Esperienze tra Oriente e Occidente
Riconoscere il Dharma
Fabrizio Uderzo
Secondo la tradizione religiosa orientale
e particolarmente secondo gli insegnamenti del Buddha storico Sakyamuni, l’uomo
è un essere senziente dotato di coscienza. Secondo l’insegnamento e la
tradizione buddhista, tutti noi siamo esseri senzienti dotati di coscienza. E
siamo tutti diversi l’uno dall’altro, perché diverse sono le cause della nostra
vita sulla terra: è la legge del karma,
la legge cioè di causa e effetto, in virtù della quale ogni nostro
comportamento tenuto nelle nostre innumerevoli vite passate nei diversi
mondi si riflette, prima o dopo ‒
ma inevitabilmente ‒ sul nostro vivere attuale, a generare, appunto, come effetto, le
condizioni, particolari e differenti, della nostra venuta al mondo quaggiù
(dove “quaggiù” è solo un modo di riferirci al nostro pianeta e non si deve
intendere come il contrario di “lassù”).
Generalmente l’uomo, soprattutto qui in
Occidente, non si arrovella tanto la mente cercando di capire perché vive e
quale sia il significato e il senso della propria vita. Diamo spesso per
scontato che siamo stati creati da un’Entità suprema onnisciente e onnipotente
chiamata Dio alla quale dobbiamo ritornare per il giudizio finale sulla
nostra condotta e su cosa abbiamo combinato sulla terra. Chiedo scusa se queste
parole sembrano fin troppo semplicistiche ed estremamente riduttive. Non è
nella mia natura mancare di rispetto ad alcuno e sono assolutamente convinto
che il Cristianesimo può essere vissuto e vivificato in un percorso molto erto
e sublime, capace di condurci alle vette più eccelse dello Spirito, così come
dimostrato da molti esseri, appunto, senzienti che hanno saputo mostrare come
si ha da seguire il cammino indicato dal Cristo. Chi infatti, sebbene dotato
della più modesta capacità di introspezione, saprebbe resistere al sublime e
toccante invito di Gesù quando dice: ”Venite a me, voi tutti, che siete
affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e
imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le
vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero"? Parole,
queste, (in Matteo, 11,28-30) che entusiasmano di
dolcezza i cuori accendendoli della sacra fiamma che induce alla festa (perché
di festa si tratta e non di altro) con la più totale partecipazione e
abbandono.
Nella tradizione buddhista, questo invito
ad intraprendere un sentiero di sconvolgimento e di rivoluzione interiore, in
generale non lo si trova nelle parole di un Maestro, di un uomo (o donna) che
abbia realizzato nella vita quotidiana questa rivoluzione, ma sgorga come un
fresco ruscello dal proprio cuore, nel proprio intimo più segreto. Nella via
indicata dal Buddha non esiste il concetto di “chiamata”, di “vocazione” per
opera di qualcuno che è esterno a noi. Il Dharma (insegnamento) del Buddha è
aperto a tutti gli esseri senzienti, uomini e no, ma perché produca i suoi
frutti deve prima essere riconosciuto, fatto proprio e di conseguenza poi
praticato e infine realizzato nella vita di tutti i giorni, di tutte le ore, di
tutti i minuti, in ogni istante, in ogni respiro. La possibilità di
riconoscerlo è data a tutti, ma c’è chi lo riconosce subito, di primo acchito,
e chi non si accorge di nulla e sembra
passare oltre come se fosse privo degli occhi e della sensibilità del cuore,
anche se ciò vuol dire, semplicemente,
che non è ancora giunto, per lui, il momento ineffabilmente decisivo.
Per quanto riguarda la mia esperienza
personale, ritengo di essere stato estremamente fortunato, perché, essendo un principiante di livello
medio-basso a causa del mio karma pesante, Il Dharma ha dovuto passare davanti
a me diverse volte prima di essere
riconosciuto, ma lo ha fatto! Ed è per questo che sento molta gratitudine.
Cosa, a rigore, impropria, che viene detta solo per farmi intendere.
In realtà tra coloro, innumerevoli, che si
muovono nelle piazze e nelle strade, nei supermercati e sulle autostrade, nelle
città e nei deserti, vi sono alcune persone che sono manifestazioni protettrici
del Dharma, pronte ad aiutare gli affaticati e gli oppressi ad uscire
soprattutto dalla propria ignoranza e cercando di trasmettere loro la gioia
senza limiti della liberazione.
Io ho incontrato, tanti anni fa, una di
queste persone, ma non l’ho riconosciuta subito. Pur essendo un senza forma,
apparve per suo generoso volere sulla terra per pochi anni. Si faceva
chiamare Pa*** Un*****, ed era una dakini vestita di luce.
02/07/2017 14:15:24
02.07.2017
Fabrizio Uderzo
Secondo la tradizione religiosa orientale
e particolarmente secondo gli insegnamenti del Buddha storico Sakyamuni, l’uomo
è un essere senziente dotato di coscienza. Secondo l’insegnamento e la
tradizione buddhista, tutti noi siamo esseri senzienti dotati di coscienza. E
siamo tutti diversi l’uno dall’altro,...
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13.02.2017
Fabrizio Uderzo
L’epilogo che riassume e conclude quanto
detto negli ultimi articoli è quanto mai semplice.
L’emozione straordinaria e decisiva, palpitante, che lascia attonito colui che la
vive, è scoprire la limpida e sconfinata leggerezza dell’essere e del vivere:
la “beata semplicità” come la chiama Raimon...
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21.12.2016
Fabrizio Uderzo
Abbiamo considerato come l’uomo sia
sostanzialmente solo davanti al mistero dell’universo e della propria vita,
davanti all’ineluttabilità della fine della sua manifestazione materiale, cioè
del corpo, che, attraverso un progressivo declino del proprio stato fino al
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15.11.2016
Fabrizio Uderzo
Come
molti sanno, il Buddha storico, principe Sakyamuni (566-486 a.C.), durante il
tempo del suo insegnamento si rifiutò sempre di rispondere alla domanda circa
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attenzione sullo stato dell’Uomo e vedendone la continua sofferenza
esistenziale,...
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05.10.2016
Fabrizio Uderzo
Da
molti secoli ormai l’uomo ha destato la sua coscienza e si interroga su Dio,
sul Mondo e sull’Uomo provando a dare delle risposte che via via trovano
origine nel contesto culturale di ciascuno.
In
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essere accostato a una...
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21.07.2016
Fabrizio Uderzo
Son
passati tre anni da quel mio lungo ritiro in Francia, a Karma Ling, ma è come
se quel ritiro durasse ancora nel momento presente, anche se non ha più senso parlare di “ritiro”. Ora non c’è
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Sono
venuto ad abitare in una piccola casa sulle prealpi della Lessinia,...
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31.05.2016
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“CHI QUESTO TEMPIO ERESSE A BACCO DEDICÒ L'ANNO DI CRISTO 1863, 4770 DALL'ERA DI NOÈ”Queste
le parole scritte e ancora ben leggibili su una parete del Crotto Sociale a
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01.05.2016
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tanto pieno di problemi di varia natura, in generale si fa spesso ricorso alla
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Più...
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12.03.2016
Fabrizio Uderzo
Nella tradizione degli insegnamenti Dzogchen si trova un metodo di pratica che lavora al livello della mente e che è chiamato semde: sem, infatti, significa letteralmente mente. In realtà la parola semde in questo caso è l’abbreviazione del termine changchubsem, il corrispondente tibetano di bodhicitta....
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20.05.2015
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Il termine saṃsāra
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