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Scuola e Università
Docenti "a chiamata "
Elvio Bombonato

Condivido pienamente le allarmate preoccupazioni espresse dai Sindacati scuola di Alessandria nel loro Comunicato unanime del 22/7/2016, in cui illustrano i pericoli insiti nella chiamata diretta dei docenti da parte dei presidi, sia per l’incontrollabile discrezionalità,  sia per la valanga di ricorsi e controricorsi da cui saranno colpiti dai docenti che si riterranno danneggiati.   Citano anche il business delle Agenzie formative che rilasciano attestati di specializzazioni più disparate.

Provo a prevedere quello che potrebbe succedere.  Nelle regioni ad alta densità mafiosa i docenti saranno scelti dai capimafia.  Un tempo, anche se analfabeta, il capomafia con un figlio studioso,  gli faceva frequentare giurisprudenza, e qualcuno riusciva anche ad arrivare in alto, diciamo fino alla Cassazione.  Oggi anche le figlie femmine si laureano: lettere, matematica, lingue, biologia ecc.  La capacità di persuasione “materiale” di questi padri è sempre vincente.

Nel Centro e nel Nord (ove la mafia è sempre più presente), spesso, i presidi (essendo la valutazione dei curricoli soggettiva e conforme al piano educativo triennale, che peraltro deve ancora essere approvato o aggiornato) assumeranno parenti, figli di amici o di autorità cui non puoi dire di no:  un preside esperto e serio sa che la manutenzione della propria scuola dipende dai buoni rapporti con gli Enti Locali.  Se la segnalazione  viene dalla segretaria (che comanda il bilancio della scuola) ne deve tenere conto;  gli istituti in cui tra segreteria e presidenza è in corso un conflitto grave, vanno in malora in breve tempo.

Inoltre, quali qualità, almeno virtuali, dovrà possedere il neoassunto ?

 Tenere la disciplina e l’educazione in classe; conoscere la materia e saperla trasmettere agli alunni; impedire loro di andare in bagno a fare di tutto tranne quello che l’uso del locale richiede; saper adattare il programma alla classe, che ogni anno è diversa;  preparare le lezioni, assegnare e correggere i compiti, interrogare; dare voti alti o dare voti bassi; calmare il genitore attaccabrighe; far diventare ragionevole quello supponente; convincere gli alunni a non usare i loro aggeggi tecnologici durante le lezioni; appassionare allo studio e insegnarne il metodo;  offrirsi di far parte degli organi collegiali: assecondare i desideri del preside e della segretaria;  rispettare la regola d’oro non scritta vigente nelle scuole superiori: fare il proprio lavoro senza mettere il becco in quello altrui; tenere corsi di recupero pomeridiani gratuiti, convincendo la Benemerita a portare la scuola gli allievi riottosi, quasi tutti; mettersi in mostra, stare nell’ombra; organizzare i famigerati stage; spacciare per proprio il lavoro di un collega timido o educato; spiegare le letterature avvalendosi soprattutto dell’analisi del testo; compilare bene le programmazioni e le relazioni (vedi i libri di Domenico Starnone o gli articoli del filologo Claudio Giunta sulla scuola sempre più burocratizzata, ove la forma conta più della sostanza).

I Ministri della P.I. docenti universitari (mi perdoni  il mio venerato linguista Tullio De Mauro), sono stati deleteri, perché non conoscono la scuola; l’università è un’altra cosa.  Il Ministro più adatto è un preside, bravo e consapevole, con almeno 30 anni di servizio, che abbia attraversato, da docente o da dirigente, tutti gli ordini di scuola : la materna è diversa dalle elementari, a loro volta le medie, le superiori sono divise anche al loro interno: i danni che un preside superbo e convinto proveniente dall’ordine tecnico/professionale può fare in un istituto umanistico, e viceversa, sono inimmaginabili, perché non capisce dov’é.   Per non parlare degli Istituti comprensivi in verticale, che contengono i diversi ordini di scuole.  I presidi seri, titolari di più scuole in luoghi diversi, situazione per eccellenza alessandrina, trascorrono la loro giornata in auto col telefono viva voce.

La scuola italiana è una realtà complicatissima, sommersa da decine di migliaia di leggi, decreti,  circolari, accumulatesi dai tempi di Napoleone ad oggi e quasi mai cancellate: dove tocchi  quasi sempre sbagli.

                                                                                                                 ELVIO BOMBONATO

 

  

24/07/2016 19:10:19
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