Ha avuto ragione l’ingegnere Marco Neri nella sua replica finale a ricordare che “siamo già ad un ottimo livello di sicurezza idraulica in caso di alluvioni” e che i provvedimenti presi dalla città di Alessandria vengono presi a modello come “migliore scelta possibile”.
Questo, sia ben chiaro, pur nelle angustie emergenziali di un’alluvione, dove le decisioni devono essere rapide, i “fax” (ricordando i momenti bui del 1994) o gli apparati informatici più avanzati dovrebbero funzionare a dovere.
E’ un “fiune in piena” in nostro ingegnere – in occasione della utile commissione consiliare comunale di martedì 10 ottobre – e va oltre. “Ricordiamoci tutti che, se non siamo andati a bagno lo scorso novembre 2016 è stato propriograzie alla correttezza degli studi fatti e alla loro piena attuazione”. Così “siamo stati con i piedi all’asciutto” continua.
Il tono non era particolarmente acrimonioso e, in un certo senso, si è respirata per tutta la durata della Commissione una “non belligeranza”, vista la delicatezza del tema.
I consiglieri, specie quelli nuovi, sono stati accompagnati nel ginepraio di sigle e competenze che – da sempre – caratterizza questo particolare argomento, gli altri – pur richiedendo chiarimenti – si sono limitati alle schermaglie di rito. Questione sentitissima, comunque, ad Alessandria e dintorni perchè bruciano ancora i tredici cadaveri causati da leggerezze e sottovalutazioni del rischio alluvione e, ancor di più, disturbano impegni (spesso a seguito di spese non irrisorie) che producono solo documenti di progetto inservibili, oppure “carta straccia” prima ancora di diventare materia di discussione.
Forse i tecnici (dall’ing. Neri all’ arch. Robotti, i rappresentanti dell’Ente Regione, quelli dell’Autorità Interregionale del Po e tutti gli altri presenti) si aspettavano qualche domanda più stringente, magari conseguente a quanto “già acquisito” solo pochi mesi fa (esattamente a marzo 2017) in confronti/approfondimenti simili (anche in pubblico e in Commissione) ai tempi della precedente Amministrazione.....
Infatti non siamo all’ “anno zero”, non ci limitiamo a sterili polemiche e siamo ben consci dell’obiettivo comune: quello di una maggiore sicurezza e tranquillità dalle alluvioni per la città e tutto il suo territorio comunale (con valutazione di costi e benefici collegati).
Un “risultato da portare a casa” non da questo o quello ma… collaborando per un fine comune.
Non si parte dall’anno zero. E’ per questo motivo che si riprende – praticamente in forma integrale – quanto si era già otternuto (e su cui ci si era impegnati, tutti), non più di qualche mese fa. La comunicazione che proviene dall’Ufficio della precedente Giunta è “soft” all’inizio, per arrivare a toccare, alla fine, temi scabrosi come quello dell’utilizzo delle risorse e delle cosiddette “grandi opere”. Una preoccupazione che, per la verità, abbiamo già sentito in più occasioni espressa anche dalla attuale Giunta e su cui vorremmo si continuasse.
Il testo è questo:
“Il territorio comunale di Alessandria è zona ricca di acque: fiumi, torrenti, ruscelli, falde acquifere superficiali e profonde provenienti da Appennini e Colline. Doni preziosi di “Madre Natura” usati per le coltivazioni e per l’artigianato e l’industria.
Tuttavia, l’uso improprio che se ne è fatto sta compromettendo questo prezioso patrimonio in tutto il nostro Paese: contaminazioni delle acque di falda e dei fiumi di natura industriale, esondazioni frequenti e smottamenti di terreni collinari causati dalla cementificazione del terreno, abusivismo edilizio, urbanizzazione senza regole e criteri adeguati. Uno degli obiettivi principali dell’Amministrazione Comunale (era quella di Centro-Sinistra capitanata da Rita Rossa (n.d.r.)) è stato quello di porre freno a tale scriteriato sviluppo e iniziare il difficile cammino del risanamento. Si è partiti dall’analisi e studio dei rischi di alluvione e di dissesto basandosi sulle “Mappe di pericolosità e Rischio” sviluppate dall’Autorità di Bacino e dalla Regione Piemonte. Si tratta di una mappatura del territorio del Piemonte che individua aree nelle quali le alluvioni sono rare, poco frequenti o frequenti e possono causare danni a persone o beni da poco rilevanti ad assai rilevanti”.
