Associazione Città Futura - Logo
Ambiente
Non solo "Clara e Buona"
Barbara Tartaglione
Con estrema franchezza: occuparsi di una discarica e non di Solvay è come preoccuparsi della pagliuzza nell’occhio piuttosto che della trave.

A un titolo a cinque colonne (es. La Stampa/Piero Bottino) “Una discarica alla mercè del Bormida” riferita alla cava “Clara e Buona”, dovrebbe in proporzione corrispondere un intero giornale dedicato allo stato attuale della falda sottostante la Fraschetta. Semmai è il Bormida, e non solo, alla mercè della Solvay. Si comprende che i giornali preferiscono non disturbare i grossi padroni dell’inquinamento, tanto più perché non lo fanno i politici e gli amministratori pubblici, si comprende un po’ meno che la popolazione tenda ad esorcizzare i pericoli più gravi cercando di ignorarli (ma non affrontandoli), non si comprende affatto che Associazioni ambientaliste e Comitati si sparpaglino a difendere ciascuno l’innaffiatoio del proprio orticello. Ma che senso ha impedire a Spinetta Marengo l’ipotetico inquinamento della falda dai rifiuti del Tav Terzo Valico, quando questa falda è già ai livelli massimi di inquinamento? Come minimo, mentre ci si batte per impedire il peggioramento dell’amianto, ci si batta per conseguire la bonifica della falda (ammesso e non concesso che non stia diventando irreversibile), altrimenti il Terzo Valico aggiungerebbe un cucchiaino al lago di veleni ben più potenti e pericolosi. Analoghe considerazioni valgono per la grande lotta dei Comitati della Valle Bormida. O ci si mette in testa che la falda è unica, che la battaglia deve essere unica, che l’unione fa la forza, altrimenti sono tutte battaglie perdenti e inutili. Tutte le battaglie sono perdenti se non si affronta la bonifica della Solvay di Spinetta Marengo. Non lo dico io, lo ammette la sentenza della Corte di Assise di Alessandria che svolge una analisi esemplare dello stato di inquinamento… per poi non trarne le conseguenze sul piano delle condanne ai veri responsabili (piuttosto che ai pesci minori).  Vediamo in breve cosa ebbe sanzionato in sentenza la Corte, sottolineando che oggi l’avvelenamento della falda è rimasto tale, anzi aggravato, nell’indifferenza e nell’inerzia delle autorità pubbliche e della politica, compresi gli organi di informazione e ahimè parte del mondo ambientalista.

