Negli ultimi giorni di Ottobre pesanti guai giudiziari sono
piombati (inaspettati?) sul Terzo Valico in costruzione e sui “massimi
sistemi”che presiedono agli appalti milionari
che insistono su circa sette miliardi di euro finora previsti per il
compimento dell’opera.
Per infelice caso, il botto politico-mediatico è risuonato
per monti e per valli mentre ad Alessandria si doveva discutere, in una arena
appositamente predisposta, della suddivisione
del “bonus” di 60 milioni di euro, messo gentilmente a disposizione
degli 11 Comuni coinvolti dal nuovo
percorso ferroviario, per “opere compensative”, di varia natura,. Sorta di
risarcimento per il disturbo arrecato dai lavori pluriennali di messa in opera,
cave di deposito comprese del famoso “smarino”. Soggetto erogatore, il Consorzio di imprese, o “general contractor”,
che per conto di FS tiene le fila tecniche e finanziarie della “grande opera” e che sarebbe disposto, secondo autorevoli indiscrezioni, a
raggiungere i 70 milioni (140 miliardi di inebrianti lirette d’una volta).
Le due circostanze, contemporanee e conflittuali, hanno
suscitato – con appena qualche scintilla ravvicinata - l’ennesimo duello a
distanza tra sostenitori e
oppositori del Terzo Valico , conclusosi
però con un sostanziale pareggio. Nel senso che gli “oppositori” hanno avuto il
destro di poter proclamare a gran voce che la “grande voracità” (con la quale
avevano da tempo battezzato la “grande velocità”) si stava clamorosamente
squadernando sotto gli occhi attoniti (?) del Paese. E si vociferava perfino di
fermare i lavori e sospendere i cantieri in segno di adeguata risposta ai dati
di cronaca (v. La Stampa del 30.10): risposta temporanea in attesa di un riesame finalistico del progetto e
delle condizioni attuative del medesimo.
I “favorevoli” – per lo più politici di vario grado e
amministratori locali attenti alle “ricadute” sul territorio – hanno subito
fatto quadrato attorno ai lavori in corso, e programmati oltre la fase
esplorativa, sostenendo che l’attenzione giudiziaria nella quale era incappato
il Valico poteva e doveva proseguire senza apparente necessità – a parte le
cautele aggiuntive disposte dalla committenza in tema di appalti e relativa
sorveglianza interna – di interferire pesantemente con la prosecuzione dei
lavori. Specie ora che la “grande talpa” si accingeva ad affrontare il tunnel
di base. Alias: si perseguano i reati,
le inchieste facciano doverosamente il loro corso, ma non si compromettano i
lavori (e “il lavoro”, che ha già problemi per conto suo con l’attivazione del campo-base).
Insomma, un momento di tensione e poi, calcisticamente,
palla al centro e si continua la partita.
Una considerazione per chiudere. Opere di questo
tipo/entità, se partono non si fermano più, quali che siano le traversie
incontrate per strada. Anche se i
“solidi presupposti” e i “fini indiscutibili”, che le hanno tenute a festoso
battesimo, si rivelano via via fragili o
superati. Gli interessi che si sono coalizzati hanno, di solito, risorse e pazienza
per tener duro ad oltranza. E’ vero che il Belpaese è adorno di lavori
incompiuti, specie ospedali, ma quando la taglia dell’opera è veramente
imponente, in senso economico, tecnico e politico, finisce di valere ciò che
funziona per le imprese di rango elevato: too big to fail, troppo grandi
per fallire, onde sovviene comunque il pubblico interesse e l’ultima istanza
statale.
Piccola ma non insignificante controprova: il Terzo
Valico da tre anni procede lentamente di
lotto in lotto, di scavo in scavo e, perché no? di polemica in polemica. Il
“marchio” è ben presente a tutti ma la finalità vera e definitiva dell’Opera,
sotto il profilo strategico e funzionale, conosce varianti di tempo in tempo.
Dall’alta velocità (passeggeri) all’alta capacità (merci), dalla logistica di
“corridoio europeo” alla valenza prevalentemente retroportuale (dry port).
Parrebbe un handicap , ma, a dispetto delle perplessità che si parano innanzi,
e mutuando il linguaggio delle scene, lo spettacolo deve continuare!
Infatti.
Nelle prossime settimane conosceremo quali (e come) saranno
le richieste degli 11 Comuni approvate (Novi, tanto per dire, otterrà
probabilmente la Circonvallazione Ovest o Tangenzialina; Alessandria si aggrapperà forse allo
storico”smistamento”, etc.) e si potrà tornare sul tema Valico e dintorni.
Inesauribile.