Tali analisi e studi, uniti alla consultazione di progetti preliminari disponibili o fatti sviluppare in via preliminare ad hoc (è questo il caso dello Studio dei Rii minori che è stato finanziato dall’Amministrazione Comunale nel corso del 2016) hanno permesso di identificare e descrivere gli interventi sul territorio necessari a risanarlo in maniera adeguata.
La descrizione e i risultati di tale attività — condotta da una Unità di progetto interdisciplinare formata unicamente da Personale Tecnico Comunale — sono stati riportati in una relazione presentata il 15 marzo dall’Assessore all’Ambiente e alla Salute alla Giunta Comunale (allora si trattava dell’ing.Claudio Lombardi). Ne è stato approvato il contenuto e ne è stato proposto l’invio alla Regione Piemonte per poter aprire un tavolo di discussione basato su solide basi.
La relazione e le mappe citate saranno rese disponibili on-line e discusse in sedi istituzionali e con le associazioni ambientaliste. Si intende, in altre parole, interagire con i cittadini, coglierne i suggerimenti e tenerli informati degli sviluppi del tavolo tecnico aperto con la Regione.
Gli interventi principali elaborati sono i seguenti:
Interventi sul fiume Tanaro.
Le difese spondali del Tanaro hanno retto alla piena dello scorso novembre (2016), ma il margine di sicurezza si è rilevato inadeguato e da incrementare con i seguenti interventi:
.-. abbassamento della soglia sulla quale insisteva il vecchio Ponte Cittadella;
.-. consolidamento e ulteriore innalzamento degli argini fra Ponte Tiziano e nuovo Ponte Cittadella;
.-. creazione di una cassa di esondazione naturale (cioè non cementificata) a monte della Città di Alessandria.
Interventi sul fiume Bormida.
Arretramento degli argini in sponda destra dalla fascia golenale A alla B offrendo quindi al fiume un’area di laminazione più vasta. Tale intervento può essere fatto solo contestualmente alla costruzione di un nuovo ponte con viadotto in rilevato.
Interventi sul Bacino del Rio Loreto.
Si tratta di un reticolo di corsi d’acqua costituiti principalmente dai rii Loreto, Maddalena, Giardinetto, Longine e del Ponte Rosso situati nella zona Ovest del territorio comunale. Gli allagamenti e gli smottamenti hanno una frequenza elevata annuale e a volte semestrale: causano danni il più delle volte di lieve entità ma ricorrenti e frustranti per gli abitanti. La problematica della sistemazione idraulica dell’area per essere efficace non può affrontarsi per ogni singolo rio ma deve prevedere la sistemazione dell’intera area. Sono stati studiati vari scenari sistemativi presentati e discussi in seduta pubblica alla popolazione locale.
Interventi sul Rio Lovassina.
Scorre tombato sotto l’abitato di Spinetta Marengo e di Litta Parodi provenendo da Pozzolo Formigaro. Esonda frequentemente causando forti disagi e danni anche di natura sanitaria in quanto in esso sono convogliati parte degli scarichi fognari civili. Il progetto preliminare, svolto alcuni anni orsono , prevede la costruzione di un bacino di esondazione e di un canale scolmatore che devia le acque di piena alla Bormida.
A completamento dell’analisi è stata fatta una valutazione economica delle risorse necessarie per questa grande azione di risanamento del territorio.L’importo totale — nella relazione sono stati riportati dettagliatamente i costi dei vari interventi — è rilevante: 115 milioni di euro. Tale importo include anche un importo di incentivazione alla delocalizzazione di abitazioni site in aree golenali.
Il finanziamento delle attività sarà richiesto dalla Regione Piemonte all’Unità di Missione opportunamente creata alle dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il risanamento idrogeologico della Nazione e per la messa in sicurezza sismica.