E’ indubitabile che il disastro ecologico di proporzioni immense c’è, scrive il Tribunale, “non solo rilevante ma difficilmente reversibile”.  La sentenza dimostra, con puntigliosa analisi della vicenda storica all’origine del procedimento, dei dati di indagine e del percorso dei contaminanti, del modello idrogeologico del sito, dimostra che la falda della Fraschetta, tanto quella superficiale che quelle profonda, per chilometri a monte addirittura dello stabilimento di Spinetta Marengo e fino al fiume Bormida,  senza soluzione di continuità fra Ausimont e Solvay, è fortemente e -in progresso inquinata- ( avvelenata n.d.r.) da un cocktail di sostanze tossiche e cancerogene immesse nel passato e/o nel presente dall’industria chimica, “con concentrazioni superiori ai valori di soglia di parecchie decine di volte, di centinaia di volte, talvolta anche di migliaia di volte” (sic). La Corte dimostra inoltre, documentalmente, che i dati del grave inquinamento (avvelenamento) erano conosciuti tanto da Ausimont che dalla subentrante Solvay, anzi nascosti agli Enti pubblici, edulcorati, in doppia forma, contraffatti. Con altrettanta puntigliosità la Corte analizza le cause dell’inquinamento (avvelenamento) della falda, conosciute e nascoste e contraffatte tanto da Ausimont che da Solvay: le discariche non autorizzate e gli stoccaggi tossico cancerogeni, le perdite di acqua di processo e di raffreddamento (300 mc/h), le perdite di rete fognaria, l’assenza di manutenzioni, il dilavamento e la percolazione anche delle acque meteoriche, l’alto piezometrico, quanto meno 800.000 metri cubi di terreno contaminato pari a oltre 1.150.000 tonnellate. E dimostra, tanto per Ausimont che per Solvay, che non solo l’inquinamento (avvelenamento) era conosciuto ma anche che dello stesso si ritardasse la bonifica con diversioni, menzogne, silenzi strategici, inutili pozzi barriere, “il tutto equivalente a produrre contaminazione e ad aggravala “(sic). La Corte di Assise di Alessandria dimostra inequivocabilmente il dolo (anche se poi non lo sanziona con condanne coerenti), scrive : “Si può affermare  che, a fronte di un sito altamente contaminato, fonte di grave inquinamento veicolato nella falda acquifera sottostante lo stabilimento e migrante all’esterno, potenziato nei suoi effetti di dispersione da ulteriori condotte attribuibili alla gestione industriale per l’esistenza di perdite che incrementavano il percolamento, la solubilizzazione, la lisciviazione dei contaminanti di cui il terreno era intriso, nessun reale e serio intervento è stato compiuto, nel periodo di imputazione, per la rimozione delle fonti inquinanti (terreni contaminati), l’eliminazione delle perdite  che cagionavano la diffusione delle sostanze tossiche, il contenimento del flusso della sua espansione verso l’esterno”. La falda inquinata (avvelenata) è qualificata espressamente “riserva idrica” dal Piano regolatore comunale e dal Piano di tutela delle acque della Regione, dunque trattasi di acque destinate all’alimentazione. La sentenza, elencando il numero dei pozzi privati e pubblici, definisce infine: “In conclusione. Poiché molteplici sono le fonti di attingimento anche per uso alimentare dalla falda sottostante lo stabilimento e le zone limitrofe, la Corte afferma che l’acqua in esso [acquifero] contenuta era destinata (anche) all’alimentazione”. Secondo la Corte, dal punto di vista qualitativo non c’è dubbio che trattasi di “veleni” tossico cancerogeni, senza considerare che sono combinati in un cocktail con effetti probabilmente esponenziali. Scrive: “Quanto all’attingibilità, basterà evocare i pozzi della cascina Pederbona, investita in pieno dal pennacchio di contaminazione che fuoriusciva dallo stabilimento, pozzi che, durante tutto il periodo di imputazione, hanno fornito acque irrigue per le colture dell’azienda agricola e per l’abbeverata degli animali da latte, quindi per scopi strettamente connessi con la vita umana, anche sotto il profilo dell’alimentazione, sia pure mediata, attraverso i prodotti dell’allevamento”. Di più, aggiungo che il pozzo dell’acquedotto denominato Bolla, che pesca in falda profonda, è stato addirittura chiuso dall’Arpa, e che il pozzo 8, destinato ai lavoratori e ai cittadini del sobborgo, che già nel 1988 l’azienda considerava pericoloso e da chiudere, che pesca a 100 metri dunque in falda profonda, posto addirittura sotto lo stabilimento, vietato in zona di rispetto e tutela assoluta, addirittura tenuto in funzione anche dopo l’avvio 2001 della (presunta) bonifica, addirittura attivo fino al 2008 apertura processo, ebbene il pozzo 8 aveva “ concentrazioni di cromo esavalente e tetracloroetilene che hanno superato” e non di poco! “anche i limiti del D.Lgs 31/01 sulle acque potabili”! E che l’altro pozzo, denominato 2, ad uso potabile dentro lo stabilimento, superficiale e sicuramente avvelenato, viene chiuso solo nel 2001. Infatti non si può dimenticare (a conferma della mia) la testimonianza della stessa teste della difesa Solvay: sui rubinetti dei servizi dei dirigenti era apposto il cartello ACQUA NON POTABILE; mentre tutti gli altri dipendenti e abitanti erano tenuti all’oscuro!  Nessun risarcimento alle parti civili a titolo dei decessi e delle malattie, di cui il processo non si è occupato. 

