Gli alberi. Un investimento in salute contro lo smog
Finalmente con l’inizio di
novembre sono arrivare le piogge ad attenuare le conseguenze di una delle primavere-estati
più calde e povere di precipitazioni degli ultimi decenni. Una stagione che è
durata sino alla fine di ottobre con temperature innaturali; una situazione che
ha prosciugato laghi e corsi d’acqua e costretto numerosi comuni, anche nella
nostra provincia, ad approvvigionarsi
con le autobotti. La siccità, accompagnata da comportamenti
irresponsabili, ha favorito gli incendi dei boschi, come è toccato alle migliaia
di alberi della Val di Susa e delle altre valli alpine del Piemonte. E se un
albero che cresce rende l’aria più pulita, un albero che cade o brucia emette
anidride carbonica e si unisce alle auto, alle caldaie e alle fabbriche,
rendendo irrespirabile il cielo delle città e trasformando l’intera pianura
Padana in una camera a gas.
Una situazione che dovrebbe far
considerare il patrimonio boschivo, così come i polmoni verdi delle città, un
bene da curare e a cui prestare grande attenzione. Come avviene negli altri
paesi e nelle grandi capitali europee. Questo da noi capita di rado e troppo
sovente gli alberi sono considerati un semplice elemento estetico che si sacrifica
ai primi problemi di bilancio.
Una sottovalutazione grave ed
un errore in quanto gli studi di ecologia urbana dimostrano che una rete di
elementi naturali è in grado di migliorare stabilmente la vita in città e di
diminuire l’inquinamento che danneggia la salute ed influisce negativamente sull’economia. Tra
questi elementi l’albero è di sicuro il più importante essendo anche un fattore
fondamentale per il miglioramento del clima urbano. Rappresenta un polmone verde
che, specie nelle zone densamente abitate, attraverso la fotosintesi, assorbe
biossido di carbonio, abbatte le emissioni climalteranti e purifica l’aria che
respiriamo; costituisce altresì un ottimo schermo antirumore capace di ridurre
della metà l’impatto del traffico. Gli alberi sono, insomma, un indispensabile investimento
in salute.
Come è noto le polveri
sottili sospese in un’atmosfera inquinata dall’anidride carbonica, dall’anidride solforosa e dagli altri composti
tossici formano una miscela i cui effetti sulla salute umana sono quanto mai
deleteri e determinano una mortalità in eccedenza nei soggetti anziani e più
deboli. Basti pensare che il solo abitare a meno di 150 metri da una strada
percorsa da più di 10 mila veicoli al giorno può provocare, specie nei bambini,
un aumento dal 9 al 25 per cento delle crisi d’asma. Gli alberi assicurano la
pulizia delle polveri presenti nell’aria che, dal 30 al 40 per cento, vengono
intercettate dalle masse di verde che incontrano. Inoltre le foglie assorbono l’anidride carbonica, mentre abbassano
del 50 per cento la quantità dell’ossido di azoto emesso dalle autovetture e
trattengono il piombo impedendo finisca nell’aria che respiriamo. Una fila o un
gruppo di alberi abbatte, poi, di 5-6 decibel il rumore, il che equivale, in
città, a ridurre della metà l’incidenza del traffico. Gli alberi sviluppano
anche un’importante azione preventiva di protezione del suolo dall’erosione
naturale causata dalla pioggia.
Le piante temperano gli
eccessi estivi del clima urbano. La vasta superficie fogliare, tramite
l’evaporazione e la traspirazione dell’acqua, abbassa la temperatura di qualche
grado nelle giornate canicolari, e l’ombra sulle strade e le facciate dei
palazzi modera la vampa del sole, aumentando il confort e riducendo i consumi
di energia per i condizionatori d’aria. Durante l’estate la temperatura vicino
agli alberi si può abbassare sino a sei gradi, mentre il verde contribuisce ad
umidificare l’aria. Inoltre le chiome ospitano molti uccelli che divorano
zanzare ed altri insetti.
Per tutte queste ragioni i
piani e i disegni delle città dovrebbero prevedere, soprattutto nelle zone
urbanizzate, quanti più alberi e zone verdi possibili. Infatti, come dimostrano
gli studi del CNR di Bologna. “un ettaro di foresta urbana può catturare fino a
cinque tonnellate di anidride carbonica l’anno”. Mentre, per evitare di ridurre
i benefici effetti di quelli esistenti, occorre siano il più possibile rispettate
le forme naturali degli alberi. Evitando le potature eccessive che
costituiscono solo delle mutilazioni e denunciano un’irragionevole avversione
contro la presenza degli alberi in città. Così le piante dei viali non devono
essere ingabbiate nel cemento che soffoca le radici e porta alla loro precoce caduta.
Come accade, ad esempio, in Alessandria ai platani di Viale Borsalino ed è
capitato, per decenni, ai bagolari di Viale XX Settembre, prima della recente
positiva sistemazione.
La scelta delle alberature
per il verde pubblico deve però rispondere ai criteri agronomici di idoneità
ambientale. Senza limitare il campo alle sole piante autoctone è indispensabile
orientare la scelta tra le specie compatibili con il paesaggio; queste,
inoltre, devono aver dimostrato una buona capacità di adattamento alle
condizioni tipiche del territorio e dell’ambiente urbano. Considerato che la
vegetazione arborea può svolgere un’importante azione di compensazione delle
emissioni dell’insediamento urbano, la scelta dovrà privilegiare le specie che,
secondo i dati elaborati dall’Istituto di Biometeorologia Ibimet del CNR, si
sono dimostrate più efficaci in termini di assorbimento e mitigazione degli
inquinanti atmosferici gassosi e delle polveri sottili PM10 e PM2,5. A questo
indirizzo si attiene e fa riferimento il “Regolamento Comunale del Verde Urbano”
approvato in uno degli ultimi Consigli Comunali della scorsa amministrazione.
Come è noto tutti i rapporti sull’ecosistema delle città italiane collocano
Alessandria, nella classifica del verde fruibile dai cittadini in area urbana,
in una posizione poco esaltante con 8 metri quadrati
di verde per abitante. In Piemonte
molti capoluoghi di provincia presentano una situazione migliore; in
particolare Cuneo, Biella e Torino, rispettivamente con 27, 24 e 13 metri quadrati,
vantano i risultati più significativi.
Anche più negativa la posizione del comune capoluogo per quanto riguarda la
superficie delle aree verdi sul totale, con 120 metri quadrati
per ettaro. In coda a tutte le principali città della regione.
Per questo è auspicabile che
l’impegno e le prime iniziative che si erano concretizzate nel corso del 2016,
come un bosco per la città’ nella zona di Alessandria 2000 e il Regolamento comunale, siano portate
avanti, utilizzate e altre si sviluppino per potenziare ed estendere il verde
pubblico a disposizione dei cittadini.