I fondi saranno erogati in un Piano pluriennale seguendo criteri di priorità. Si tratta di un “programma di investimenti immane” , ma anche dell’iniziativa più rilevante che il nostro Paese può accingersi ad intraprendere e che offrirà possibilità di lavoro diversificate e soprattutto con carattere locale.
“Per rendere possibile, in tempi ragionevoli, la realizzazione di tale grande progetto — conclude l’Assessore Comunale all’Ambiente e alla Salute di Alessandria (sempre l’ing. Lombardi, di cui sopra) — il Governo dovrà riconsiderare l’elenco delle cosiddette “Grandi Opere” e valutare quali di esse nello scenario attuale abbiano ancora rilevanza e/o esigenza prioritaria”.
Come si può vedere un elenco chiaro e dettagliato di quello che si dovrebbe fare o su cui, per lo meno, si dovrebbe discutere. Da approfondire è il passaggio riguardante il nuovo progetto inerente il Rio Lovassina, più volte richiamato da consiglieri di maggioranza e opposizione nel corso della seduta di Commissione del 10 X; così come dovrebbe essere ripresa in considerazione, con distacco e oggettività, la delicata questione della “possibile utilizzazione di metodi di ingegneria naturalistica innovativa” (titolo tratto dal documento “La Meuse en chantier”). Il tutto in vista della predisposizione di tre/ quattro aree di laminazione (quelle previste), per un totale di quasi ottanta milioni di metri cubi d’acqua “regimati”, quindi non più ingovernabili in condizioni di emergenza. Ci sono studi, evidenze, realizzazioni in Italia e in Europa a disposizione di chi volesse uscire dalla gabbia (antica e molto “cementifera”) dei “quattro euro per metro quadro realizzato” (nelle note è quanto ci ricorda l’ing. Condorelli che, però, sappiamo, è ben disponibile a seguire altri percorsi meno invasivi).
Anche sulla “questione soglia ponte ex Cittadella” ci sarebbe da ragionare. Un metro e mezzo di “spazio in più” per il fiume, in profondità, sarebbero una manna di certo… Bisognerebbe però considerare l’impatto visivo dell’intervento, perche’ non vorremmo avere poi un tratto sotto l’attuale ponte Meier praticamente senz’acqua, specie nei mesi estivi.
Ma, come scritto, se ne deve parlare, sennò faremmo la fine dei Catalani che ora – molto in ritardo – inalberano cartelli con scritte del tipo “Hablamos” e “Parlem”… Già,,, Farlo prima no?
Come associazioni ambientaliste e, ricordando il lavoro quinquennale dell’ottima Consulta comunale per l’Ambiente, sostanzialmente riportando anche le posizioni di molti altri, sinceramente, saremmo stati per un’altra soluzione. Quella di “minor garanzia” vista la lentezza e la macchinosità (confermata in sede di Commissione dei livelli regionali e nazionali) nella realizzazione di opere comportanti un impegno amministrativo su più piani o molto esteso. Una condizione di “tranquillità operativa” che, videntemente, non è oggi alla portata.
Facemmo fin da subito (quindi dal 1995) la richiesta di mettere al primo punto delle spese in bilancio la costruzione delle aree di laminazione e la loro armonizzazione con decine di altre iniziative a monte… Ma si è scelto diversamente e a questi percorsi ci adeguiamo in modo costruttivo. Pertanto, ben venga, a breve, una nuova Commissione o una nuova occasione di approfondimento. La Città ne ha bisogno.
Nelle note in dettaglio gli interventi della mattinata del 10 ottobre 2017 e dalcuni approfondimenti tecnici.
1) Introduzione e presentazione;
2) Intervento dell’ing. Condorelli;
3) Interventi dei tecnici della Regione Piemonte;
4) Interventi dei consiglieri e qualche replica;
…
Nota 1: https://www.scribd.com/document/361228138/File-20171010-01
Nota 2: https://www.scribd.com/document/361228413/File-20171010-02
Nota 3: https://www.scribd.com/document/361228535/File-20171010-03
Nota 4: https://www.scribd.com/document/361228587/File-20171010-04