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Dietro la notizia
Sono solo un visionario
Bruno Soro

“Ma di zelo è quasi è quasi sempre meglio averne troppo che troppo poco. Infatti, come disse il filosofo cinese: «L’erudizione è la fonte della saggezza universale: ciò non impedisce che essa a volte sia causa di incomprensioni tra amici».

Carlo M. Cipolla, illustrato da Altan, Le leggi fondamentali della stupidità umana, il Mulino, Bologna 2015

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A volte, navigando sulla rete (la maggior parte delle informazioni riportate più sotto sono tratte, ossia copiate, da Wikipedia), si scoprono cose curiose.

La ferrovia Torino-Genova nacque per volere del Governo sabaudo che ne finanziò interamente la costruzione (Regie Lettere Patenti № 443). I lavori iniziarono il 13 febbraio 1845 per terminare il 18 dicembre 1853 con il completamento del collegamento tra le due città per un totale di 166 chilometri. Per attraversare l'appennino fu costruita la Galleria dei Giovi, lunga 3 254 metri e, all'epoca, la più lunga d'Italia. Il Regno di Sardegna era entrato nella competizione ferroviaria europea in ritardo e conscio dell'importanza della ferrovia decise, dopo molte discussioni, con le Regie Patenti del 13 febbraio 1845, che la Strada Ferrata Torino–Genova dovesse essere costruita a spese dello Stato. L'intera opera (costruita in soli 8 anni) costò 120 milioni, per una lunghezza complessiva di 166 chilometri, con pendenza media del 5,2 per mille. Vennero costruite un totale di 10 gallerie, lunghe complessivamente 7381 metri e 42 tra ponti e viadotti.

La Galleria Genova Principe-Genova Brignole. Il 25 luglio 1872 venne aperta la galleria Traversata, collegando le due principali stazioni genovesi e attuando così il collegamento con la linea diretta a Pisa e Roma che nel frattempo era in via di realizzazione, portando così la sua lunghezza agli attuali 169 chilometri.

La “nuova” galleria di Ronco Scrivia che venne progettata come parte della nuova ferrovia succursale dei Giovi, di cui costituiva l'opera d'arte più importante. I lavori iniziarono nel 1882, e secondo le previsioni si sarebbero dovuti concludere entro due anni; tuttavia il terreno, formato da argille scagliose, causò molti problemi all'impresa costruttrice, con un forte aumento dei tempi e dei costi di costruzione. Nel 1886 l’impresa richiese la consulenza degli ingegneri Giovanni Curioni ed Enrico Copello, i quali consigliarono di adottare metodi di costruzione più adatti alla natura del terreno; la consulenza dei due illustri esperti fu molto contestata in sede politica, e le polemiche furiose che ne seguirono portarono infine al suicidio del Curioni. La linea “succursale” venne infine aperta al traffico il 15 aprile 1889.

La chiamavano “La cammionale”, l’autostrada (che considerarla una autostrada è un eufemismo) che collega Serravalle Scrivia i lavori iniziarono il 6 Ottobre 1932 e terminarono dopo tre anni, il 28 ottobre 1935: un vero primato! Ma la più grande ed impressionante opera, fu senza dubbio l’abbattimento del promontorio di Un classico disegno del Beltrame che illustra i Lavori di sbancamento per la realizzazione del piazzale di Genova (da La Domenica del Corriere, n°11, 12.03.1933). Viabilità San Benigno a Genova, per la realizzazione del piazzale d’ingresso e delle rampe elicoidali, che aprì anche un varco più ampio tra la città antica e Sampierdarena, grazie allo sbancamento di ben 1.100.000 metri cubi di roccia. (…) Per realizzarla servì il faticoso lavoro di ventisettemila operai, ma anche i più moderni ritrovati della tecnologia degli anni Trenta. Un’opera di regime, ma soprattutto un grande investimento commerciale e sociale, che ha cambiato il paesaggio delle Valli Scrivia e Polcevera. [Cfr. La chiamavano “la camionale” di Alessio Schiavi,disponibile a  richiesta in .pdf]

Infine, l'autostrada A26, detta anche autostrada dei trafori, è un'autostrada italiana, che da Voltri, ultima delegazione a ovest di Genova, in Liguria, scorre verso nord, giungendo a Gravellona Toce, in Piemonte. Il tratto Genova Voltri-Alessandria è stato aperto l'11 agosto 1977. L'apertura della prima tratta ha garantito a Genova una connessione comoda e veloce con la zona dell'Ovadese e dell'Alessandrino, fino ad allora connesse alla città tramite l'ex Strada statale 456 del Turchino, dal percorso particolarmente tortuoso, e ha creato un percorso alternativo e migliore tra Milano e il Ponente ligure rispetto all'A7.

Avendo fatto il pendolare su Genova per 53 anni dal 1964 ad oggi, mi chiedo quanti morti a causa dell’amianto abbiano provocato tutti questi valichi. Sostengo, e scrivo da una vita che, stante l’attuale situazione ferroviaria e autostradale, la Liguria, e Genova in particolare, è praticamente isolata (nella linea Torino-Genova, declassata da Trenitalia a tratta di interesse regionale nel totale disinteresse dei politici delle due Regioni interessate, restano ormai solo un paio di Intercity), e che se Genova, Torino e Milano fossero collegati da un sistema di tipo metropolitano, le regioni del Nord Italia (che già si collocano nella fascia di reddito pro capite più elevato in Europa), il “Triangolo industriale” supererebbe in benessere la Grande Londra. Ma mi rendo conto: sono solo un visionario.

16/03/2017 00:59:44
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09.03.2018
Bruno Soro
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08.02.2018
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16.12.2017
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26.11.2017
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