É di ieri la notizia che, alla presenza del presidente della Regione Chiamparino, è stato firmato un accordo tra il Porto di Savona e la società SITO[1] che gestisce l’interporto di Torino Orbassano.
Il Presidente Chiamparino ha puntualizzato che occorre potenziare i collegamenti ferroviari fra la Liguria e gli interporti piemontesi.
​Come già faceva rilevare l’autore dell’articolo comparso giovedì 11/11 sull’edizione locale de La Stampa, la via ferroviaria migliore per i treni merci da Savona per il nord  non passa da Torino ma da Alessandria.
I treni merci provenienti da Savona e diretti al nord, arrivati a San Giuseppe di Cairo, possono proseguire verso Ceva e Torino o verso Alessandria. Il tratto da San Giuseppe a Ceva è a semplice binario cosi come la linea per Alessandria fino alla stazione di Cantalupo. Sul tratto  San Giuseppe Ceva  le pendenze sono molto elevate in entrambi i sensi penalizzando la capacità di trainare delle locomotive  dimezzata rispetto alla linea per Alessandria[2]; inoltre in ragione delle distanze fra le stazioni la potenzialità della linea è inferiore sul tratto San Giuseppe-Ceva. Inoltre, sempre su quel tratto,  si trovano 4 gallerie di lunghezza superiore a un chilometro di cui una lunga quasi tre km e una oltre quattro km, mentre quelle sul tratto da San Giuseppe ad Acqui Terme sono inferiori al km. Quest’ultima differenza fra le caratteristiche delle linee, verrebbe a creare notevole diversità di costi  per adeguare la linea al passaggio dei contenitori più grandi.
Forse già ora potrebbe essere più conveniente per i treni fra Torino a Savona passare per Alessandria.
Comprendiamo che il Presidente della Regione, essendo di Moncalieri, sia inconsciamente portato a giudicare più favorevolmente le soluzioni che interessano la realtà torinese che conosce meglio.
Se prima di fare le scelte nel chiuso delle stanze dei palazzi si provasse a rendere pubbliche le proposte coinvolgendo nella discussione anche le realtà periferiche si potrebbe arrivare a capire che, per i treni da Savona per tutto il nord, la via migliore passa per Alessandria. E che forse un interporto con l’obiettivo di “trattare” le merci destinate a Lombardia, Emilia e Triveneto potrebbe avere più prospettive ad Alessandria che a Torino?
La realtà è frattale, non solo le capitali ma  anche i capoluoghi (e via via scendendo) tendono a drenare risorse dalle periferie favorendo il centro, come la storia ci insegna. Se si vuole arginare questa tendenza, quando si hanno buone ragioni, non si dovrebbe andare a chiedere “con il cappello in mano”.