Terza Pagina
"Quando sarai grande"
Elvio Bombonato
Il vuoto e poi
ti svegli e c'è
un mondo intero
intorno a te
ti hanno iscritto
a un gioco grande
se non comprendi
se fai domande
Chi ti risponde
ti dice: è presto
quando sarai grande
allora saprai tutto...
Saprai perché, saprai
perché
quando sarai grande
saprai perché...
E allora osservi
gli altri giocare
è un gioco strano
devi imparare.
Devi stare zitto
solo ascoltare
devi leggere più libri
che puoi, devi studiare.
E' tutto scritto
catalogaaaato
ogni segreto
ogni peccato
Saprai perché, saprai perché
quando sarai grande
saprai perché...
EDOARDO BENNATO “Burattino senza fili”
1977
E’ necessario ascoltare la canzone,
consistente in una musichetta ironica, la quale fa da contrappunto al testo,
smentendolo. Come se Bennato dicesse continuamente ai fruitori:
attenti, ciò che dico non lo penso. La realtà è tutto il contrario Si
rivolge direttamente a Pinocchio, che ha fretta di "diventare grande",
come dicevano una volta nonni e genitori, per giustificare i divieti e le
regole: quando sarai grande , allora saprai. Dato che il non essere
ancora grande era un dato di fatto irrefutabile, il bambino o preadolescente
doveva chinare la testa e obbedire ai divieti e alle imposizioni degli adulti.
Ho assegnato la canzone come tema in
classe in II C Magistrale “Saluzzo”venerdì 7/3/1986. La cantilena e il
ritornello si fondano sull'iterazione, sull'anafora (ripetizione che, in
questo caso, insistita, finisce per negare l'affermazione: le allieve l'hanno
capito subito, da sole). Bennato sembra
un cantante sgraziato, che scempia la dizione, spacca il ritmo,
allungando alcune vocali aperte a dismisura deliberatamente: con le deviazioni
dalla norma attesa, crea dissonanze allo scopo di non distogliere l'attenzione
e mandare il suo messaggio eversivo, com’è sua caratteristica. Non tutti sanno
che Bennato è colto, sia sul piano generale sia musicale; la sua
sperimentazione all'epoca fu clamorosa, tra fisarmonica a bocca, chitarra e un
tamburo che batteva col piede.
Il prof: Piana, docente di filosofia e
pedagogia, supplente l’ora successiva,
fu sorpreso dalla presenza del giradischi sulla cattedra, e consentì alle
allieve di terminare i temi. Quando tornai a ritirarli, mi disse:
“Quando sarai grande ti accorgerai che ti hanno raccontato una bugia, perché
non saprai proprio niente, anzi, forse capivi di più da bambino, libero, non
condizionato, come funzionano la società e i rapporti
interpersonali" . Esatto,
vecchio e rimpianto prof. Piana, hai colto il senso, nonostante ti infastidisse
la musica a lezione e per di più in un compito in classe.
Dunque ,la canzone costa di 6 quartine, più ritornello in terzine irregolari.
Il verso dominante nelle quartine è il quinario (verso di 5 sole sillabe, con
l'accento sulla penultima, esclusi i versi tronchi, in cui cade
obbligatoriamente sull'ultima ), veloce e sintetico, pochissimi gli
enjambement. Aggettivi quasi assenti, dominano i verbi, di azione
soprattutto. La frase guida è quella del titolo, troviamo rime sparse, in
modo non casuale.
- il vuoto e poi : l'inconsapevolezza della primissima infanzia, quando
il bambino non distingue e non separa il mondo reale e quello fantastico.
- ti hanno iscritto: non sei tu che hai chiesto di venire al mondo
(tema caro al Leopardi, “Canto notturno di un pastore errante”).
- il bambino fa domande, ma non gli rispondono con un pretesto; anche ai
bambini si può dire (quasi) tutto, basta saperlo fare, con la motivazione
giusta, che il bambino percepisce subito, di pelle, se c'è.
- un gioco strano :l 'assurdità della società, del nostro modo di vivere
dissennato; es: il Natale consumistico, cui non ci si può sottrarre.
- catalogaaaato: una sola parola nel verso, dilatata al massimo nella
vocale più aperta del sistema fonetico italiano, la A. La società di cui
il bambino, diventato grande, farà parte, è già costruita come fosse un
catalogo: a lui non viene chiesto di organizzarla, perché lo è già, solo di
entrarci, possibilmente senza fare troppo rumore.
25/01/2018 21:39:48
20.03.2018
Aydin (*)
Questa settimana vorremmo proporvi un
piccolo gioco: esaminare un episodio della storia alessandrina secondo i metodi
analitici della storiografia anglosassone. La scuola storiografica inglese, che
personalmente apprezziamo nel modo più assoluto e a cui cerchiamo di adeguarci
quando scriviamo, dà molta...
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17.03.2018
Marina Elettra Maranetto
“Brutto
schifo”
era la conclusione cui perveniva la mia amica olandese, che non è mai riuscita
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12.03.2018
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le era stato risparmiato perché non s’era risparmiata.
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le parole di cui si serviva ad aver preso il posto dei sentimenti che le
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d’orgoglio, si compiaceva d’interpretare ciò che l’interlocutore s’aspettava
d’ascoltare...
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11.03.2018
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04.03.2018
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tutta notte sta sulla soglia
vende a tutti la stessa rosa.
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con le labbra color rugiada
gli occhi grigi come la strada
nascon fiori dove cammina.
Via del Campo c'è una puttana
gli occhi grandi color...
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28.02.2018
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25.02.2018
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17.02.2018
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All'indimenticabile memoria di ZEUS,
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