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I nostri editoriali
L' ARAL e la partita doppia
Dario Fornaro

E’ comprensibile, di questi giorni, la chiamata alle armi della politica e degli amministratori locali intesa a “salvare l’ARAL”, cominciando col sollecitare ai soci (in pratica al Comune di Alessandria, azionista di stragrande maggioranza) il reintegro del capitale eroso. La presuppongono, in primis, la preoccupazione di garantire ai cittadini la continuità di un servizio cruciale quale lo smaltimento finale dei rifiuti urbani, ma anche, in stretta sequenza, la “necessità” di scongiurare il fallimento della Società perché, come spesso accade, nei “libri da portare in tribunale” si potrebbero poi rintracciare pagine sgradevoli  in ordine alle gestioni trascorse. Meglio quindi, se possibile, evitare  che compaia in scena, nominato dal Tribunale, un Curatore che dovrebbe, tra l’altro, raccapezzarsi sulle cause, le modalità e le responsabilità – non solo genericamente politiche – del “finale di partita” come giudizialmente acclarato.

Non a caso questo secondo aspetto comincia a farsi largo sui “media” locali laddove la consueta vulgata attribuiva le disavventure dell’ARAL al solito.. destino cinico e baro.

Non a caso la rete di protezione politica – dispiegata con successo dalla sempiterna dirigenza attorno alla chiacchierata Società – ha cominciato a cedere e si comincia a parlare di importanti investimenti  strategicamente sbagliati, o comunque eccessivi ( tipo la mega operazione compostaggio ?) da ripagare, necessariamente, operando sul libero mercato degli smaltimenti ben oltre i limiti (20%) consentiti dal regime pubblicistico “in house”, ridotto a paravento per sottrarsi all’obbligo di affidamento per gara.

 Probabilmente se in ARAL  non si fosse corso qualche rischio di troppo – in termini di andirivieni rifiuti – avrebbe continuato a funzionare l’adagio “occhio non vede, bilancio non duole”.

Non a caso, infine, ciò che si sussurrava tra gli addetti ai lavori è tracimato recentemente  al pubblico:  sfruttando a gran forza - per motivi d’incasso e clientela esterna -  la capacità di ricevimento/riempimento della discarica di Solero-Quargnento, questa importante, decisiva risorsa per i comuni consorziati sta andando ad esaurimento in tempi  drammaticamente ridotti. Si parla di un anno o poco più e di conseguenti problemi di smaltimento che si manifesterebbero, già nel 2019,  senza che alcuna , attendibile alternativa (discarica ) sia oggi alle viste per Alessandria e comuni cugini. Buoni e spesso lodati incassi, messi a segno mangiandosi il  futuro del servizio istituzionale: discutibile opzione,  travestita  brillantemente da stato di necessità!

Una situazione che a breve, salvo altre limitate deroghe d’emergenza sull’altezza del cumulo in discarica, sposterebbe di fatto l’asse degli smaltimenti dall’interramento all’incenerimento. Visti, infatti, tempi e difficoltà per “inventare” una nuova discarica di zona e, per converso, le attese di conferimento rifiuti manifestate  dai grandi impianti di “termovalorizzazione” presenti in Piemonte (Torino-Gerbido) o regioni vicine.

Questo, stando almeno alle cronache, è il punto al quale è pervenuta, allo spirare dell’anno in corso, la complessa vicenda ARAL che, addentellati giudiziari a parte, sembra preludere comunque alla sua perdita d’identità/autonomia local-provinciale  e al determinante ingresso nella compagine sociale, rimodellata o rifondata, di  un Soggetto Forte individuato tra quelli che già operano, con credenziali di caratura nazionale (mono o multiutility) nel campo dei rifiuti e smaltimenti.

ARAL, cioè, si avvierebbe a pagare, con gli interessi, l’astuta ambizione degli anni scorsi di operare in “partita doppia”. Che non è ovviamente quella tecnica contabile codificata dalla ragioneria, ma, evoca bensì, ai nostri fini, l’intendimento  di agire simultaneamente su due tavoli, quello pubblico e quello privatistico, mirando al ruolo più gratificante di brokeraggio degli smaltimenti più che di normale operatore sul campo.

Prima AMIU (fallita e ricoverata nella Grande AMAG), adesso ARAL (in grande affanno). Non portano bene i rifiuti alla politica alessandrina (o la politica ai rifiuti).

 


20/12/2017 11:56:19
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