Associazione Città Futura - Logo
Dietro la notizia
Crescita e occupazione: è lenta agonia?
Bruno Soro

«Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia».

Epigramma attribuito ad “Albert Einstein e la crisi”.

 

A seguito della notizia pubblicata nei giorni scorsi sulla crescita del Prodotto interno lordo (PIL) relativo al secondo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso trimestre del 2016 dell’1,5%, dato reso noto dall’Istituto di statistica (ISTAT), si è avuto modo di leggere più di una scemenza, come quella attribuita alla Senatrice Barbara Lezzi[1], la quale avrebbe ricondotto la crescita del PIL al gran caldo del mese di giugno. Al tempo stesso vi è stato chi ha sollevato dubbi sul fatto che, nonostante il «tasso di crescita acquisito per l’anno in corso», vale a dire la percentuale di crescita dell’economia che si avrebbe quand’anche il quarto trimestre facesse registrare una crescita nulla, sia dell’1,2%, l’occupazione non ne avrebbe risentito. Quest’ultima osservazione merita qualche precisazione concettuale unitamente a qualche riferimento di carattere teorico.

Innanzitutto vanno chiariti sia il significato del Prodotto interno lordo, sia come si misura la sua crescita. Gli studenti del primo anno di un corso di Economia apprendono che il flusso del PIL (da non confondere con lo stock della ricchezza), indica il valore dei beni e dei servizi messi a disposizione (ossia prodotti) degli operatori economici (Famiglie, Imprese, Stato, Estero) nel corso di un anno. Per calcolare questo valore l’Istituto di statistica utilizza diversi metodi al fine di controllare la coerenza tra le diverse stime. Il metodo più noto è quello di farsi dare da tutte le imprese, mediante appositi questionari, l’ammontare del cosiddetto Valore Aggiunto (che corrisponde al fatturato venduto al netto del fatturato acquistato per beni e servizi intermedi da altre imprese), che le stesse distribuiscono sotto forma di redditi (da lavoro e altri redditi) a quanti hanno contribuito alla produzione.[2] Va da sé che così misurato il PIL viene a coincidere esattamente con il Reddito complessivamente distribuito dalle imprese, ragion per cui questo concetto non va assolutamente confuso (come molti anche autorevoli commentatori erroneamente fanno) con lo stock della ricchezza (essendo quest’ultimo il valore cumulato del risparmio nel corso del tempo), non più di quanto il reddito annuo di una famiglia non misuri la «ricchezza» (finanziaria e reale) della stessa.

Stando così le cose, anche coloro che utilizzano le stime del PIL dei singoli Paesi quali indicatori della loro «ricchezza» (oppure del loro «benessere») incorrono nell’errore di confondere un flusso con uno stock. Nel caso poi dei confronti internazionali, al fine di evitare un errore di dimensione (confrontando ad esempio il PIL della Svizzera con quello degli Stati Unti) gli economisti ricorrono ad una misura di densità, dividendo il flusso del reddito con lo stock della popolazione. Il valore che si ottiene, denominato «reddito pro capite», esprime la capacità di spesa media (teorica e che non tiene in alcun conto la distribuzione personale del redditi) di un individuo che abiti in quel determinato sistema economico.

Il tasso di crescita del PIL, nel nostro caso il famoso 1,5%, è dato dalla crescita (la variazione) del PIL in rapporto al valore del PIL di un periodo (nel nostro caso il trimestre dell’anno) precedente. Va da sé che essendo il valore del PIL la somma dei Valori Aggiunti settoriali, il tasso di crescita sarà dato dalla media ponderata (in base al peso dei singoli settori) del tasso di crescita di ciascuno di essi. Ben si capisce, quindi, che essendo il peso dell’energia alquanto ridotto sul totale, sostenere che il tasso di crescita dell’1,5% sia da attribuire al caldo del mese di giugno è un’autentica sciocchezza, che manifesta la totale ignoranza dei concetti. Lascio quindi al lettore ogni considerazioni in merito al fatto che la Senatrice Barbara Lezzi venga da taluni accreditata quale possibile Ministro dell’Economia nel caso in cui il M5S dovesse governare il Paese.

