«Gandhi, in una lettera a Sarojini Naidu, si definì una volta scherzosamente “mystic spinner”, ossia “filatore mistico”.
Questa sua espressione scherzosa e unica rappresenta un suggerimento centrale per guidarci a ricomprendere noi attraverso la figura del “Mahatma”, il profilo insieme mistico e politico del grande testimone della nonviolenza del secolo scorso, per aiutarci a trascendere la sterile dialettica entro la qualenoi siamo caduti , così come molte interpretazioni di Gandhi si dibattono da tempo, ovvero quella che pone come alternativa la natura mistica a quella politica.
Gandhi fu al 100% un politico, capace di orientarci a comprendere la natura insieme umana e immanente, ma anche trascendente dell’atto politico.
E Gandhi fu al 100% un mistico ed è tra i testimoni di una comprensione rinnovata dell’esperienza mistica.
L’opera gandhiana deve essere dunque intesa sia come insieme delle sue azioni che come insieme dei suoi scritit, vita e opera sono inscindibili.
Così come utopia e disincanto sono inscindibili, ad ognuno di noi essere la differenza.
Un pensiero per il nostro indimenticabile compagno di strada Fulvio Manara che ha dedicato il suo lavoro alla non violenza.
Patrizia Gioia
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