Quanto sopra è ciò che ha sanzionato la sentenza. Dopo di che l’avvelenamento della falda è rimasto tale, anzi aggravato, in quanto -nell’indifferenza delle autorità pubbliche- in sede penale non è stato previsto il danno ambientale chiesto dal Ministero dell’Ambiente (100 milioni di euro come provvisionale) per omessa bonifica, avvelenamento della falda profonda e del territorio, e del fiume Bormida, né il danno alla salute dei cittadini.

Aggiungiamo, a tragico corollario, la superficialità della classe politica alessandrina che si occupa, giustamente, del “Registro Tumori” senza rendersi però conto che esso è solo una parte dell’ “Indagine epidemiologica”, dunque uno strumento monco, insufficiente. Così come sarebbe monca una indagine epidemiologica limitata al solo Comune di Alessandria (che comunque non c’è). Quando finalmente i Comuni della Fraschetta si faranno carico (soldi alla mano, non chiacchiere) delle dettagliate proposte, che tutti hanno ricevuto da Medicina democratica, per una Indagine epidemiologica della Fraschetta, sarà sempre tardi. Sarà sempre tardi quando si muoverà l’assessore del Comune capoluogo, che abbiamo investito del compito di raccordo intercomunale.    

 

Barbara Tartaglione

Responsabile della sezione provinciale di Alessandria di Medicina democratica Movimento di lotta per la salute.

13/01/2017 21:57:15
10.03.2018
Claudio Lombardi
Alessandria sperimenterà una soluzione rivoluzionaria che abbatterà le pericolosissime polveri sottili (PM10,2,5 etc) rendendo aria di alta montagna la mefitica aria che in certi periodi dell’anno respiriamo nella nostra città. Si tratta di fioriere che posizionate in vari punti assolveranno a questa...
 
08.03.2018
ATTAC Piemonte
Olimpiadi, neve e sciamani Il 2026 sembra lontano ma è già incominciato il rollio dei tamburi per invocare nuovamente le Olimpiadi invernali a Torino. Sembra una danza sciamanica della pioggia (di contributi); ma con minor onestà intellettuale degli sciamani (nulla ce ne voglia tale onesta categoria)...
03.03.2018
Antonello Brunetti
A distanza di 27 anni, dalla Presidenza del Consiglio, un rapporto afferma che le tratte TAV in fieri “non sono giustificate dai numeri e che le previsioni sono ormai smentite dai fatti” INUTILITÀ - È demoralizzante constatare che sono occorsi quasi trent’anni da quando il Sole XXIV ore di fine 1991...
 
03.03.2018
Claudio Pasero
Recentemente i media hanno dato la notizia della nuova sperimentazione che la città di Alessandria si appresta a portare avanti per contrastare il drammatico problema dell’inquinamento atmosferico; un dispositivo analogo ad altri “miracolosi” pannelli in grado di assorbire le micidiali polveri sottili...
10.01.2018
Ente Regionale Parco del Po VC - AL
Una bella persona di cui sentiremo la mancanza. Senza di lui non ci sarebbe nè la "Garzaia di Valenza" (dal nome di quei deliziosi uccelli bianchi chiamati "garzette") e non ci sarebbero i parchi fluviali del Po, tutti e tre, non solo quello di competenza valenzana. Un uomo che ha saputo perfettamente...
 
02.01.2018
Pro Natura Regione Piemonte
Sulla base di una segnalazione circostanziata di Legambiente, cominciano a farsi sentire anche altre associazioni ambientaliste preoccupate per quanto sta succedendo a Casale M.to. La possibilità di poter avere un impianto pilota di studio e sperimentazione sull'energia da "fusione nucleare" ha portato...
12.12.2017
Marco Grimaldi
In data 12 dicembre 2017 l’Assessora Pentenero ha risposto all’interrogazione urgente in merito allo stato dei lavori per il contrasto del dissesto idrogeologico.Fonti giornalistiche hanno infatti riportato che al Piemonte servirebbero 759 interventi, per un valore complessivo di quasi un miliardo e...
 
