L’infedeltà si divide in "corna in fieri", "corna in pectore" e "corna di diritto".
Le corna in fieri sono quelle non ancora consapevoli. Appartengono alla fase di latenza durante la quale la coscienza lotta per non ammettere l’esistenza di un terreno favorevole all’innesto.
Di solito si manifesta con un’inquietudine diffusa, insofferenza nei confronti di gesti affettuosi, insoddisfazione, il fastidio verso atti quotidiani dovuti al buon andamento familiare, precedentemente ben accetti come, ad esempio, la preparazione del cibo.
In soggetti predisposti l’attività onirica racconta, in termini crudi e realistici, situazioni innominabili. E’ solo il Caso a decidere se infrangere questa precarietà.
Le corna in pectore sono pensate e messe in atto applicando astuzie mai scritte ma impresse nel patrimonio genetico. Per questo le donne, a causa di condizioni ambientali più sfavorevoli, sono generalmente più abili nei particolari.
In stato di corna in pectore si diventa temerari, si scoprono facoltà inimmaginabili, prima fra tutte il controllo della muscolatura del volto, tipico della faccia di bronzo. Sopravviene uno stato di lucidità vigile che consente la padronanza di sé e, al tempo stesso, induce ad un comportamento generoso nei confronti del coniuge, che fruisce di maggiori attenzioni.
Se non si ha la fortuna di inciampare in un amante che abbia lo stesso nome del marito, "non nominarlo invano" ma usare espressioni alternative quali “caro, tesoro,...” e altre disponibili nel repertorio linguistico. La prudenza suggerisce di non accettare incontri in luoghi isolati e romantici, ove regolarmente accade di esporsi ad occhi indiscreti. Il centro storico, in edificio adibito a studi professionali o a centri estetici, fornisce un alibi inattaccabile consentendo di negare l’evidenza.
Quando si è poveri di memoria, non conviene ricorrere alla menzogna. Per soddisfare la curiosità, meglio la verità: la realtà dei fatti suscita, in questo caso come in altri, una provvidenziale incredulità.
L’allegro gioco dell’infedeltà dovrebbe avvenire tra pari, celibi con nubili, sposati con sposate, per scongiurare squilibri e storie dallo sviluppo imprevedibile.
Le corna di diritto, sono atti dovuti che traggono la loro ragione d’essere da situazioni assolutorie:
- Per differenza d’età ove, ai più anni, si unisca la saggezza di aver già messo in conto l’infedeltà.
- Per una questione formale ricambiando, con un atto di cortesia, l’infedeltà dell’altro.
- Per inadeguatezza fisica di varia natura di uno dei coniugi.
- Per desiderio di maternità, ricorrendo alla fecondazione “non assistita” che, più delle provette, ha da sempre risolto i problemi d’infertilità, assicurando dinastie e mai creando ingarbugliate questioni etiche sulla sperimentazione.
- Per quelli che hanno una faccetta troppo rotonda a cui due “cornini”
donerebbero le giuste proporzioni.
Molte di queste asserzioni sono unisex, utilizzabili leggendo attentamente il foglietto illustrativo, detto bugiardino.
Ancora una volta è il mondo animale a fornirci materia di riflessione.
I bonobo del Congo, i primati più simili all’uomo con il quale hanno in comune gran parte del patrimonio genetico, sono un esempio di civiltà che non siamo tuttora riusciti ad emulare, nonostante la nostra supposta superiorità.
A differenza dell’uomo sono socievoli, non competitivi, non aggressivi,
non gelosi. Non sono assolutamente monogami, fanno sesso tra loro senza aggressività e con naturalezza assieme a tutte le altre attività quotidiane.
I maschi e le femmine collaborano senza distinzione di ruoli, compresa la cura della prole. Accolgono senza problemi gli altri bonobo che vogliono vivere in comunità. A chi eccepirà che, in quanto bestie, dimostrano la validità della normativa in uso, rispondo come Shakespeare, che “di tutte le bestie, la più bestia è l’uomo”.