“Come viaggiare con un salmone” è il secondo libro postumo di Umberto Eco, nonché il secondo libro pubblicato della Casa Editrice “La Nave di Teseo”. Il libro è composto di quarantacinque brevi testi, scritti fra il 1975 e il 2014. Si tratta di istruzioni: a volte scritte proprio a elenco numerato come quelle dei mobilifici o dei moderni ricettarî per cucina, a volte discorsive come il riassunto di un argomento di scuola, a volte sottoforma di piccolo racconto come un aneddoto inserito in una lettura magistrale. Le istruzioni riguardano i piú disparati casi che possano occorrere nella vita quotidiana. Uno fra tutti, il viaggio in compagnia d’un salmone che fornisce il titolo alla raccolta; ma in fondo al presente articoletto vorrei riportare tutti i titoli: sia per dare un’idea della enorme varietà di temi, sia perché molti di questi titoli sono spassosi già per loro conto, sia per regalare un’oncia di quella che Umberto Eco avrebbe chiamato “la vertigine della lista”.

         Il volume conta duecentotto pagine ed è uscito in libreria nel febbraio del duemilasedici a dieci Euro. La novità del sta nell’ordine fornito ai diversi testi, che invece erano tutti già stati pubblicati – alcuni anche in volume –. è molto gustoso concedersi (come faceva Sant’Agostino con la Bibbia, e Petrarca con le “Confessioni” di Sant’Agostino) di aprire a caso la raccolta: certi che ne ricaveremo un’istruzione puntuale, anche se magari sarà difficile capire quando e come applicarla – a meno che non ci troviamo in effetti a soggiornare in quel di Londra in compagnia di un pescione affumicato –; ma forse è ancor piú spassoso leggere il libro dall’inizio alla fine, affidandosi all’alternarsi di tematiche disparate: e tanta è la precisione al dettaglio dell’istruzione quotidiana che si ha come l’impressione di ammirare la miniatura di uno sfavillante e strepitoso spettacolo pirotecnico eseguita nel chiuso di un monastero certosino.

         Il testo su “come viaggiare con un salmone” è messo in nona posizione nella raccolta cui fornisce il titolo: perché dunque scegliere come eponimo un pezzo che non abbia posizione eminente né apparente centralità tematica – considerando poi per esempio che il libro si chiude con un testo su “come fare filosofia in casa”, che sembrerebbe forse piú indicato a battezzare una raccolta di pensieri sul quotidiano come questa –. Naturalmente, io non mi sono esentato dal darmi una risposta, né mi esento dallo scriverla qui: e mi si perdoni se la risposta è banale. La risposta secondo me la dà sempre l’esperienza di lettura, condizionata dall’aspettativa del lettore. Se si legge il titolo “Come viaggiare con un salmone”, si è in diritto di pensare a qualcuno che trasporti un pesce morto e magari affumicato ma anche di pensare a qualcuno che nuoti in compagnia del pesce vivo o che comunque lo segua lungo la riva; nella fattispecie, la prima interpretazione è quella corretta: ma la seconda rimane nella memoria magari involontaria, e fornisce risposta ai quesiti sul libro. Sarà una notazione appunto banale, ma il salmone è famoso perché risale la corrente; anche la copertina del volume rappresenta un pesce (apparentemente vivo e vegeto) con la testa rivolta a sinistra e la coda a destra, e dunque in viaggio nel senso opposto a quello in cui la nostra Civiltà ci ha insegnato a procedere – dalla scrittura in avanti –. Da diverso tempo, Umberto Eco teorizzava il “passo di gambero”: la Società che ripercorre i suoi passi, l’Uomo che progredisce nel regredire; di questo spero di poter parlare ancora e piú diffusamente su queste pagine digitali. Intanto, basti la suggestione: “come viaggiare con un salmone” significa anche ‘come risaliamo la corrente’. Ma in primo luogo significa pur sempre ‘come soggiornare in un albergo londinese col salmone affumicato acquistato a Stoccolma senza che questo vada a male’. E di questo parla l’intero volume: è come una Bibbia o un libro di “confessioni” sul quotidiano, sulle minuscole e minime cose che impegnano il nostro pensiero ben piú dei grandi e massimi ragionari sull’Assoluto. Sono, per una volta, istruzioni semiotiche: che richiedono un’opera d’interpretazione non da poco; ma che in realtà parlano di come risolvere piccoli problemi quotidiani, che magari non ci eravamo mai accorti di aver incontrato ma che nelle loro declinazioni sono i nostri compagni di vita e di viaggio.

         “Come fare l’indiano”, “Come presentare un catalogo d’arte”, “Come organizzare una biblioteca pubblica”, “Come fare le vacanze intelligenti”, “Come sostituire una patente rubata”, “Come seguire le istruzioni”, “Come evitare malattie contagiose”, “Come viaggiare con un salmone”, “Come fare un inventario”, “Come comperare gadget”, “Come diventare un cavaliere di Malta”, “Come mangiare in aereo”, “Come parlare degli animali”, “Come scrivere un’introduzione”, “Come presentare in TV”, “Come usare la cuccuma maledetta”, “Come impiegare il tempo”, “Come usare il tassista”, “Come smentire una smentita”, “Come cestinare i telegrammi”, “Come inizia, come finisce”, “Come non saper l’ora”, “Come passare la dogana”, “Come non usare il fax”, Come reagire ai volti noti”, “Come riconoscere un film porno”, “Come mangiare il gelato”, “Come non dire “esatto””, “Come guardarsi dalle vedove”, “Come non parlare di calcio”, “Come giustificare una biblioteca privata”, “Come non usare il telefonino cellulare”, “Come viaggiare sui treni americani”, “Come scegliere un mestiere redditizio”, “Come mettere i puntini di sospensione”, “Come diventare popolari”, “Come apparire anche se non si è nessuno” “Come punire chi pratica lo spam”, “Come usare il web cercando di ricordarsi qualcosa”, “Come evitare di cadere nei complotti”, “Come non dimenticare i pedofili”, “Come evitare il carnevale vivendo ogni giorno”, “Come sopravvivere al caos dei media”, “Come provare e riprovare con dignità”, “Come fare filosofia in casa”. Buona lettura!