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Libri
L’amore segreto tra Lenin e Inessa Armand
Patrizia Gioia

Qualche volta accade che , nonostante tutte le circostanze del momento siano contrarie, c'è un sentire profondo che persiste, incalza e vuole vita.

Chi scrive come me sa di che sta parlando; potremmo chiamarlo "ispirazione", senza per questo pretendere d'essere"ispirati da spiriti divini" , ma nel caso del libro di cui vi voglio parlare mi è apparsa evidente "la voce" di una donna che chiamava nuova vita, che voleva che la sua passione potesse , in altro tempo storico differente dal suo, godere di quell'ufficialità che l'amore pretende sempre, checché se ne dica: l'amore vuole urlarla la sua passione, vuole che i visi degli amanti siano conosciuti al mondo intero, vuole che i loro nomi siano per sempre incisi nella pietra angolare dell'infinito. 

Proprio il contrario del titolo del libro " Di questo amore non si deve sapere. La storia di Inessa e Lenin” (Ponte Alle Grazie Editore, Firenze, 2016)  raccontata da Ritanna Armeni, giornalista e scrittrice che tutti ricordiamo, conduttrice anni fa della trasmissione televisiva "Otto e mezzo".

Ma come, qualcuno dirà subito, i comunisti non solo mangiano i bambini, ma anche si innamorano? - Ma certo, per gente capace di passione rivoluzionaria , la passione d'amore gioca in casa, si veste di rosso, agita legami coniugali e cuori, non solo la falce e il martello. Lenin era sposato con Nadezda Krupskaia, ma il grande amore della sua vita fu quello per Ines (qui Inessa) Armand.

Al di là del racconto di un capitolo inesplorato e sorprendente nella saga dell'Ottobre rivoluzionario, dove amore e politica finalmente s'intrecciano senza separazione alcuna (come del resto ogni cosa della nostra vita ), al di là dello scoprire un Lenin inedito e umanissimo, un Lenin che da vero rivoluzionario sa piangere , quello che più mi ha commossa e confortato nel mio sentire, sono le coincidenze significative che la Armeni vive e che la inducono e la conducono a scrivere questa storia, quasi ci fosse la presenza di una gentile e indomita mano che via via le fa trovare sulla strada quelle "insignificanti cose della vita "che parlano solo a chi le sa vedere e ascoltare: una chiave trovata per terra ( e questa volta addirittura due ), una normale ricerca su Ebay che apre ad un sorprendente incontro: un certo "Petruccio" foriero di una serie di libri, ormai fuori commercio, sulla vita della nostra protagonista e una data ancor più significativa: il 9 ottobre, il giorno in cui Ritanna si accingeva a scrivere su Inessa cominciando con il racconto del suo funerale, realizza che il funerale fu proprio il 9 ottobre del 1920.

Inessa chiama e Ritanna l'ascolta e lo scrive questo libro perché - per fortuna - è sempre più forte tenace e appassionata la voce del femminile rispetto a quella di un maschile che davanti all'impeto dell'amore sa solo mettere inutili  difese : “Ma a chi vuoi che freghi di un amore di Lenin?”

Non è l'amore di Lenin che questo libro racconta, per lo meno non è solo dell'amore di Lenin che si parla in queste pagine. Vi si parla di sentimenti, passioni, esperienze, ricordi; si parla di quel fuoco interiore che ci fa vivere e ci fa morire. Si parla di uomini e donne che in ogni tempo hanno creduto nella dignità dell'umano, che hanno lottato, anche a dispetto della propria vita, per rimettere al centro il centro della Vita: la speranza di un mondo possibile e migliore.     

Ma si parla anche di come un uomo sia spesso incapace di vedere la grandezza della donna che gli sta accanto; si parla di umiliazioni, di offese, di presunzione, di altruismo, di devozione e spirito di sacrificio e di come troppo spesso e ormai in ritardo un uomo comprenda quello che ha perduto.

Perdere la possibilità di un amore che ci avrebbe resi migliori è come perdere la rivoluzione. Non è vero?.

       

27/03/2017 09:42:06
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