Si è dimesso il vecchio Consiglio di Amministrazione di
Ferrovie dello Stato per contrasti con il Governo sulle modalità della
privatizzazione del gruppo FS. I giornali
riferiscono che il presidente delle Fs, Marcello Messori proponeva un piano
“spezzatino” che prevedeva di iniziare a vendere il patrimonio e una serie di
società controllate. Successivamente suddividere Trenitalia, scorporare RFI e
quindi mettere in vendita la Holding FS
con proventi totali per lo Stato di 10-11 miliardi. L’amministratore delegato
Michele Elia seguendo, secondo i giornali, i desiderata del governo proponeva
di mettere rapidamente in vendita il
40 per cento delle azioni della holding Fs il che porterebbe nelle casse dello
stato circa 4 miliardi.
Sono in linea di principio contrario alle privatizzazioni di
tutte le società che gestiscono servizi pubblici. Credo che nulla impedisca ad
aziende pubbliche ben amministrate, di essere altrettanto efficienti di aziende
private che rispettano allo stesso modo le leggi e le normative specifiche e
con l’ottica di rendere il miglior servizio possibile ai cittadini che
utilizzano i servizi, compatibilmente con le risorse disponibili.
Non intendo valutare le due diverse proposte e i vari
espedienti societari ma cercare di immaginare alcuni effetti prevedibili delle
proposte.
Secondo i giornali il professor Messori faceva una serie di
proposte fra le quali:
§
vendere il patrimonio immobiliare
A parte la crisi del mercato immobiliare e al fatto che i
terreni adiacenti alle ferrovie sono soggetti ai vincoli del DPR 753/80,
occorre considerare che se dovessero esserci esigenze future di modifiche o
ampliamenti degli impianti ferroviari le aree cedute non saranno mai più disponibili per esigenze di
interesse generale. Inoltre chi si insedia vicino agli impianti ferroviari
chiede, ad esempio, che vengano rispettate le norme sull’inquinamento acustico causato
dalle locomotive in sosta, intentando cause alle FS. Prima di vendere in modo
affrettato, un buon amministratore, valuta se conviene disfarsi di un bene che
un domani può essere utile/indispensabile ed evita di avere vicino ai propri
impianti una fonte di problemi.
§
vendere le linee di distribuzione elettrica di
proprietà di RFI (servono ad alimentare le sottostazioni, da non confondere con
quelle da cui captano la corrente le locomotive)
Le FS avevano, prima della nazionalizzazione dell’energia
elettrica, la proprietà di centrali idroelettriche, geotermiche e una propria
rete di distribuzione per alimentare le linee elettrificate. Le centrali sono
state cedute gratuitamente all’ENEL in cambio del diritto perpetuo
all’approvvigionamento di energia elettrica a costi equivalenti a quelli di un
autoproduttore (questo regime tariffario
è stato cancellato dall’attuale governo) La rete di proprietà FS è di circa
7 500 km
il cui valore è stato stabilito dall’Autorità per l’energia in 674 milioni di
euro. Tralasciando valutazioni di ordine economico, la scelta di vendere le
linee di distribuzione di energia non dovrebbe creare particolari problemi.
§
vendere la rete di telecomunicazioni
da sempre le FS hanno avuto proprie linee per le
comunicazioni inizialmente telegrafiche (era possibile anche per i privati
inviare telegrammi dalle stazioni). Attualmente tutte le località della rete FS
e particolari punti lungo i binari sono collegati con linee per
telecomunicazioni con cavi in rame, sulle linee principali anche con cavi in fibre
ottiche ed una rete di telefonia mobile GSM-R (dove “R” sta per “Railway”, ferrovia; rete interconnessa con le
analoghe reti europee, un sistema proprietario che trasmette sulla banda di
frequenze nella gamma dei 900 MHz riservata in Europa alle attività ferroviarie).
Sulle linee viaggiano non solo dati relativi alla gestione aziendale ma
sopratutto informazioni fondamentali relative alla circolazione in tempo reale
dei treni, comandi per la gestione a distanza delle stazioni e delle
sottostazioni elettriche. Sulla rete GSM-R viaggiano oltre alle comunicazioni
fra i vari agenti interessati alla sicurezza della circolazione dei treni anche
le chiamate di emergenza. Sulle linee ad alta velocità gli ordini che consentono al treno di
viaggiare vengono continuamente trasmesse dal posto di comando tramite rete a
fibre ottiche fino alle antenne GSM-R da cui le informazioni passano al treno
in marcia. Penso che nessuna persona dotata di buon senso potrebbe pensare a
forzare lo sfruttamento commerciale di una rete di telecomunicazioni con queste
caratteristiche; anzi l’Agenzia Nazionale
per la Sicurezza
delle Ferrovie dovrebbe occuparsi di eventuali interferenze. Non è nemmeno
possibile uno sfruttamento commerciale delle capacità residue del sistema GSM-R
(ad esempio alcuni gestori di telefonia mobile in base ad accordi reciproci con
FS utilizzano il GSM-R per i collegamenti all’interno delle gallerie) in quanto la concessione alle FS per gestire
la rete è stata data a titolo gratuito ma con il divieto di realizzare
profitti.
§
vendita
del diritto a gestire gli spazi commerciali presenti nelle stazioni.
già attualmente le principali stazioni ferroviarie sono
gestite da Grandi Stazioni e un altro centinaio (fra cui Alessandria) sono
gestite da Cento Stazioni. Le società partecipate da privati devono realizzare
utili per distribuire dividendi, gli interessi dei viaggiatori vengono dopo. Il
risultato non può che essere utilizzare gli spazi più appetibili per le
attività commerciali in grado di pagare di più invece che per servizi utili ai
viaggiatori.
Se passate nelle stazioni di Genova potete vedere
viaggiatori scendere le scale trascinando valigioni per scendere nel sottopasso
per informarsi da che binario parte il treno in coincidenza, salvo scoprire che
parte dal marciapiede su cui già si trovavano; utilizzare i monitor che già ci
sono per dare informazioni ai viaggiatori anziché trasmettere pubblicità
danneggia il business.
Anni fa nelle stazioni esistevano le fontanelle dell’acqua
potabile, sono state eliminate; non si può più dissetarsi o rinfrescarsi ad una
fontanella, occorre comprare l’acqua al bar o presso i distributori automatici aumentando
il giro di affari! Tutto è in funzione del profitto; in alcune grandi stazioni
esistono solo più servizi igienici a pagamento.
§
trasformare Trenitalia in una subholding
con tre controllate (Alta velocità e treni sul mercato; trasporto locale e
sovvenzionato; trasporto merci).
le organizzazioni, come gli organismi, sottoposti a
pressioni/stimoli esterni, evolvono in direzioni obbligate. Per perseguire il
profitto a Trenitalia non resterà che concentrarsi sull’alta velocità e alcuni
settori del traffico merci (in cui però sembrano più efficienti le imprese
ferroviarie private). Il trasporto locale verrà a poco a poco affidato a
società miste con le regioni (esempio Trenord e la newco Trenitalia-GTT) soluzione
che sembra molto gradita dai politici regionali. Alla progressiva
frammentazione organizzativa corrisponderà quella del percorso dei treni, con
il progressivo degrado del livello del servizio che già stiamo sperimentando.
Il governo ha prontamente nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione
che certamente proseguirà sulla via delle privatizzazioni; con la speranza che
qualcuno si ricordi anche della “golden share” visto che nessuno dimentica lo “spoils
system”.
Un augurio di buon lavoro al nuovo CdA FS? Non mi sembra il
caso visto che comunque proseguirà su una strada sbagliata.