Un ultimo accenno al nesso tra il tasso di crescita dell’economia dell’1,5% e la mancanza di riflessi sull’occupazione. Il primo e più importante effetto della lunga crisi sul sistema economico è stato la creazione di un consistente eccesso di capacità produttiva, dal momento che lo scoppio della crisi finanziaria nel 2007 ha comportato una immediata contrazione dei consumi, ragion per cui le imprese hanno reagito con il blocco degli investimenti reali e, laddove è stato possibile, con l’alleggerimento dell’occupazione. Se a ciò si aggiunge che nel frattempo (sono ormai passati dieci anni!) il progresso tecnico, specialmente nella forma di innovazioni incorporate negli investimenti che comportano sostituzione di lavoro con le macchine (robotizzazione) ha contribuito a ‘spiazzare’ lavoro (fenomeno noto come «disoccupazione tecnologica»), si può comprendere come l’occupazione, da un lato reagisca con un certo ritardo rispetto all’aumento della produzione (le imprese debbono prima recuperare l’eccesso della capacità produttiva e in molti casi cercare di reagire alla crisi effettuando investimenti tecnologicamente più avanzati), dall’altro non può che risentire degli effetti indotti dall’introduzione di nuovi macchinari tecnologicamente più avanzati. Tutto ciò fa sì che gli economisti (o quanto meno una parte di essi) considerino l’occupazione come endogena, vale a dire dipendente dalla crescita dell’economia (e non viceversa). 

Se si accoglie la teoria economica che assume la crescita della produttività del lavoro dipenda (almeno in parte) dalla crescita dell’economia (e non viceversa) si può dimostrare che al fine di contrastare il fenomeno della disoccupazione tecnologica occorre che la produzione cresca ad un tasso minimo al di sotto del quale non solo la crescita non assorbirà nuova occupazione, ma creerà disoccupazione quale conseguenza dell’introduzione di macchine risparmiatrici di lavoro. Quale che sia il valore di questo tasso di crescita minimo, anche considerando che l’economia italiana è il fanalino di coda dell’Unione Europea, vi è ragione per credere che esso sia superiore al tasso di crescita acquisito per il 2017 dell’1,2%. Con buona pace di chi canta vittoria, ma anche di coloro che imputano la responsabilità della mancata crescita occupazionale al Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il quale per (nostra) fortuna ‘economista’ lo è per davvero.     

La Salle, 20 agosto 2017



[1] La Senatrice Barbara Lezzi, si legge sul sito https://rousseau.movimento5stelle.it/candidati/barbara_lezzi.html si è diplomata presso l'istituto tecnico Deledda per periti aziendali e corrispondenti in lingue estere nel 1991, e in quanto membro permanente della Commissione al Bilancio del Senato è stata accreditata da qualche organo di stampa come ‘economista’ del M5S. Ora, poiché per i parcheggiatori romani un titolo da ‘dottore’ non si nega a nessuno, sarà il caso di precisare che, a differenza delle professioni di avvocato, ingegnere, architetto, per le quali è previsto un albo professionale, non essendovi un ordine degli ‘economisti’, la condizione minima per potersi fregiare di questo titolo è di avere ottenuto un dottorato di ricerca in una delle discipline economiche.

[2] Alternativamente, l’Istituto di statistica può assemblare il valore aggiunto delle imprese a seconda del settore di attività facendo riferimento, ad esempio, alla tradizionale tripartizione settoriale dell’Agricoltura, dell’Industria e dei Servizi). Un terzo metodo consiste nello scorporare dal fatturato totale (di tutte le imprese) il valore dei beni intermedi, ottenendo per differenza il valore dei soli beni finali, siano essi stati acquistati (e conseguentemente venduti) dagli operatori economici oppure trattenuti come variazione delle scorte.    

21/08/2017 14:51:37
comments powered by Disqus
09.03.2018
Bruno Soro
(…) «Le cose che a noi parvero tanto splendide e giuste sapranno dimostrarcele, loro, insensate e fruste, variando cose identiche senza troppe fatiche, come dicemmo in altra guisa noi parole antiche». Dalla poesia I nemici, di Costantino Kavafis Poesie nascoste, Mondadori Editore, Milano 1974 ...
 
08.02.2018
Bruno Soro
“Alcuni hanno un grande sogno nella vita e mancano a quel sogno. Altri non hanno nella vita nessun sogno, e mancano anche a quel sogno” Fernando Pessoa, Il poeta è un fingitore, Feltrinelli, Milano 1988 In un articolo pubblicato sulle pagine locali di La Stampa di venerdì 2 febbraio 2018[1], la giornalista...
16.12.2017
Bruno Soro
“La paura o la stupidità sono sempre state alla base della maggior parte delle azioni umane.” Albert Einstein, dalla lettera a E. Mulder, aprile 1954, Archivio Einstein 60-609, p. 140 Mentre stavo riflettendo sul giudizio espresso da Umberto Eco sulla rete nella sua Lectio Magistralis, in occasione...
 
