Il "dopo Referendum" secondo il Comitato per la Difesa e l'Attuazione della Costituzione
Dal referendum un
messaggio forte e chiaro: mai più riforme ampie e non condivise
Mercoledì 7 dicembre il Comitato per la difesa e l’attuazione della
Costituzione si è ritrovato per la prima volta dopo il referendum
costituzionale per tracciare un bilancio del proprio lavoro e condividere gli
indirizzi della sua azione futura. Il Comitato ha quindi approvato la seguente
dichiarazione che desidera far arrivare a tutta la cittadinanza attraverso i
mezzi di stampa. Nella riunione i presenti hanno chiesto al prof. Renato
Balduzzi, autosospesosi dalla carica di presidente fin dal giugno 2015 per i
doveri di astensione dalla campagna referendaria connessi alla sua attuale
funzione pubblica, di riassumere la presidenza del Comitato. Il prof. Balduzzi,
ringraziando per aver rispettato la sua scelta, ha accolto la richiesta,
auspicando che il Comitato prosegua la propria azione culturale sul territorio.
Ecco il testo della dichiarazione approvata.
In questi mesi la nostra opera
di cittadini aderenti al Comitato per la difesa e l’attuazione della
Costituzione della provincia di Alessandria si è svolta soprattutto nelle piazze, con i nostri banchetti, e
nei luoghi della città dove abbiamo promosso conferenze e dibattiti. Offline e
tra la gente, direbbe forse qualche “guru”.
Ora, dopo il risultato del referendum, desideriamo far giungere a tutti
un grazie e un messaggio chiaro di auspicio e di impegno.
Anzitutto, un grazie di cuore alle
tante persone che hanno condiviso il
nostro impegno per la Costituzione: gli instancabili volontari, i numerosi
partecipanti alle nostre iniziative, gli elettori che hanno compiuto il proprio
dovere civico lo scorso 4 dicembre.
Il nostro Comitato ha mosso i
primi passi ad Alessandria nel 1994, in risposta all’invito alla mobilitazione
lanciato da Giuseppe Dossetti, e da allora ha tentato di interpretare il
proprio ruolo di “sentinella” in
ogni circostanza nella quale abbia avvertito il rischio di una rottura
costituzionale, il pericolo di una lacerazione dei principi fondamentali sui
quali si regge la convivenza democratica.
Così è stato anche in occasione
dell’ampia e controversa revisione costituzionale respinta con questo
referendum. Abbiamo iniziato a suscitare l’attenzione e la discussione pubblica
intorno al metodo e al merito della riforma più di un anno fa, quando il testo
finale andava ormai delineandosi e quando la (pur lunga) campagna elettorale
doveva ancora partire. La comprensione e
il confronto sono stati la nostra priorità, poi è venuto il momento del rifiuto
aperto e consapevole a un simile, ingiusto e scomposto, intervento sulla carta
fondamentale. Forze limitate,
risorse limitatissime, ma il bilancio
finale ci inorgoglisce: sei eventi pubblici organizzati ad Alessandria con
ospiti di rilievo nazionale, decine di banchetti nelle piazze del centro
cittadino e dei mercati da maggio a dicembre, attenzione costante e
collaborazione attiva alle altre iniziative del NO promosse nel capoluogo e sul
territorio, volantini tradotti in quattro lingue straniere (perché i nuovi
cittadini si sentissero ancor di più tali), campagna elettorale totalmente
autofinanziata.
Nel tempo le persone che hanno
animato il nostro Comitato sono cambiate, anche se non mancano componenti
presenti fin dalla prima ora, come testimoniano gli amici Laura e Giancarlo ai
quali va una riconoscenza speciale. Lo spirito
del nostro impegno è rimasto lo stesso, in particolare la volontà di costruire un
terreno di incontro nel quale si possano riconoscere persone provenienti da
estrazioni culturali differenti, anche eventualmente impegnate in realtà diverse
dal punto di vista dei partiti e degli schieramenti politici. Quando si
intende difendere la Costituzione serve - ne siamo persuasi - una condivisione
dei suoi valori libera da ogni particolarismo: essa, infatti, è, come titolava
un bel volume uscito nel 2006, “la Carta di tutti”. Il referendum è passato,
siamo felici del suo risultato e, come ogni manifestazione della sovranità
popolare, anche quel risultato sarà, nel pluralismo democratico, patrimonio di
tutti. Il nostro auspicio è che, dopo un
segnale così netto proveniente dal voto del 4 dicembre, non si imbocchi più in
futuro la strada di riforme vaste e incisive a colpi di maggioranza e che,
soprattutto, si rifugga la tentazione di addossare alla Costituzione
responsabilità e disfunzioni che sono del sistema politico. Se poi, per
ragioni precise e ben argomentate, si riterrà utile anche la via delle
revisioni costituzionali, queste dovranno essere puntuali e condivise da ampie
maggioranze parlamentari.
Non v’è difesa senza attuazione della Costituzione e crediamo che la
politica dovrebbe, oggi più che mai, fare convintamente propri e darsi
l’obiettivo di attuare, nelle forme e nei modi più adeguati al nostro tempo, i
principi costituzionali: libertà
ed eguaglianza, solidarietà e partecipazione, pieno sviluppo della persona, ad
iniziare dalla possibilità che essa si realizzi e contribuisca al bene comune
attraverso il lavoro. Il referendum ha dimostrato, specialmente alla luce del
voto giovanile, che è questo lo spazio della Politica, assai più che quello
delle regole sul procedimento legislativo o sul riparto di competenze tra Stato
e Regioni. Anche per questi motivi, il
nostro impegno di sentinelle prosegue.
Alessandria, 7 dicembre 2016