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Una mozione per superare la perdita di ruolo del nodo ferroviario di Alessandria
Redazione

 

Ieri 11 novembre alle ore 10.30 ha avuto luogo la conferenza stampa di presentazione della mozione che i consiglieri comunali Renzo Penna e Daniele Coloris hanno predisposto prendendo spunto dalla discussione avvenuta nell’incontro pubblico, organizzato da Città Futura il giorno 9 ottobre, sulla perdita di ruolo del nodo ferroviario di Alessandria.

I giornalisti intervenuti hanno rilevato l’importanza dei problemi sollevati auspicando che le richieste presentate trovino un riscontro positivo, pur tra i dubbi sulla possibilità che le sole Istituzioni locali abbiano la forza riuscire a concretizzare le richieste contenute nella mozione.

Conveniamo che, per ottenere risultati concreti, è certamente indispensabile che i parlamentari e tutte le forze politiche alessandrine appoggino, con la massima convinzione, le iniziative che il Sindaco e la Giunta di Alessandria dovranno intraprendere se la mozione verrà approvata dal Consiglio Comunale.

Se non ci sarà in particolare da parte degli esponenti locali del PD, forza di governo nazionale e regionale, un sostegno forte (al limite del “ricatto”),  le giuste aspirazioni dei cittadini del territorio alessandrino troveranno un cammino irto di difficoltà.

 

La redazione

 

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Al Sindaco

Al Presidente del Consiglio Comunale

Alessandria, 5 novembre 2015

 

MOZIONE

 

Oggetto: Per superare il ridimensionamento e la perdita di ruolo del nodo ferroviario di Alessandria, sia per i passeggeri che le merci sfruttandone a pieno le possibilità

 

Premesso che:

- venerdì 9 ottobre c.a. si è tenuto, presso la Biblioteca Civica, un incontro pubblico promosso dall’Associazione “Città Futura” di Alessandria dedicato al tema: “Passeggeri e Merci: la Ferrovia dimentica Alessandria?” nel quale, tra l’altro, sono intervenuti Consiglieri Comunali, Esperti del trasporto ferroviario, l’Assessore comunale ai trasporti, un Consigliere regionale, il Segretario confederale della Uil e una rappresentante della Segretaria regionale dei trasporti della Cgil;

- fra il 1° e il 2° Conflitto Mondiale del secolo scorso prese forma il complesso asse ferroviario che doveva collegare l’Italia;

- dopo la sua unificazione fu la posizione geografica che favorì la città di Alessandria come secondo snodo ferroviario per le merci, dopo quello di Bologna;

- negli anni compresi fra il 1950 e il 1960 la città, baricentrica rispetto a Torino, Milano, Genova e al centro del triangolo del “miracolo economico”, vide aumentare le sue potenzialità di collegamento fra i centri dello sviluppo industriale;

- la perdita di importanza del nodo ferroviario di Alessandria iniziò a fine anni ’80 dallo Scalo Merci per effetto della nascita dello scalo di Torino Orbassano, qualche anno dopo dello scalo CIM di Novara e per la scelta delle Ferrovie dello Stato di una graduale cessazione del trasporto merci a carro singolo;

- nel 2007 lo scalo di Alessandria Smistamento, pur indicato come uno dei 5 hub (centri) principali per il traffico merci, non vedeva un rilancio del trasporto per mancato sviluppo della logistica, mancata permanenza dei vettori insediatasi nel frattempo ( Railion ) e riduzione dei servizi di manovra

- la decisione presa dalla precedente Amministrazione del Comune di Alessandria (2007/2012) di spostare la destinazione dell’area per la logistica dalla zona Sud di Alessandria a quella Nord di San Michele (peraltro mai iniziata e realizzata) ha ulteriormente compromesso le possibilità di sviluppo della medesima;

- oggi l’enorme area occupata dallo Scalo ferroviario alessandrino risulta utilizzata solo per il 25/30 per cento della sua potenzialità. In particolare la vasta zona che si estende fino a Casalbagliano, attualmente di FS Logistica, è da tempo inutilizzata, mentre la parte dello scalo ancora in uso ha visto una ripresa del traffico da e per il porto di Genova;

