Dietro la notizia
La guerra di Trump
Bruno Soro
“Detto
tra noi sono solo un brigante non un re sono uno che vende
sogni alla gente fa promesse che mai potrà mantenere”
E. Bennato,
Detto tra noi, Dall’Album
- Non farti cadere le braccia, 1973
Con
cinquantuno contro quarantanove voti il Senato degli Stati Uniti ha
fatto vincere al Presidente Trump la sua battaglia sul fisco, la
battaglia che regala ai ricchi e promette maggiore ricchezza ai
poveri. Ma Trump (gli USA e noi con loro), oso predire, perderà la
guerra sul suo terreno, quello dell’economia. Poniamo che il
Presidente degli Stati Uniti riesca a sopravvivere all’accerchiamento
sui suoi contatti (economici) con lo Zar (del KGB) Putin e poniamo
pure che riesca ad ottenere un secondo mandato, che in tal caso
scadrebbe nel 2024. A quella data, forse io non ci sarò, ma chi mi
sopravvivrà si renderà conto, suo malgrado, che il “sogno di
Trump” di rinverdire la potenza dell’Impero Americano, sfidando
l’Europa sul piano economico con una riforma suicida, si sarà
rivelato per quello che è: una delle tante promesse di colui “che
ha venduto sogni alla gente”.
“L’intuizione
fondamentale di Keynes – recita l’incipit dell’Introduzione di
uno dei suoi principali biografi2
– riguarda la nostra impossibilità di sapere (o calcolare) cosa ci
porterà il futuro”. Sì, perché come ho avuto modo di argomentare
in uno dei miei scritti3,
oltre che “complicato”, ossia difficile da analizzare, il sistema
economico è anche “complesso”, vale a dire che le tre sfere,
dell’economia reale, monetaria e finanziaria (che sono altrettanti
sottoinsiemi del “sistema economico”), interagiscono tra di loro
mediante complesse relazioni delle quali è difficile stabilire il
nesso di causalità, e sono strettamente connesse oltre che con il
“sistema politico e sociale” (leggi, istituzioni, relazioni
sindacali, pulsioni sociali che influiscono sulle scelte politiche)
anche con quello “naturale”, basti pensare ai movimenti migratori
messi in moto, oltre che dalle guerre, dai mutamenti climatici e
dalla scarsità di acqua.
L’iper-semplificazione
di quell’insieme di relazioni complicate, come quella di ritenere
che l’abbassamento delle tasse possa influire positivamente
sull’economia reale attraverso l’aumento dei profitti delle
imprese che si tradurrebbe in maggiori investimenti e,
conseguentemente, in uno stimolo alla crescita economica che
porterebbe vantaggi salariali i quali incrementerebbero i consumi è,
se non proprio una “bufala”, quanto meno una
promessa da venditore di sogni. Questa
narrazione, che dà credito ai sostenitori della riforma fiscale
voluta da Trump, ignora completamente, tra l’altro, gli effetti di
retroazione sulle relazioni socio-economiche, sullo sfruttamento
delle risorse e in ultima analisi sui cambiamenti climatici. 4Coloro che intendessero approfondire le
implicazioni economiche della “Battaglia sulle tasse” di Trump,
ovvero su “Chi ci guadagna grazie al piano fiscale di Trump”
possono documentarsi leggendo il bellissimo articolo di Paul Krugman
(Premio Nobel 2008) su Il Sole 24 Ore di domenica 26 novembre.
