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Schedario piemontese
Borgoratto (Alessandrino)

Schede storiche-territoriali dei comuni del Piemonte
Comune di Borgoratto Alessandrino
Redazione a cura di Marco Battistoni – Sandro Lombardini

 

Comune: Borgoratto Alessandrino
Provincia: Alessandria
Area storica: Alessandrino
Abitanti: 614 (censimento 1991); 626 (dati comunali 1999).
Estensione: 682 ha (ISTAT); 660 ha (SITA).
Confini: Carentino, Castellazzo Bormida, Frascaro, Gamalero, Mombaruzzo, Oviglio.
Frazioni: Secondo i dati del censimento del 1991, la popolazione risiede per quasi il 90 per cento in un “centro”, con una modesta presenza di “case sparse”.
Toponimo storico: "Burgoratus" e "Burgiratus" (o nella forma staccata di "Burgus ratus") sono le varianti attestate nelle fonti dei secoli XIII e XIV. “Burgoratus”, “Burgus Ratorum Alexandrinorum”, “Borgorato”. Borgorato Alessandrino dal 1 febbraio 1863.
Diocesi: Alessandria dalla sua fondazione.
Pieve: Non si hanno attestazioni. Dal 1602 la parrocchia di Borgoratto fu sottoposta alla giurisdizione del vicariato foraneo di Gamalero.
Altre presenze ecclesiastiche: E’ probabile che la “ecclesia sanctae Mariae de Burgorato” documentata nel 1222, dotata della prerogativa di esigere decime, fosse parrocchiale. La chiesa non compare tuttavia negli estimi delle chiese del contado e della diocesi alessandrina redatti attorno alla metà del XIV secolo. Si può ipotizzare che ciò sia dovuto all’assenza di un patrimonio fondiario, che invece risulta presente all’epoca delle visite pastorali tardocinquecentesche (1576 e 1593). La debolezza di questa base fondiaria è comunque rivelata dall’impossibilità di costituire un vero e proprio beneficio e dalla conseguente necessità per il parroco di fare affidamento su contribuzioni sollecitate presso i parrocchiani e sulla stretta riscossione delle “primizie” cui ha dirittto. In effetti dopo un’ultima conferma nel 1621 del suo status di “rettoria collativa”, la parrocchia fu ridotta a “rettoria manuale e mercenaria”. In seguito, l’esazione delle decime non mancò di suscitare tensioni con i parrocchiani, parzialmente risolte con una convenzione del 1781. Nei primi decenni del secolo XVII, la dedicazione della chiesa appare quella di “sancta Maria de Curiae”. Essa fu però ricostruita sotto il titolo di Maria Vergine Assunta nel 1668. Nel secolo XVIII è attestata la presenza della “chiesa campestre” intitolata a San Bernardo (patrono di Borgoratto), dotata di un modesto lascito annuo (30 lire di Piemonte), del quale appare responsabile la comunità. Si segnala infine l’oratorio della confraternita di San Sebastiano, menzionato per la prima volta negli atti della visita pastorale del 1584.
Assetto insediativo: In diverse transazioni terriere fra privati nel tardo secolo XIII e nei primi anni del XIV si fa menzione di un "posse Burgirati", dove si trovano tre luoghi: uno detto Valle Merlaria, uno Valbella e il terzo Vallarone o Valodio. L’insediamento è concentrato verso il fiume Bormida, con il quale tuttavia il comune non confina; un insediamento sparso è accennato lungo il “corridio” che si eleva leggermente verso Tacconotti, in direzione di Mombaruzzo.
Comunità, origine e funzionamento: In quanto “villa” del Contado alessandrino, Borgoratto gode, fino allo scorcio dell’età moderna, di un’assai limitata sfera di prerogative istituzionali, più circoscritte di quelle delle “terre” dello stesso Contado e sussunte entro la più ampia organizzazione amministrativa e fiscale della Congregazione del Contado. Localmente, risulta presente, nel secolo XVIII, un Consiglio ordinario, composto di otto membri e dotato di limitate competenze, perlopiù di natura esecutiva, in materia esattoriale e di amministrazione degli affari correnti. La durata in carica è annuale; il rinnovo avviene per estrazione a sorte tra “ tutti li particolari aventi interesse nel pubblico, senza che siavi veruno eccettuato”.
Esiste anche un Consiglio generale composto di tutti i “capi di casa”, la cui convocazione, di carattere straordinario, è subordinata a un’autorizzazione dell’ufficio d’intendenza della provincia di Alessandria.
Dipendenza medioevo: Le prime attestazioni documentarie dell’esistenza di Borgoratto sono successive alla fondazione della città di Alessandria, da cui dipende fino all’assorbimento, insieme con tutto il contado alessandrino, nello stato di Milano a partire dalla metà del secolo XV.
Feudo: Si ha notizia di una infeudazione del luogo compiuta dal duca Filippo Maria Visconti a favore di Simonino Ghilini, con titolo signorile, nel 1438. Tra il secolo XVI e il secolo XVII, la titolarità del feudo, soggetta a compravendite e devoluzioni alla camera ducale, sembra alquanto instabile. Una maggiore continuità nel dominio signorile si raggiunse quando il luogo, dopo essere stato infeudato al questore Francesco Arnolfi nel 1652, pervenne nel 1656, per successione in linea femminile, a Pirro Visconti e fu eretto in marchesato. La discendenza diretta di Pirro Visconti si estinse con la morte del figlio nel 1710, ma il feudo passò allora nelle mani di altri esponenti milanesi della stessa casata Visconti.