- dal 2000 le Regioni hanno la piena responsabilità per quanto riguarda le politiche in materia di servizio ferroviario locale, sono subentrate allo Stato nel ruolo di interlocutore con i diversi concessionari che operano il servizio regionale e dal 2001 hanno avuto trasferite le risorse;

- la perdita di importanza del nodo ferroviario di Alessandria per i passeggeri e la crescente limitazione del servizio, in particolare, nelle medie e lunghe tratte, è una diretta conseguenza della scelta di indirizzare, nei primi dieci anni del nuovo secolo, l' Alta Velocità sulla direttrice Milano-Bologna-Roma;

- nell’estate 2005, per i passeggeri, nella stazione di Alessandria si trovavano ancora treni per: a) Vercelli, Ovada, Castagnole e Alba; b) un discreto numero di treni a lunga/media percorrenza; c) qualche collegamento festivo per le località rivierasche (ad esempio una coppia di treni Domodossola-Albenga e una coppia Biella-La Spezia). Tutti treni che, in seguito, sono stati soppressi;

- risulta di particolare negatività il carente o assente collegamento ferroviario tra le sedi dell’Università tripolare del Piemonte Orientale (Alessandria-Novara-Vercelli);

- negli anni successivi al 2005 non sono diminuiti solo il numero dei treni a media e lunga percorrenza, ma anche la fascia oraria dei collegamenti con le località vicine si è ridotta. Ad esempio mentre nel 2005 arrivava un treno da Torino alle 1.34 e alle 4.08 partiva il primo per Torino e il primo treno per Genova partiva alle 4.52 e l’ultimo treno arrivava 22.38, oggi arriva alle 0.54 un treno da Milano Cle, l’ultimo da Torino alle 23.37, il primo per Torino alle 4.12. Per andare a Genova il primo treno è alle 5.44 da Tortona, altrimenti si devono attendere le 6.31 e l’ultimo treno da Genova arriva 22.29;

- Attualmente uno sviluppo del traffico viaggiatori si è avuto nelle direttrice Torino Genova, con l' inserimento di nuovi treni e un aumento relativo della velocità: tale decisione ha portato ad un incremento dei viaggiatori, in misura tale da far considerare strategico questo collegamento. A tal proposito la paventata e poi rientrata cancellazione dei treni intercity sulla tratta Torino-Genova rappresenta un elemento cui prestare particolare attenzione;

- il D.L. n.78/2010, nel ridurre considerevolmente i trasferimenti statali alle Regioni, ha operato tagli diretti al trasporto pubblico locale e successivi ulteriori tagli si sono avuti nel 2011 per 302 milioni di Euro (-6%) e nel 2012 per 571 milioni di Euro (-11,4%);

- Nel 2015 per i treni passeggeri non esistono più o sono ridotti al minimo i collegamenti diretti con Piacenza, Bologna, Firenze e in generale le località del centro Sud. Inoltre la situazione della direttrice Tirrenica risulta di particolare difficoltà;

- La decisine della precedente Amministrazione Regionale di sopprimere numerose linee locali della ferrovia ha compromesso il servizio in diverse località del nostro territorio e lo ha reso più disagevole soprattutto per i pendolari. Ad esempio, l’ultimo treno da Alessandria per Acqui Terme parte alle 19.43 e per Casale Monferrato alle 19.35. Con tali orari non si può utilizzare il treno per rientrare a casa, non solo se si arriva da fuori provincia, ma nemmeno se si lavora in Alessandria;

- L' aumento del traffico diretto a Milano (passato da 10 a 22 treni giornalieri con incremento verso la Stazione Centrale) e teso ad incentivare l'uso dell' Alta Velocità, deve essere migliorato in termini di velocità e qualità del materiale.

