Grandi cambiamenti in corso per la
sanità italiana e quindi ovviamente per la sanità alessandrina.
Anche la Direzione Generale dell’ASL
alessandrina se ne è meritoriamente occupata con un convegno su “Sanità
pubblica un bene prezioso o un insopportabile fardello ?”
Per fortuna si
è convalidata l’idea del bene prezioso. Però qui cominciano le riflessioni.
Il possente progetto di cambiamento
riorganizzativo e ovviamente anche culturale del sistema sanitario delineato
sia a livello nazionale che regionale impone attente riflessioni e, io
credo, un’attenta vigilanza del cittadino e delle Istituzioni.
Il passaggio progressivo dalla
cosiddetta “sanità visibile” con le sue strutture ed i percorsi tutti
ospedalieri classici, possibilmente in ogni città e “quasi equivalenti” per
cui, salvo grandi interventi la risposta era data “vicino a casa” alla
sanità invisibile può essere anche un’opportunità ma anche un grande rischio.
Sulla carta e’ un importante passo
avanti. Percorsi diagnostici personalizzati, cartella clinica on line, visite
prenotate direttamente dal medico di medicina di base, servizi a domicilio non
solo di assistenza ma sanitari, dimissioni protette, per cui subito addirittura
al momento dell’accettazione in ospedale ci si preoccupa di come avverrà la
continuità delle cure post ricovero e cosi via.
Inoltre le riorganizzazioni
territoriali. Ci chiameremo HUB e SPOKE. In pratica come per gli aeroporti.
Ci saranno ospedali centrali in cui
verranno fornite tutte o quasi le specializzazioni ed altri che diventeranno
solo presidi di territorio non a minora qualità di prestazione ma limitati a
funzioni più ambulatoriali e non come si dice nella riforma, di primo livello,
saranno di secondo livello e poi ci sono i servizi di base per le zone
disagiate.
Ovviamente la riforma complessiva è
molto più articolata ma semplifico per cercare di far comprendere l’insieme.
Per il nostro territorio ad esempio sono
previsti 4 distretti che si spartiscono la superficie provinciale con
accorpamenti e differenziazioni di prestazioni. Ciò significa che la logica
dell’ospedale sotto casa finisce perché nei vari distretti ci saranno
prestazioni diversificate e semplificate e non sempre il pronto soccorso di
vicinanza sarà la prima risposta ad un bisogno e ci si dovrà trasferire
altrove.
Ciò comporta l’esigenza di fare capire
bene al cittadino tutto questo per evitare di perdere tempo prezioso ed
imparare ad usare la nuova sanità tenendo anche conto dell’estensione del
nostro territorio ed anche la sua conformazione geografica.
La nuova sanità deve essere spiegata
molto e bene ed anche le associazioni di volontariato, come ad esempio
Cittadinanza Attiva e Tribunale dei diritti del Malato ed altre hanno il
compito di aiutare ad orientarsi insieme ai Sindaci che, come
massimi esponenti locali dei diritti di salute dei cittadini, dovrebbero
promuovere più incontri informativi ed occuparsene meglio e di più.
Insomma la sanità invisibile è in
agguato e pur nata da buone intenzioni rischia di essere un grande disagio se
non la si conosce e non la si sa usare.
(il 16 u.s. su Appunti Alessandrini)