Secondo Krugman, che non è certo l’ultimo arrivato in fatto di
economia, “questa riforma fiscale (…) è uno
stratagemma per rendere i ricchi – specialmente quelli che fanno
soldi a palate con redditi da capitale invece di lavorare per vivere
– più ricchi, a scapito di tutti gli altri”. La riforma fiscale
di Trump, sostiene inoltre il Nobel, oltre a non piacere “nemmeno
ai suoi amici”, non piace neppure agli amministratori delegati
delle imprese (i veri destinatari della consistente riduzione dei
profitti), poiché, “gli amministratori delegati, visto che vivono
nel mondo reale delle imprese e non nel mondo immaginario degli
ideologi di destra, sanno che le aliquote fiscali non sono un fattore
così importante nelle scelte di investimento, e sono pertanto
consapevoli che anche una riduzione enorme dell’aliquota non li
indurrebbe a spendere molto di più”. Ciò che gli “ideologi di
destra” nascondono ai sostenitori della riforma, spiega inoltre
Krugman, è che il suo esito
sarà unicamente quello di attirare capitali finanziari dall’estero,
con conseguente aumento del valore del dollaro. Una rivalutazione che
avrà l’effetto di comprimere le esportazioni statunitensi, con la
conseguenza di peggiorare ulteriormente il già enorme disavanzo
commerciale degli Stati Uniti. Ora, conclude Paul
Krugman, poiché gli investitori stranieri
porterebbero a casa loro i profitti realizzati grazie alla riduzione
delle imposte, la riforma fiscale di Trump “andrebbe a beneficio
degli stranieri, non degli americani”. Senza contare gli effetti
che essa avrà sull’immenso debito pubblico (4 volte quello
giapponese e 8 quello italiano, rispettivamente il secondo e terzo
debito pubblico a livello mondiale) detenuto in gran parte da
operatori asiatici.
Non credete
a una parola di quanto sopra (o fate finta di non aver compreso
bene)? Allora fate anche voi questo calcolo (io l’ho fatto, ben
sapendo quali sono i suoi limiti): supponiamo che l’economia
statunitense continui a crescere ad un tasso uguale a quello degli
ultimi anni (2,6% all’anno), mentre l’economia cinese possa
crescere ad un tasso annuo medio del 6,9% (per quanto tendenzialmente
destinato a ridursi, l’immenso mercato interno cinese può
assicurare nel tempo una solida crescita economica): in soli 12 anni
e tre mesi (cioè entro il 2030) la Cina avrà raggiunto la potenza
economica degli Stati Uniti. Supponiamo inoltre che l’economia
dell’Eurozona continui a crescere ad un tasso annuo medio
dell’1,3%, mentre l’economia indiana cresca ad un tasso del 7,6%
(superiore a quello della Cina, un tasso che implica il raddoppio del
valore attuale del suo PIL in meno di 10 anni), in meno di mezzo
secolo l’India avrà raggiunto la potenza economica dell’Eurozona.
Senza contare che la Cina, la cui popolazione sta raggiungendo il
miliardo e quattrocento milioni (pari a quattro volte quella
statunitense) e l’India (la cui potenza demografica è grosso modo
pari a quella cinese) già oggi rappresentano il 36% dell’intera
popolazione mondiale.
Quanto poi
all’Africa Sub Sahariana ─ che anche grazie all’impegno
economico della Cina che intende assicurarsi una voce in capitolo
sulle immense risorse di quel continente, ma soprattutto vede lì un
mercato di sbocco per i suoi prodotti ─, sta entrando in una fase
di sviluppo che comporta una forte accelerazione della crescita
economica. Sta di fatto che la popolazione dei paesi dell’Africa
Sub Sahariana, stimata in poco più di 1 miliardo, è poco meno del
doppio di quella dell’Unione Europea, ma mentre quest’ultima
cresce ad un tasso molto basso (che implicherebbe, qualora
continuasse a crescere così lentamente, il raddoppio del livello
attuale nell’arco di due secoli e mezzo), la popolazione
dell’Africa Sub Sahariana cresce ad un tasso che comporta il
raddoppio del livello attuale in una sola generazione. Quale impatto
tutto questo potrà avere sul clima, sulle relazioni commerciali e
sull’immigrazione lo vedrà la prossima generazione.