04.12.2017
AFEVA Casale M.to
Vittoria in Brasile: amianto, STOP dalla Corte Costituzionale!Ci è giunta notizia dall'Associazione delle vittime dell'amianto del Brasile e dalla "pasionaria" Fernanda Giannasi che la Corte Costituzionale brasiliana (Supremo Tribunale Federale) ha dichiarato incostituzionale l'uso dell'amianto in Brasile....
30.11.2017
Piero Belletti
Pubblichiamo con piacere la lettera in questione di cui condividiamo contenuti e motivazioni...Sig. Assessore alla Caccia – Regione Piemonte Caro Assessore, quando lo scorso anno fu presentata la proposta di riequilibrare la rappresentatività dei componenti i Comitati di Gestione degli ATC e dei CA...
 
30.11.2017
Eva Sirinathsinghji & Mae-Wan Ho
Il glifosato ha contaminato terra, acqua, aria e il nostro approvvigionamento alimentare; i livelli massimi consentiti sono aumentati di 100-150 volte nell'Unione europea .......e l'ambiente accumula (...ma non smaltisce...). ... L'uso di erbicidi a base di glifosato, in particolare la formulazione Roundup...
Segnali
Alessandro Gassman e Marco Giallini sul grande schermo ...
Al Teatro Sociale tornano i tanto attesi appuntamenti del Sabato Pomeriggio in Famiglia quest'anno una...
Segnaliamo un articolo comparso sulla rivista economiaepolitica.it in cui si sostiene la tesi che le...
Segnaliamo un interessantissimo articolo di Rosa Canelli e Riccardo Realfonzo sulla crescente disuguaglianza...
Il Forum dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio annuncia che il Gruppo di Lavoro Tecnico-Scientifico...
Segnaliamo un interessantissimo articolo del prof. Felice Roberto Pizzuti docente di Politica Economica...
I MARCHESI DEL MONFERRATO NEL 2018 Si è appena concluso un anno particolarmente intenso di attività,...
Stephen Jay Gould Alessandro Ottaviani Scienza Ediesse 2012 Pag. 216 euro 12​ New York, 10 settembre...
Segnaliamo un interessante articolo comparso sulla rivista online economiaepolitica http://www.economiaepolitica.it/lavoro-e-diritti/diritti/scuola-sanita-e-servizi-pubblici/servizio-sanitario-nazionale-a-prezzo-regionale-il-paradosso-del-ticket/...
Segnaliamo, come contributo alla discussione, un interessante articolo comparso sul sito “Le Scienze.it” Link:...
Il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” presenta il suo nuovo progetto per il 2018: le celebrazioni...
Segnaliamo un interessante articolo comparso sulla rivista online economiaepolitica http://www.economiaepolitica.it/politiche-economiche/europa-e-mondo/la-ripresa-e-lo-spettro-dellausterita-competitiva/...
DA OGGI IN RETE 2500 SCHEDE SU LUOGHI, MONUMENTI E PERSONAGGI A conclusione di un intenso lavoro, avviato...
Segnaliamo il libro di Agostino Spataro, collaboratore di Cittàfutura su un argomento sempre di estrema...
Memoria Pietro Ingrao Politica Ediesse 2017 Pag. 225 euro 15 Ha vissuto cent’anni Pietro Ingrao...
News dai media nazionali:
Ultime Notizie
facebook
"Citta` Futura on-line" è la testata giornalistica dell`associazione Citta` Futura registrata 
in data 20 gennaio 2012 con atto n°1 presso il Registro della Stampa del Tribunale di Alessandria.
Redazione Mobile:  +39.3351020361 (SMS e MMS)  - Email: cittafutura.al@gmail.com 

Oltre le informazioni. Opinione ed approfondimento.