…La sicurezza dovrebbe essere un valore fondante della
convivenza civile, condiviso da tutte le forze
democratiche. Tuttavia, se proprio le si vuol dare una connotazione
politica credo che tutelare la sicurezza dei cittadini sia più interesse della
sinistra e delle forze progressiste e meno della destra. Se non altro per
il fatto che la domanda di sicurezza proviene, prevalentemente, dai ceti medi e
meno abbienti i quali si rivolgono allo Stato poiché, a differenza delle classi
agiate, non dispongono di mezzi propri per tutelarsi…
1… In questa campagna elettorale, come nelle
precedenti, da destra e da sinistra si fa un gran parlare del problema della
sicurezza dei cittadini, spesso enfatizzandolo, per sperare di racimolare
qualche manciata di voti. Ma, a parte le furbizie elettorali, la questione
esiste, in Italia e in altri Paesi, e sarebbe il caso di occuparsene
sul serio e non solo nelle campagne elettorali.
Tuttavia, per quanto populista, demagogico sia l’approccio,
sarebbe da stolti non vedere che si tratta di una questione reale e anche
urgente.
Purtroppo, i leader e i loro “esperti” dei salotti televisivi puntano sulla
paura, sul terrore, provocati da un fatto di cronaca più per commuovere che per
far riflettere il pubblico. E quindi dagli al clandestino, allo psicopatico,
all’assassino seriale, al guardone, ecc. Figure che non si possono, certo,
ignorare o sottovalutare, ma che non possono diventare il capro espiatorio di
responsabilità assai più vaste.
A tal proposito, bisogna concepire la “sicurezza” in senso lato
per comprendere tutti gli aspetti connessi che riguardano la vita dei
cittadini.
Insicurezza non é solo il rischio di essere scippati o
abusati, ma anche tutto ciò che mette a repentaglio la salute, la convivenza
civile e sociale, la qualità della vita, le sane abitudini dei cittadini onesti
che rispettano la legalità e pagano le tasse e i tributi.
Sicurezza deve poter significare anche la possibilità di vivere,
lavorare, svagarsi senza essere tartassati da vari tipi di criminalità, da
speculatori finanziari, da usurai senza scrupoli, ecc.
2… Per sicurezza deve intendersi, in primo luogo, la
tutela della vita e della salute umane, la prevenzione, la rimozione delle
cause che ogni anno provocano in Italia diverse migliaia di morti, di
feriti e d’invalidi.
Penso all’alto numero di vittime provocate dagli incidenti
stradali o sul lavoro ai casi di malasanità, dalle aggressioni della
microcriminalità alle violenze di quella organizzata, dal bullismo, dalla
pedofilia allo sfruttamento della prostituzione, dal mercato nero del lavoro
allo smercio di droghe, dagli abusi sessuali ai tanti casi di “femminicidio”,
ecc. Cui si sono aggiunti tanti reati commessi da immigrati, soprattutto
clandestini.
Sommando i dati, in Italia le vittime dell’insicurezza sono più
di quelle provocata da una guerra mediorientale!
Ora, nessuno s’illude o pretende di vivere in una campana di vetro. Viviamo
dentro una società sempre più complicata, impaurita, distratta, egoista, con
meno diritti e opportunità di lavoro e con un garantismo peloso, traboccante e
a senso unico. Stranamente, non ci si pone il problema delle vittime e delle
loro famiglie, ma prevalentemente quello dei loro carnefici.
Per altro, sappiamo, e vediamo, che la sicurezza non é uguale
per tutti.
In Italia (e altrove) vi sono taluni, ristretti gruppi di
cittadini più tutelati (o auto-tutelati), mentre la gran parte della popolazione
è meno o affatto tutelata.
Nessuno s’inalberi, poiché, grosso modo- questa è la situazione del nostro
Paese, specie in talune regioni del Sud e nelle periferie urbane delle grandi
città.
La questione è assai complessa e certo non si può affrontare con
un articolo o con una dichiarazione elettorale. Restano insoluti
alcuni interrogativi, mancano seri progetti di riforma. Si spera che la nuova
legislatura, invece di occuparsi di frivolezze e di vendette sociali
trasversali, metta al centro i veri e più urgenti problemi del Paese e della
nostra società.