Pensate che
questi dati non significhino nulla? Ebbene, vi offro una mia
personale interpretazione. Nell’arco della prossima generazione il
baricentro economico della globalizzazione si sarà spostato
inevitabilmente ad Est e i Paesi Occidentali, a meno che non si
uniscano per contrastare le tendenze in atto, stanno correndo ad una
velocità folle verso un’inarrestabile declino (per quanto riguarda
gli USA) e la sopraffazione per quanto concerne il destino
dell’Europa, la quale già subisce le pressioni (esterne) della
Russia di Putin e quelle (interne) dei nazionalismi, volte entrambe a
favorirne la disgregazione. Tra non molto, quindi, Trump avrà pure
vinto la sua battaglia sul fisco, ma sia lui che noi, avremo perso la
guerra.
Mi consolo
pensando a quanto cantavano i Nomadi negli anni Sessanta,
prefigurando l’esito di una guerra nucleare (sempre più vicina):
“Vedremo soltanto una sfera di fuoco più grande del sole, più
vasta del mondo; nemmeno un grido risuonerà solo il silenzio come un
sudario si stenderà fra il cielo e la terra, per mille secoli
almeno, ma noi non ci saremo”.
Alessandria,
8 dicembre 2017
4
Basterebbe ricordare che i risultati degli studi più recenti sui
mutamenti climatici sono concordi sul fatto che, per la prima volta
nella storia dell’umanità, l’uomo, che ha sempre subito gli
effetti del clima, con le sue attività sta influendo su di esso con
effetti che potrebbero rivelarsi catastrofici. Il fatto che Papa
Francesco abbia dedicato a questi temi un’apposita “Lettera
enciclica sulla cura della casa comune” (Laudato si’, Edizioni
Paoline, Milano 2015), può voler dire poco ai miscredenti e meno
ancora, in un’epoca di post-verità, a coloro che ritengono che la
Scienza sia al servizio degli interessi delle Grandi Multinazionali,
un tempo si sarebbe detto al servizio del “Capitale”, ma è
sufficiente documentarsi, magari anche solo accedendo al sito
dell’Intergovernmental Panel of Climat Change (IPCC)
http://www.ipcc.ch, per rendersi
conto di come stiano le cose su base scientifica.
09/12/2017 09:31:11
09.03.2018
Bruno Soro
(…) «Le cose che a noi parvero tanto splendide
e giuste
sapranno
dimostrarcele, loro, insensate e fruste,
variando cose
identiche senza troppe fatiche,
come dicemmo in
altra guisa noi parole antiche».
Dalla poesia I nemici, di Costantino Kavafis
Poesie nascoste,
Mondadori Editore, Milano 1974
...
| |
08.02.2018
Bruno Soro
“Alcuni
hanno un grande sogno nella vita e mancano a quel sogno. Altri non hanno nella
vita nessun sogno, e mancano anche a quel sogno”
Fernando Pessoa, Il
poeta è un fingitore, Feltrinelli, Milano 1988
In un articolo pubblicato sulle pagine locali di La Stampa di
venerdì 2 febbraio
2018[1],
la giornalista...
|
16.12.2017
Bruno Soro
“La
paura o la stupidità sono sempre state alla base della maggior parte delle
azioni umane.”
Albert Einstein, dalla lettera a E.
Mulder, aprile 1954, Archivio Einstein 60-609, p. 140
Mentre stavo riflettendo sul giudizio espresso
da Umberto Eco sulla rete nella sua Lectio Magistralis, in occasione...
| |
09.12.2017
Bruno Soro
La guerra di
Trump1
“Detto
tra noisono solo un brigantenon un resono uno chevende
sogni alla gentefa promesseche mai potràmantenere”
E. Bennato,
Detto tra noi, Dall’Album
- Non farti cadere le braccia, 1973
Con
cinquantuno contro quarantanove voti il Senato degli Stati Uniti ha
fatto vincere al Presidente...
|
26.11.2017
Bruno Soro
“Il segreto dell’agitatore è di rendersi stupido quanto i suoi ascoltatori, in modo che questi credano di essere intelligenti come lui”.K. Kraus, Detti e contraddetti, Adelphi, Milano 1972Il signor Giuseppe Monticone, Presidente del comitato “Oltre il fango”, mi ha onorato della sua attenzione commentando...
| |
12.11.2017
Bruno Soro
“…l’umanità tende a essere un po’ credulona, e a bersi tutto quello che le
viene propinato. Un buon atteggiamento sarebbe invece chiedersi sempre se
l’informazione che stiamo ricevendo è vera o falsa, e in caso di dubbio andare
a verificare.
