I ripetuti naufragi al largo delle coste siciliane e in particolare di
Lampedusa hanno messo in luce che le "carrette" che trasportano
migranti e rifugiati sono solo l'ultimo anello di rotte e esodi complessi.
Geopolitica delle grandi potenze, utopie deluse riemerse in forma patologica e
aspirazione che i figli siano cittadini del mondo concorrono alla grande
tragedia.
Il naufragio in questione è anche quello della coscienza europea, tentata dalle
passioni tristi del risentimento, dell'astio e dalla reazione immunitaria ad
ogni alterità.
Elaborare il lutto, onorare i morti ci porta a vedere come ci siamo
esiliati da una nostra parte viva, che sono gli antenati.
Se da un lato la storia è un “disturbo” in cui si intrecciano terrore
traumatico e dimensione fantasmatica, l'irruzione nel presente di un
perturbante che dal passato continua a interpellarci ci risveglia alla
possibilità di immaginare una riparazione etica e estetica del mondo.
L'invisibilità diventerà visibile se ci aiuteremo tra umani a realizzare una
nuova forma di autoeducazione,. Non vediamo e affrontiamo adeguatamente i
drammi collettivi per carenza, ormai comune, di un pensiero critico, oltre che
di un cuore capace di ascoltare il continuo urlo dei più deboli, dei più
poveri, dei dimenticati.
Scrive Dubosc: “La schiavitù non è scomparsa. C'è la tratta delle
nigeriane in Europa, la schiavitù per debito dei mattonai nel Punjab e quella
dei carbonai nel Mato Grosso, quella delle adolescenti prostitute in Thailandia
e quella forma di servitù domestica estrema che esiste in Mauritania. Per non
parlare delle situazioni " di fatto " come quelle connesse alle
pratiche del caporalato nella raccolta dei pomodori nel sud Italia. O delle
donne e bambini che lavorano nei sweatshops tessili del Bangladesh per le
grandi aziende del “prét-à-porter”. O della manodopera deocalizzata nelle
fabbriche cinesi di componenti elettroniche a basso costo. O delle condizioni
di lavoro nei megamagazzini di certe multinazionali. Molti ipotizzano di far
lavorare "senza salario - su basi volontarie s'intende - i nuovi migranti
in arrivo dal mare, senza troppo distinguere tra desiderio di
partecipazione e di emancipazione, utilità sociale , volontariato e
sfruttamento di lavoro non retribuito. Altrove è stato proposto che al migrante
in arrivo, già spremuto dai trafficanti, venga imposta una tassa d'ingresso. La
cosa più semplice è però rispedirlo nei campi rifugiati esterni alla Fortezza
Europa . "
E potrei continuare ricordando che, per i
mondiali di calcio del 2022 in Qatar, per la grave subalternità economica, secondo
un rapporto Amnesty, già nel 2014 erano morti 400 operai nepalesi, e se ne
prevedono 4000 entro la fine dei lavori.
Questo è quello che sta succedendo intorno a
noi. Per quanto mi riguarda è di questo che sento e vivo la drammaticità.
Perciò, in proposito, la denuncia civile è non solo utile, ma indispensabile
per aprire gli occhi su un mondo sempre meno umano. Io stessa scopro ogni
giorno cose che mi lasciano sconcertata. E chiedono impegno, responsabilità e
consapevolezza da parte di ognuno di noi.
Completa il quadro l'idea di favorire
l'arrivo in Italia dei capitali dei "ricchi" tassandoli
"solo" di 100.000 euro per 10 anni; come se il problema fosse
intascare danaro, invece che fermarci e andare alle origini di un impoverimento
globale e sempre più schiavista.
Se volete proseguire nel vedere la situazione
senza ritorno in cui ci troviamo ecco un documentario con varie interviste a
Noam Chomsky;
Requiem per il sogno americano...e nostro, perché tra il loro e il nostro non esiste
separazione alcuna:
https://www.youtube.com/watch?v=4pyQDvG5Fmg
Fabrice DUBOSC, “APPRODI
E NAUFRAGI. Resistenza culturale e lavoro del lutto. Tracce per una psicologia
post-coloniale, Moretti & Vitali, Bergamo, 2016.