Comune e attualità alessandrina
Gli immigrati tra noi
Giancarlo Patrucco
Qualche giorno fa ero in un bar con un amico. Ogni tanto ci ritroviamo lì, un po’ perché è vicino al centro cittadino, un po’ perché ci siamo abituati così. In fondo ci sono tavolini e poltroncine: ci sediamo e chiacchieriamo tra caffè e dolcetti, come si addice a pensionati quali siamo noi. Mentre stiamo parlando, vediamo avvicinarsi un nero che sembra puntare lentamente verso il nostro tavolo. Il nero si ferma due passi indietro e noi abbiamo la solita reazione a metà fra il disagio e il seccato: l’elemosina anche qui? Cosi, io che ce l’ho praticamente di fronte scuoto la testa, alzo un braccio e, gentilmente, dico: - abbiamo già dato amico. - Il che è pure vero, almeno per me. Il nero sembra capire. Increspa le labbra in un sorriso e indica con la mano tesa alla parete dietro di noi. - Il quadro – fa. - Quello. Solo allora mi giro e mi rendo conto che sì, dietro di me c’è un enorme quadro a cui avevo sempre dato qualche occhiata distratta: una marina, con l’acqua che si infrange sulla scogliera. Guardo con più attenzione e dico: - Sai come si chiama quella costa? Il nero scrolla la testa e mi fa: - No, ma è in Francia - e lo dice come se lui ci fosse già stato prima. Poi, guarda ancora, si gira e se ne va, mentre io capisco di colpo che quello dev’essere il luogo, o comunque un luogo molto simile a quello dov’è arrivato coi barconi. A giudicare dall’età che dimostra, non molto tempo fa. La storia, in sé quasi banale di questi tempi, in cui un nero (o di chissà quale altro colore) si avvicina solo per tendere la mano e chiederti qualche moneta diventa improvvisamente meno banale e meno consueta. Tanto poco consueta che mi vergogno un po’ per averla considerata tale e, improvvisamente, vorrei trattenerlo per sapere di lui qualcosa in più: da dove arriva, come si chiama, che fa e che ha intenzione di fare qui da noi. Ma lui già arretra mettendo le mani avanti come in un gesto di scusa, mentre il mio imbarazzo cresce. Incontri come questo sono ormai consueti nelle nostre città e l’attuale campagna elettorale, in perenne cerca di scontri, non ha perso l’occasione per fare del fenomeno migratorio uno degli argomenti più roventi e divisivi. Già, si sa, in Italia si polarizza sempre, spingendo le posizioni oltre il limite del conciliabile per speculare su qualche voto in più. Le tesi estreme sono attualmente così riassumibili: una, intorno alla quale si riuniscono le bandiere della destra, da quella leghista di Salvini ai nostalgici del fascio littorio, lancia appelli su appelli da qualunque talk show, gridando che quella a cui dobbiamo far fronte è, né più né meno, una vera e propria invasione. Ecco quindi che ogni italiano deve correre a respingere gli invasori, se occorre sul bagnasciuga, ma preferibilmente cercando di impedir loro di giungere fin qua. In caso diverso, saremo sopraffatti, le nostre donne stuprate, e la “razza” italica (si è detto persino così), derubata del lavoro e della sua identità; l’altra tesi fa appello alla storia e può essere riassunta grosso modo con queste parole: se l’attuale ondata di migranti arriva da noi è anche un po’ colpa nostra. Chi è andato, tra ‘800 e ‘900, a spogliare e depredare le loro terre se non gli europei? Certo, non le ultime generazioni, che comunque di quel massacro si sono indirettamente avvantaggiate per costruire grandi palazzi, splendide chiese, ponti, strade, ferrovie. Quanto c’è di sudore nostro e quanto sangue loro nel modo di vivere occidentale, tutto consumi, supermarket e tv?
Nel continuo frastuono della politica, comunque si sforza di farsi sentire una terza posizione, la quale tenta di conciliare quel che si può: l’esodo è biblico e nessuno vi si può opporre con qualche speranza di fermarlo. Però è possibile contenerlo, disciplinarlo, organizzarlo e distribuirlo meglio di quanto ora non si fa. Questa posizione, forse troppo ragionevole per trovare ascolto in un Paese preda delle convulsioni elettorali, è condivisa da forze politiche moderate e senz’altro benedetta da papa Francesco. E’ anche pure, più modestamente, la mia e vi chiedo di ascoltarla. Da cosa faremo dell’immigrazione dipende molto di ciò che sarà dell’Europa e di noi.
