Siamo in periodo di crisi, ogni spesa, per moltissime
famiglie, deve essere calibrata, valutata attentamente. Troppo spesso accade di
passare davanti a vetrine con bizzarri e perenni cartelli “Vetrina in
allestimento”. Questo, nella quasi totalità dei casi, è una vera presa in giro.
Non esporre i prezzi al pubblico, come richiede la legge, è un espediente
subdolo per costringere il cliente ad entrare e chiedere, una volta dentro
qualcosa succederà. Leggo su Altroconsumo che le trappole per il consumatore sono
infinite, le studiano psicologi, architetti esperti di marketing. Vanno
dall’esposizione della merce negli scaffali dei centri commerciali ai
trabocchetti di offerte speciali e
pagamenti dilazionati e ancora in molte altri escamotages. Uno studio ha stabilito,
per esempio, che i prodotti da “spingere” debbano essere ad altezza dello
sguardo. Trovare lo zucchero in un supermercato è impresa titanica, prima passi
da migliaia di prodotti inutili che attraggono. Lo sguardo,molto spesso, porta
a sinistra, per questo i prodotti dello stesso settore meno casi stanno a
destra. Poi ci sono le strabilianti offerte rateali. Solo 3 euro al giorno!!! 3
euro moltiplicato per 365 giorni fa 1095
Euro totali. Magari per un prodotto venduto
800 in
contanti. L’offerta tuttavia alletta per la “modica “ cifra giornaliera. C’è poi il capitolo
“bambini”. Gli esperti li definiscono “influenzatori d’acquisto”. Moti gadgets sono infatti accanto
alle casse dei supermercati. E molti prodotti per la famiglia sono alla loro
altezza di sguardo perchè speso accade che ci li accompagna si faccia sedurre
dalla loro richiesta.
Per ulteriore chiarezza riguardo ai prezzi esposti nelle
vetrine ecco un piccolo vademecum:
PUBBLICITA’ DEI
PREZZI
(Rif.: Decreto
Legislativo 31 marzo 1998, n. 14 - Art. 14)
1. I prodotti esposti
per la vendita al dettaglio, ovunque essi siano collocati (sia all’esterno
dell’esercizio sia al suo interno, nelle vetrine o sui banchi di vendita)
devono riportare in modo chiaro e ben leggibile il prezzo di vendita al
pubblico, mediante l’uso di un cartello o con altre modalità idonee allo scopo;
2. nel caso siano
esposti insieme prodotti identici dello stesso valore, è sufficiente l’uso di
un unico cartello. Tuttavia, negli esercizi organizzati con il sistema di
vendita del libero servizio (in cui, cioè, il cliente può servirsi da solo) l’obbligo dell’indicazione
del prezzo deve essere osservato in ogni caso per tutte le merci esposte al
pubblico, anche se di identico valore;
3. sono esclusi
dall’obbligo dell’indicazione del prezzo tutti i prodotti sui quali il prezzo
di vendita al dettaglio si trovi già impresso in maniera chiara e con caratteri
ben leggibili, in modo che risulti facilmente visibile al pubblico;
4. è obbligatoria
l’indicazione del prezzo di vendita al dettaglio per unità di misura.
CARTELLI OBBLIGATORI
Ricordiamo a tutti
gli esercenti che vige l’obbligo di esporre al pubblico in modo chiaro e ben
visibile una serie di cartelli riguardanti:
- le licenze
possedute,
- il giorno di riposo
settimanale,
- gli orari di
esercizio dell’attività,
- il listino dei
prezzi (per i pubblici esercizi),
- il cartello degli
ingredienti (per i pubblici esercizi),
- la tabella dei
giochi proibiti (per i pubblici esercizi),
- l’autorizzazione e
la riproduzione a stampa degli art. 101
TULPS e 181-186 del
regolamento TULPS (per i pubblici esercizi).
La mancata
esposizione dei cartelli obbligatori prevede la comminazione, da parte degli
organi deputati al controllo, di onerose sanzioni pecuniarie che vanno da un
minimo di euro 516,00 ad un massimo di euro 3.098,00.