La sicurezza è di destra o di sinistra?
A mio parere, la sicurezza dovrebbe essere un valore fondante
della convivenza civile, condiviso da tutte le forze
democratiche. Tuttavia, se proprio si vuol dare una connotazione
politica credo che tutelare la sicurezza dei cittadini sia più interesse della
sinistra e delle forze progressiste e meno della destra.
Se non altro perché la domanda di sicurezza proviene,
prevalentemente, dai ceti medi e meno abbienti i quali si rivolgono allo Stato
poiché, a differenza delle classi agiate, non dispongono di mezzi propri per
tutelarsi.
Il bisogno di sicurezza, infatti, è venuto crescendo nella società,
soprattutto nei settori meno abbienti e perciò meno protetti. Uno
Stato autorevole, efficiente è la migliore garanzia di equità e di giustizia
per i più deboli. Non a caso i ricconi neo liberisti vogliono “meno Stato” e
più mercato!
Sicurezza o ordine pubblico democratico?
Per altro, c’è da notare che il termine “sicurezza” suscita
qualche perplessità, specie se non è accompagnata da un’aggettivazione che la
definisca nel suo valore politico e in armonia col dettato costituzionale e col
diritto internazionale.
Più volte, anche di recente, si è equivocato sul concetto di
sicurezza che, forse, più si addice a un edificio, a un’infrastruttura,
all’integrità territoriale di un Paese, ecc. e meno a un sistema complesso, a una società in evoluzione, in
ebollizione.
Forse, è più opportuno dire “ordine pubblico democratico” che- a mio parere-
meglio definisce il sistema, in armonia con la nostra Carta costituzionale.
Perché sia veramente democratico quest’ordine deve essere organizzato sulla base di uno sforzo,
coordinato e partecipato, di tutte le istituzioni operanti nel territorio, delle
forze sociali e politiche, delle associazioni volontarie di cittadini che
affidano allo Stato la funzione precipua di farlo funzionare, secondo
giustizia, efficienza ed uguaglianza.
In ogni caso la collaborazione dei cittadini mai deve perseguire soluzioni
“fai da te”.
Le ronde, le milizie con le divise o con le camice nere,
rosse, verdi, ecc, sono sempre stati al servizio di un progetto politico
autoritario. Come il ventennio fascista insegna.
Sul territorio lo Stato è uno. Uno solo! E questo Stato affida il compito
del controllo del territorio, dell’ordine pubblico, della sicurezza dei
cittadini alle sue forze dell’ordine le quali devono essere
strutturate, formate e dotate dei mezzi necessari per adempiere al meglio ai
compiti istituzionali. Senza essere distolte per incombenze di tipo
amministrativo o, peggio, per garantire una scorta, sovente solo uno
status-symbol, a una pletora di esponenti politici e di governo.
Garantismo o permissivismo?
Tante sono le cause dell’insicurezza che vanno chiarite e
rimosse, richiamando la responsabilità della classe dirigente che sembra avere
abbandonato la società alla deriva, in balia di un permissivismo eccessivo,
contrabbandato per garantismo. Alla luce delle esperienze e delle tendenze (non
sempre positive) verificatesi nell’ultimo trentennio, sarebbe utile una
rivisitazione dei nuovi codici per correggere certe storture applicative e
certi abusi interpretativi.
Poiché tali “equivoci” hanno creato uno squilibrio fra la giusta
esigenza del recupero dei soggetti deviati e la tutela dei diritti dei
cittadini vittime delle varie devianze.
Insomma, si è capovolto il senso dello Stato democratico, della
sua missione civile che, in primo luogo, è quella di tutelare i diritti dei
cittadini onesti e dopo, se compatibili con tale priorità, anche quelli di chi,
in vario modo, vi attenta.
Chi aspira a governare il Paese deve parlare e proporre con
chiarezza soluzioni idonee. Non bastano le enunciazioni. Soprattutto- ripeto-
le forze di sinistra e progressiste le quali, in quanto rappresentanza delle
forze sociali più deboli e, di fatto, meno tutelate, devono farsi
carico della prevenzione ma anche della giusta repressione dei reati, della
certezza della pena, ecc.
Per non regalare alla destra, al centrodestra il monopolio della
sicurezza.
Agostino Spataro 14 /2/2018