E’ neutro il progresso che si evolve attraverso i risultati della ricerca scientifica in ogni campo mentre non sempre lo è l’uso che se ne fa.
La medicina offre rimedi impensabili, fornisce al corpo pezzi di ricambio e tecniche chirurgiche sostenute da strumenti sempre più perfezionati, le macchine possono esplorare il nostro corpo, mantenerlo in vita … ma ancora non sono in grado di leggere il pensiero e qualcun altro deve farlo per noi. Scegliere al nostro posto.
Credo questo uno degli incubi ricorrenti ogni volta che la cronaca si occupa degli indifesi e di chi ha perduto la consapevolezza e, con essa, il diritto di decidere.
La tragica figura del Mostro di Frankenstein, frutto dei suoi esperimenti, non aveva scelto di vivere ma poté almeno scegliere di morire. Forse la giovane autrice Mary Shelley non immaginava di rappresentare due secoli dopo le stesse paure di fronte alle applicazioni talvolta controverse dello sviluppo tecnologico e delle cure mediche .
Charlie… del piccolo bambino s’è interessato il mondo, dai tribunali britannici alla Corte Europea di Giustizia, da Trump alla Santa Sede, con diverse intenzioni ma tutti in nome del bambino, testimone inconsapevole di una campagna planetaria a favore dei movimenti per la vita o del loro contrario. Perché di questo s’è trattato
Mariella Enoc, presidente dell’ospedale romano “Bambin Gesù”, recitava alla radio con voce atona e disumana la disponibilità ad accogliere il piccolo per accompagnarlo alla fine (“naturale” ce l’ha risparmiato) del suo percorso di vita: “Abbiamo la struttura adatta e una macchina che apre e chiude i polmoni per consentire la respirazione ”.
Mi sono immaginata attaccata a quella macchina che mi “apre e chiude i polmoni”. Quanti respiri al minuto e all’ora e al giorno, in un orrore senza fine?
Il sipario s’è chiuso per l’intervento salvifico del britannico Boris Johnson che ha tagliato corto con un secco divieto al trasferimento di Charlie.
Al nostro Parlamento si sta discutendo una legge contro il reato di tortura ma non comprende l’accanimento terapeutico.
“Dio strabenedica gli Inglesi”, salvi la Regina… e ci salvi dalle mani di chi esercita con convinzione la disumana pietà nelle corsie degli ospedali.
Perché noi, invece, continuiamo a vivere in “Gran Pretagna”*.
*(Camilla Cederna)