed ha le proprie colpe, a volte o spesso
gravissime, ma sostanzialmente la chiusura di tante aziende alessandrine ed
italiane è da inserirsi anche e soprattutto in questo quadro.
Vorrei
solo ricordare a tutti che ancora oggi in Italia non esiste un Piano Energetico
Nazionale, non esiste una politica di programmazione economica, non esiste un
piano di programmazione sociale, ancora oggi non esiste un piano sanitario
nazionale, ancora oggi gli interventi sulla scuola e sulle università non sono
inseriti all'interno di una programmazione sinergetica con lo sviluppo
economico, sociale e turistico, tutto ciò comporta interventi spesso senza
omogeneità fra di loro causando effetti veramente deleteri per tutta la società
italiana, tanto è vero che in tutte le Regioni non riusciamo a spendere quanto
messo a disposizione dell'Europa.
Ma veniamo
a noi, cioè ad Alessandria, il miglior sindaco avuto qui da noi è stato a detta
di tutti Nicola Basile, un meridionale,
e ciò “ la dice tutta “, era il periodo dove in Alessandria c'era e si trovava
tutto. Ma intendo fare un riferimento sulla cecità di tantissimi amministratori
del comune e della provincia, intendo ricordare il fatto di Forti Corse, era
una azienda che correva in formula uno, quell'azienda è stata fatta chiudere e
ciò nell'indifferenza di quasi tutti gli operatori pubblici e privati.
Un'occasione enorme persa, infatti sia il Comune sia la Provincia potevano e
dovevano intervenire per evitarne la chiusura, anzi potenziandola, in questo
modo veniva portata in tutto il mondo l'immagine di Alessandria e del Suo
territorio, di quanto si fa e come si fa.
Questo è
un modo di programmare il futuro, come ad esempio esiste in Provincia il
Palazzo Mostre di Valenza, un'opera che è costata alla comunità somme enormi ed
a rischio di svendita al miglior offerente, ma è possibile che le
Amministrazioni della Provincia e dei Comuni principali di Essa non riescano a
trovare una possibilità di riutilizzo per promuovere le attività
imprenditoriali a tutto tondo?, non solo fra pochi mesi Vi sarà l'EXPO, come si
sono preparati la Provincia ed i vari Comuni?, quali sono le programmazioni per
questo evento?, sono state coinvolte le associazioni di categoria? quale è il
metodo.
Da tutto
ciò si evince che il mio pensiero sta in una seria concertazione e
programmazione fra pubblico e privato, dove il pubblico deve umilmente e
seriamente ritornare nel territorio per conoscere cosa esiste, cosa fanno le
aziende, cosa si aspettano le aziende, cosa vorrebbero le aziende, e cosa sono
disponibili a fare le aziende per la comunità, in sostnza credo che debba
essere studiato un piano per il futuro di Alessandria e su cosa possa
diventare. In questa ottica prospettica può essere finalmente studiato un piano
di sviluppo, senza di esso nulla potrà crescere, anzi quel poco che resta
scomparirà nell'arco di pochissimo tempo, ed Alessandria diventerà una landa
desolata, commercialmente lo è già diventata, basta recarsi in centro e si
capirà, basta parlare con gli operatori e ci si renderà conto sul perchè.
Ed allora
carissimo Renzo Penna penso che le cause di questo declino è da riferirsi
proprio a questa mancanza di prospettive
e di visioni programmatiche, tanto per fare un esempio, veramente stupido ma
veramente calzante:
–
in questo periodo di feste natalizie e di saldi,
dove le attività commerciali del centro sono in gravissima crisi, bisognava
dare un messaggio alla popolazione ed agli operatori, un messaggio di poco
conto, ma importante e significativo, l'azzeramento del costo del parcheggio in
tutto il centro cittadino, invogliando l'avventore a recarsi in Alessandria,
poca cosa è vero, ma un messaggio importante ed un cambiamento di rotta
Ed infine, è vero, molte responsabilità sono da
addebitare all'imprenditore, ma una diversa programmazione ed un diverso
approccio con le associazioni di categoria e con le aziende avrebbe certamente
contenuto gli effetti di una crisi nazionale ed internazionale.
Renzo scrivo queste poche cose perchè credo nella
tua onestà intellettuale, altrimenti non l'avrei fatto, ma soprattutto per
avviare un dibattito sul futuro di Alessandria e su cosa Essa debba essere.