20/02/2018 18:07:33
20.03.2018
Dario Fornaro
Da non crederci. Vent’anni fa
si cominciò a discutere – con qualche ragionevole prospettiva - di come “valutare lo stato di conservazione,
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Così...
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11.03.2018
Claudio Lombardi
Alessandria sperimenterà una soluzione rivoluzionaria che abbatterà le pericolosissime polveri sottili (PM10,2,5 etc) rendendo aria di alta montagna la mefitica aria che in certi periodi dell’anno respiriamo nella nostra città. Si tratta di fioriere che posizionate in vari punti assolveranno a questa...
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04.03.2018
Dario Fornaro
Verso la fine del settembre
scorso commentavamo – sotto il titolo “Calma piatta” - i primi mesi della nuova Giunta comunale. Il titolo alludeva ad una
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nessuna critica; anzi trapelava un certo apprezzamento per un esordio
meno polemico e stralunato di...
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26.02.2018
Angelo Marinoni (*)
La recente inchiesta del giornale “Il Piccolo” di Alessandria pubblicata il 23 febbraio scorso circa le criticità del comparto ferroviario alessandrino è lodevole in quanto affronta un tema storicamente sottovalutato dalla classe dirigente, ma impone alcuni commenti e riflessioni.Nella pagina dedicata...
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20.02.2018
Dario Fornaro
Abusiamo del titolo lapidario
di Jane Austen, ma, nel seguito di questa nota, mentre per l’orgoglio
siamo in linea di significati, per
il pregiudizio il discorso si articola un po’
diversamente Necessita cioè di significativi adattamenti alla vicenda della
Borsalino degli ultimi decenni, con relativo...
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20.02.2018
Giancarlo Patrucco
Qualche giorno fa ero in un bar con un amico. Ogni tanto ci ritroviamo lì, un po’ perché è vicino al centro cittadino, un po’ perché ci siamo abituati così. In fondo ci sono tavolini e poltroncine: ci sediamo e chiacchieriamo tra caffè e dolcetti, come si addice a pensionati quali siamo noi. Mentre stiamo...
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07.02.2018
Dario Fornaro
Catafalco denomina, in senso
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esposta in chiesa o nella civile camera ardente. Normalmente minimale, ormai,
ma con importanti trascorsi di luttuosa, barocca scenografia. Di qui,
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ad...
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21.01.2018
Dario Fornaro
Il “secondo ponte” sulla Bormida riveste da tempo per l’alessandrino – città e ampi dintorni – caratteri di chiara necessità per la
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anche un andamento carsico: ogni tanto
se ne parla, poi lunghi silenzi, poi se ne riparla…...
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08.01.2018
Dario Fornaro
Al villan non far sapere..
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Il Centrodestra alessandrino
– in sella da sei mesi a scapito dell’uscente Centrosinistra - sta cominciando a sperimentare sulla sua
pelle una sorta di destino meta-politico che colpisce tutte le Amministrazioni
in carica, indipendentemente dalle insegne inalberate.
Se...
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02.01.2018
Dario Fornaro
La vicenda recente della Borsalino, con il fallimento –
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Alessandro
Gassman e Marco Giallini sul grande schermo
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Al Teatro Sociale tornano i tanto attesi appuntamenti del Sabato
Pomeriggio in Famiglia quest'anno una...
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Movimenti per la Terra e il Paesaggio annuncia che il Gruppo di Lavoro
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I MARCHESI DEL MONFERRATO NEL 2018
Si è appena concluso un anno particolarmente intenso di
attività,...
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Stephen Jay Gould
Alessandro Ottaviani
Scienza
Ediesse 2012
Pag. 216 euro 12
New York, 10 settembre...
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online economiaepolitica
http://www.economiaepolitica.it/lavoro-e-diritti/diritti/scuola-sanita-e-servizi-pubblici/servizio-sanitario-nazionale-a-prezzo-regionale-il-paradosso-del-ticket/...
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Il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” presenta il
suo nuovo progetto per il 2018: le celebrazioni...
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Segnaliamo un interessante articolo comparso sulla rivista
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A conclusione di un intenso lavoro, avviato...
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Segnaliamo il libro di Agostino Spataro, collaboratore di Cittàfutura su un argomento sempre di estrema...
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