Ieri (il riferimento è al 14 marzo u.s.), a stare alle cronache di stampa, il
ministro allo sviluppo economico e neo-PD Calenda,che era presente a Bari
con Prodi a presentare il libro di Giovannini sull’utopia sostenibile, avrebbe
pronunciato, tra le altre cose, una importante affermazione: “ Serve un piano
di rinascita” colpendo poi con affermazioni importanti tutte le ipotesi di
crescita del centrosinistra italiano ed europeo degli ultimi venti anni.
Ora se simili frasi corrispondono al vero
noi Verdi, duramente colpiti dal recente risultato elettorale, potremmo essere
solo contente e contenti poiche’ finalmente qualcuna o qualcuno ha colto il
significato storico della portata della sconfitta elettorale del 4 marzo 2018,che
deve essere ancora metabolizzata ed analizzata fino in fondo, ma ci piacerebbe
sapere a questo punto come Calenda pensi di “rinascere” ?
Noi Verdi savonesi ci permettiamo di dare
alcune idee partendo dall’assunto che la sconfitta è stata di portata storica e
quindi l’impegno al cambiamento dovrà essere di lunga durata per riaffermare
principi di libertà, democrazia ed Europa tipici dei paesi democratici.
In primo luogo crediamo che occorra
assumere finalmente l’assunto nazionale che ognuna e ognuno di noi si debba
assumere le proprie responsabilità, facendo proprio il senso del dovere, che
deve caratterizzare ogni attività, in particolare se pubblica, precisando
inoltre che il diritto nasce solo dalla legge e non dalla concessione di
speciali dispense e favori. Si tratta di una frase forse ormai “fatta” ma
dinanzi alla grave situazione di fenomeni di criminalità mafiosa, di corruzione
e di aree di tolleranza “grigia” occorre combattere fino in fondo queste forme
per riaffermare lo stato di diritto.
In secondo luogo crediamo che occorra una
riforma in senso federalista dell’Europa, che ha garantito al continente
settanta anni di pace, ma anche una riforma istituzionale dell’Italia, che però
venga condivisa in un processo partecipativo grande e coinvolgente e che punti
ad un forte ammodernamento dello stato nel rispetto del principio della
sussidiarietà orizzontale e dell'affermazione della società civile.
In terzo luogo riteniamo indispensabile
combattere il cambiamento climatico tramite, ad esempio, l’abbandono delle
fonti fossili, una politica di manutenzione territoriale, una decisa svolta
verso il risparmio e il riuso dei rifiuti, intesi come risorsa, una politica a
favore della gestione pubblica dell'acqua per affermare quella riconversione
ecologica dell’economia a cui da tempo guardiamo.
A Savona noi continuiamo a proporre nel
silenzio del PD e delle forze moderate o di estrema sinistra: a) l’abbandono di
ogni progetto che preveda nuovo consumo del suolo e nuovo cemento; b) l’avvio
della raccolta differenziata spinta e porta a porta insieme alla riduzione alla
fonte e al riuso; c) un forte impegno a favore della cultura, che possa
divenire l’elemento centrale per la rinascita di una coscienza civile della
città e del paese.
Cordiali Saluti
Danilo Bruno