09.12.2017
Bruno Soro
La guerra di Trump1 “Detto tra noisono solo un brigantenon un resono uno chevende sogni alla gentefa promesseche mai potràmantenere” E. Bennato, Detto tra noi, Dall’Album - Non farti cadere le braccia, 1973 Con cinquantuno contro quarantanove voti il Senato degli Stati Uniti ha fatto vincere al Presidente...
26.11.2017
Bruno Soro
“Il segreto dell’agitatore è di rendersi stupido quanto i suoi ascoltatori, in modo che questi credano di essere intelligenti come lui”.K. Kraus, Detti e contraddetti, Adelphi, Milano 1972Il signor Giuseppe Monticone, Presidente del comitato “Oltre il fango”, mi ha onorato della sua attenzione commentando...
 
12.11.2017
Bruno Soro
“…l’umanità tende a essere un po’ credulona, e a bersi tutto quello che le viene propinato. Un buon atteggiamento sarebbe invece chiedersi sempre se l’informazione che stiamo ricevendo è vera o falsa, e in caso di dubbio andare a verificare. I primi a dover fare questa informazione dovrebbero essere...
08.10.2017
Bruno Soro
“Il tempo è ciò di cui parliamo chiedendo «quando?». Lo spazio è ciò di cui parliamo chiedendo «dove?». Carlo Rovelli, L’ordine del tempo, Adelphi Edizioni, Milano 2017 Mi ero già appuntato il titolo di questo scritto, ispiratomi dalla lettura del bestseller del fisico Carlo Rovelli, quando...
 
21.09.2017
Bruno Soro
“Nella prefazione alla sua grande opera, (…) Moore – Keynes si riferisce qui al trattato del grande filosofo britannico George Edward Moore Principia ethica – esordisce dicendo che l’errore principale è «cercare di rispondere alle domande senza prima capire qual è, di preciso, la domanda cui si desidera...
31.08.2017
Bruno Soro
Non mi serve una lapide, mase a voi ne serve una per me vorrei che sopra stesse scritto: Ha fatto delle proposte. Noi le abbiamo accolte. Una simile scritta farebbe onore a noi tutti. Bertolt Brecth, Poesie. Einaudi, Torino 1992 È da stupidi dare dello “stupido” ad uno stupido, così come è...
 
21.08.2017
Bruno Soro
«Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci...
Segnali
Alessandro Gassman e Marco Giallini sul grande schermo ...
Al Teatro Sociale tornano i tanto attesi appuntamenti del Sabato Pomeriggio in Famiglia quest'anno una...
Segnaliamo un articolo comparso sulla rivista economiaepolitica.it in cui si sostiene la tesi che le...
Segnaliamo un interessantissimo articolo di Rosa Canelli e Riccardo Realfonzo sulla crescente disuguaglianza...
Il Forum dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio annuncia che il Gruppo di Lavoro Tecnico-Scientifico...
Segnaliamo un interessantissimo articolo del prof. Felice Roberto Pizzuti docente di Politica Economica...
I MARCHESI DEL MONFERRATO NEL 2018 Si è appena concluso un anno particolarmente intenso di attività,...
Stephen Jay Gould Alessandro Ottaviani Scienza Ediesse 2012 Pag. 216 euro 12​ New York, 10 settembre...
Segnaliamo un interessante articolo comparso sulla rivista online economiaepolitica http://www.economiaepolitica.it/lavoro-e-diritti/diritti/scuola-sanita-e-servizi-pubblici/servizio-sanitario-nazionale-a-prezzo-regionale-il-paradosso-del-ticket/...
Segnaliamo, come contributo alla discussione, un interessante articolo comparso sul sito “Le Scienze.it” Link:...
Il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” presenta il suo nuovo progetto per il 2018: le celebrazioni...
Segnaliamo un interessante articolo comparso sulla rivista online economiaepolitica http://www.economiaepolitica.it/politiche-economiche/europa-e-mondo/la-ripresa-e-lo-spettro-dellausterita-competitiva/...
DA OGGI IN RETE 2500 SCHEDE SU LUOGHI, MONUMENTI E PERSONAGGI A conclusione di un intenso lavoro, avviato...
Segnaliamo il libro di Agostino Spataro, collaboratore di Cittàfutura su un argomento sempre di estrema...
Memoria Pietro Ingrao Politica Ediesse 2017 Pag. 225 euro 15 Ha vissuto cent’anni Pietro Ingrao...
News dai media nazionali:
Ultime Notizie
facebook
"Citta` Futura on-line" è la testata giornalistica dell`associazione Citta` Futura registrata 
in data 20 gennaio 2012 con atto n°1 presso il Registro della Stampa del Tribunale di Alessandria.
Redazione Mobile:  +39.3351020361 (SMS e MMS)  - Email: cittafutura.al@gmail.com 

Oltre le informazioni. Opinione ed approfondimento.