- Attualmente il nodo ferroviario Alessandrino ha strutture e capacità all' altezza della situazione, permettendo in sicurezza il passaggio di oltre 300 treni giornalieri, ma ha perso i collegamenti e i servizi di "qualità " come i treni da e per Parigi e i servizi auto al seguito “Autozug” e “Autoslaap”;

- a livello di Regione Piemonte la nuova Società della ferrovia in fase di costituzione che gestirà il servizio ferroviario nell’area torinese estendendolo ad Asti e a parte del cuneese, in seguito alla scelta di indire le procedure di gara e la frammentazione in lotti del servizio ferroviario del Piemonte, rischia, in una delle tratte maggiormente utilizzate e competitive, di marginalizzare ulteriormente l’Alessandrino. Con - come anche sostenuto dai Sindacati dei trasporti - inevitabili negative ricadute sull’utenza e sui lavoratori del settore;

- la Stazione di Alessandria, sottoposta nell’ultimo decennio alla gestione della Società “Cento Stazioni” che avrebbe dovuto “riqualificarla e valorizzarla”, presenta la maggioranza degli spazi commerciali, che allo scopo sono stati creati, invenduti e ciò contribuisce a rendere l’aspetto generale desolante. Per quanto riguarda i servizi se positiva è stata la realizzazione degli ascensori per l’accesso facilitato ai binari, rimane non risolta la destinazione di adeguati spazi per il parcheggio delle biciclette e delle corriere che determina una condizione di disordine nella zona antistante la Stazione.

 

Tutto ciò premesso:

 

Il Consiglio Comunale di Alessandria impegna il Sindaco e la Giunta ad adottare, entro la prima decade di gennaio 2016, un atto di indirizzo avente come finalità di:

 

- superare l’attuale situazione di ridimensionamento e perdita di ruolo del nodo ferroviario di Alessandria, sia per quanto riguarda i passeggeri che le merci e utilizzare al meglio le potenzialità delle strutture alessandrine;

- aprire una fase di confronto con la Regione Piemonte e l’Assessorato ai Trasporti volto, per quanto riguarda il servizio dei passeggeri a: a) evitare che l’assegnazione in lotti della costituenda nuova Società regionale delle Ferrovie marginalizzi ulteriormente l’Alessandrino, ma, al contrario, si determinino le condizioni affinché aumenti il servizio, anche passando dalla gomma al ferro una serie di collegamenti interni al nuovo ambito provinciale; b) ripristinare adeguati collegamenti tra le tre sedi dell’Università del Piemonte Orientale UPO; c) ripristinare il servizio viaggiatori da e per Ovada, attualmente già in funzione per il traffico merci, nonché un confronto sulle linee locali chiuse e le fermate soppresse per il servizio viaggiatori;

- per quanto riguarda il servizio delle merci, in rapporto con la Regione Liguria, la Provincia di Savona e l’Autorità Portuale della stessa, determinare le condizioni per un maggiore utilizzo dello Scalo di Alessandria dando risposte alle necessità che si stanno prospettando con l’ampliamento del porto di Vado Ligure e, in particolare, operando affinché sia mantenuta in efficienza e opportunamente adeguata la tratta Savona-Alessandria;

- avviare un confronto, insieme alla regione Piemonte, con il Governo, il Ministero dei Trasporti e la Società Trenitalia per ripristinare più adeguati collegamenti nelle tratte medie e lunghe attraverso: a) un collegamento passeggeri di Alessandria con Milano che abbia, nei due sensi, una durata inferiore ai 60 minuti, come avviene per i collegamenti con Torino e Genova; b) il ripristino, con del materiale ferroviario adeguato, di un collegamento passeggeri Torino-Alessandria-Piacenza-Bologna, in grado di immettersi nei nodi di Piacenza e/o Bologna con l’Alta Velocità, permettendo così, come era possibile in precedenza, di raggiungere la Capitale e poter rientrare in giornata;

- proporre un bilancio dell’attuale situazione della Stazione di Alessandria alle Società “Trenitalia” e “Cento Stazioni” volto, con Trenitalia, a trovare soluzioni adeguate e da definire in tempi certi, per i parcheggi di biciclette, auto e corriere al fine di meglio regolare e rendere fruibile agli utenti la zona antistante e, con Cento Stazioni, indirizzato a rivedere un assetto che ha reso deserto, privo di servizi, e poco attrattivo lo spazio interno della Stazione.

 

Renzo PENNA, Daniele COLORIS

 

12/11/2015 13:33:11
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