I primi a dover fare
questa informazione dovrebbero essere...
|
08.10.2017
Bruno Soro
“Il tempo è ciò di cui parliamo chiedendo «quando?».
Lo spazio è ciò di cui parliamo chiedendo «dove?».
Carlo Rovelli, L’ordine del tempo, Adelphi Edizioni, Milano 2017
Mi ero già appuntato il titolo di questo
scritto, ispiratomi dalla lettura del bestseller
del fisico Carlo Rovelli, quando...
| |
21.09.2017
Bruno Soro
“Nella prefazione alla sua grande
opera, (…) Moore – Keynes si riferisce qui al trattato del grande filosofo britannico
George Edward Moore Principia ethica –
esordisce dicendo che l’errore principale è «cercare di rispondere alle domande
senza prima capire qual è, di
preciso, la domanda cui si desidera...
|
31.08.2017
Bruno Soro
Non
mi serve una lapide, mase a
voi ne serve una per me
vorrei
che sopra stesse scritto:
Ha
fatto delle proposte. Noi
le
abbiamo accolte.
Una
simile scritta farebbe
onore a noi tutti.
Bertolt Brecth, Poesie. Einaudi, Torino
1992
È da stupidi dare
dello “stupido” ad uno stupido, così come è...
| |
21.08.2017
Bruno Soro
«Chi attribuisce alla crisi i suoi
fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai
problemi che alle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza.
L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare
soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci...
|
|
Segnali
Alessandro
Gassman e Marco Giallini sul grande schermo
...
|
Al Teatro Sociale tornano i tanto attesi appuntamenti del Sabato
Pomeriggio in Famiglia quest'anno una...
|
Segnaliamo un articolo comparso sulla rivista economiaepolitica.it in cui si sostiene
la tesi che le...
|
Segnaliamo un interessantissimo articolo di Rosa Canelli e Riccardo Realfonzo sulla crescente disuguaglianza...
|
Il Forum dei
Movimenti per la Terra e il Paesaggio annuncia che il Gruppo di Lavoro
Tecnico-Scientifico...
|
Segnaliamo un interessantissimo articolo del prof. Felice Roberto Pizzuti docente di
Politica Economica...
|
I MARCHESI DEL MONFERRATO NEL 2018
Si è appena concluso un anno particolarmente intenso di
attività,...
|
Stephen Jay Gould
Alessandro Ottaviani
Scienza
Ediesse 2012
Pag. 216 euro 12
New York, 10 settembre...
|
Segnaliamo un interessante articolo comparso sulla rivista
online economiaepolitica
http://www.economiaepolitica.it/lavoro-e-diritti/diritti/scuola-sanita-e-servizi-pubblici/servizio-sanitario-nazionale-a-prezzo-regionale-il-paradosso-del-ticket/...
|
Segnaliamo, come contributo alla discussione, un
interessante articolo comparso sul sito “Le Scienze.it”
Link:...
|
Il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” presenta il
suo nuovo progetto per il 2018: le celebrazioni...
|
Segnaliamo un interessante articolo comparso sulla rivista
online economiaepolitica
http://www.economiaepolitica.it/politiche-economiche/europa-e-mondo/la-ripresa-e-lo-spettro-dellausterita-competitiva/...
|
DA OGGI IN RETE 2500
SCHEDE SU LUOGHI, MONUMENTI E PERSONAGGI
A conclusione di un intenso lavoro, avviato...
|
Segnaliamo il libro di Agostino Spataro, collaboratore di Cittàfutura su un argomento sempre di estrema...
|
Memoria
Pietro Ingrao
Politica Ediesse 2017
Pag. 225 euro 15
Ha vissuto cent’anni Pietro Ingrao...
|
News dai media nazionali:
Ultime Notizie
|