Un chiaro invito all'Ing. Profumo a rimettere il mandato...
Lettera aperta al prof. Profumo
Chiarissimo professore,
pur riconoscendoLe doverosamente i meriti accademici che, ci teniamo a
dichiarare, rispettiamo e ne riconosciamo il valore come lustro per
l’intera nostra città, ci vediamo costretti a invitarLa a rimettere alla Città
di Torino il mandato di rappresentarla nel Consiglio della Compagnia di San
Paolo.
Pur nella convinzione che Ella adempia ai suoi doveri con pieno spirito di
servizio, come ha avuto modo di dimostrare in altre occasioni, non possiamo non
illustraLe le ragioni di fondo che motivano questo nostro invito.
Ella ha ricevuto il mandato da un’amministrazione prossima alla scadenza e
che non si è più vista rinnovare la fiducia della cittadinanza.
L’interesse del Comitato Acqua Pubblica Torino, parte torinese del Forum
Italiano che ha promosso (e vinto) i due referenda del 2011 contro la
privatizzazione dell’acqua, a inviarle questa lettera aperta, si colloca sul
solco di una valutazione profondamente critica dell’idoneità delle società
multiservizi, aperte al capitale privato, a gestire i servizi pubblici locali
nel rispetto della volontà popolare, peraltro espressasi nel pieno rispetto
della Costituzione.
Non a caso subito dopo i referenda, il Comitato Acqua Pubblica Torino
chiese pubblicamente le dimissioni dell’allora presidente IREN dott. Roberto
Bazzano.
Componente rilevante della proprietà di IREN è proprio quella istituzione
bancaria di cui uno dei principali azionisti di controllo è la Compagnia che
Ella è stata chiamata a presiedere.
Quanto illustrato è per chiarire che questa lettera aperta non nasce da un
giudizio sulla Sua persona, ma da un severo giudizio sulla scelta politica e
culturale sottostante la Sua nomina.
Una scelta basata sull’assunto ideologico dell’inseparabilità dell’acqua
dal mercato e, conseguentemente, dell’imprescindibilità delle società
commerciali con fine di lucro come uniche forme di gestione del servizio.
La sua designazione è stata imposta nei suoi tempi dallo statuto della
Compagnia: un soggetto privato come ci insegna la nostra Corte
Costituzionale. Anche questo ci inquieta, uno statuto di un soggetto privato
viene, di fatto, sovraordinato all’autonomia di un Comune, che è, in base alla
Costituzione, un’articolazione della nostra Repubblica.
Auspichiamo pertanto che Ella abbia modo di valutare queste considerazioni,
provenienti da cittadini impegnati nella difesa di un Bene Comune e non nello
specifico agone dei partiti, e, rimettendo il mandato, dare prova di quella,
oggi rara, sensibilità democratica e istituzionale che Le aggiungerebbe lustro.
Con sincera stima.
Il Comitato Acqua Pubblica Torino ...
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