Mutamenti di distrettuazione: Borgoratto è, con Frascaro e Casalcermelli, una delle tre “ville” più strettamente legate al potere cittadino e collocate al gradino più basso di autonomia istituzionale entro le strutture amministrative del Contado di Alessandria. Dagli inizi del secolo XVII, le tre ville sono solidali, per quanto riguarda gli oneri derivanti dalla fiscalità straordinaria, per una metà con la città e per l’altra con il contado, ma sono prive di nell’organismo rappresentativo di quest’ultimo, la Congregazione, istituita, come nelle altre province del ducato, nel 1561. Del resto, ancora attorno al 1610, Borgoratto figura in alcune memorie redatte da ufficiali dell’amministrazione annonaria e fiscale facente capo alla referendaria alessandrina fra i “corpi santi” della città. Durante l’età moderna, lo stato di Milano e quello sabaudo rafforzano una più estesa struttura amministrativa provinciale incentrata sulla stessa città. Entro la maglia amministrativa francese, Borgoratto seguì le sorti dell’intero territorio della vecchia provincia di appartenenza, aggregato, senza sostanziali alterazioni, a una circoscrizione di estensione variabile avente per capoluogo Alessandria. Si trattò dapprima del dipartimento del Tanaro, creato durante il primo effimero periodo di occupazione (1799), e, dopo il ritorno dei Francesi e in seguito alla riorganizzazione amministrativa del 1801, del dipartimento di Marengo. Non toccato, nonostante una proposta di costituzione di “cantone” comprendente Masio e Oviglio, dal successivo rimaneggiamento del 1805, l’inquadramento amministrativo dell’Alessandrino e quindi di non mutò fino alla Restaurazione. Dopo la parentesi napoleonica, Borgoratto entrò a far parte della provincia di Alessandria, a sua volta parte della più estesa circoscrizione amministrativa costituita dalla divisione di Alessandria (istituita nel 1818 e comprendente anche la vecchia provincia di Casale). In questo quadro, Borgoratto fu aggregato al mandamento di Cassine.
Mutamenti territoriali: Non si segnalano mutamenti territoriali di rilievo. I confini dell’area adiacente a Borgoratto, Carentino, Gamalero, Cassine e Mombaruzzo sono descritti mediante perizia del 10 giugno 1564 che riguarda, in particolare la zona compresa tra la “metà” inferiore (“al ingiù”) della “Valle de Rivalto” e il sentiero che conduce alla “Valle Fredda”.
Comunanze: Non si hanno attestazioni per tutta l’età moderna. Nel 1990 il territorio comunale non risulta gravato da usi civici.
Luoghi scomparsi: Non si hanno attestazioni.
Catasti: I più antichi documenti di natura catastale depositati presso l’Archivio storico comunale risalgono al secolo XVII. Si tratta, in particolare di: tre “libri dei possessori”, il primo dei quali reca la data terminale del 1628, il secondo appare posteriore al 1685, il terzo, redatto in quello stesso anno, comprende una “Descrittione et renovatione del territorio di Borgorato, cavate dal libro vecchio della misura generale”; un “libro figurato” della prima metà del secolo; un “Libro per far le mudationi de’ registri delle possessioni et territorio di Borgorato”, iniziante nel 1628; un “Libro figurato vecchio del comune di Borgoratto”, non datato, ma probabilmente collocabile alla fine del secolo XVII o agli inizi del secolo successivo. Esiste poi una serie di registri risalente alla seconda metà del XVIII secolo, coeva dunque al censimento generale dell’Alessandrino, promosso nel corso degli anni Sessanta e Settanta dalle autorità sabaude. Si segnalano: un “libro figurato” redatto nel 1763; un “sommarione” compilato nel 1770; un altro “Libro figurato del territorio di Borgoratto, provincia di Alessandria, correlativo all’indice sommarione della mappa”, risalente al 1773; una “Mappa del territorio di Borgoratto” elaborata nel 1762; un “catastino” dei beni ecclesiastici, formato nel 1774; due “libri dei trasporti” , il primo relativo agli anni 1750-1771, il secondo, limitato al 1776. Anche il periodo napoleonico ha lasciato una traccia documentaria delle sue operazioni catastali: ci restano una “Table alphabétique des proprietaires” (s. d.) ed elementi di una mappa (“plan parcellaire”) disegnata nel 1808, di cui si sono conservati il “tableau d’assemblage” e quasi tutte le tavole. Nel corso dell’età moderna la ripartizione dei tributi comprende, oltre alla fiscalità terriera, una “cotizzazione” sul “sito” delle case situate nel concentrico.
Ordinati: La serie degli ordinati del consiglio comunitativo conservata presso l’Archivio storico comunale comprende gli atti relativi agli anni 1681-1705 e riprende pressoché continuativa a partire dal 1752.
Statuti: Non è documentata l’adozione locale di compilazioni statutarie.
Liti territoriali: Non si hanno attestazioni.

 

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