Parafrasando D’Annunzio, mi verrebbe voglia di dire: “Maggio, andiamo, è tempo di viaggiare”. In effetti, insieme a settembre, questo è il periodo migliore per mettere il naso fuori  casa e vedere un po’ di mondo; almeno, il mondo dell’arte e della cultura di cui sono piene le nostre città e le nostre campagne. Ancora non fa troppo caldo, ancora non c’è troppa ressa, ancora - almeno fino a giugno - non siamo distratti dal brusio estivo, disfatti dalla calura e rassegnati alla “solita” vacanza.

A maggio, però, c’è chi lavora e non può darsi vasti orizzonti:  una gitarella fuori porta, un va e vieni da autostrada, un guarda e fuggi che si risolve con un occhio alla cartina e l’altro all’ora del ritorno. Così, spesso si finisce per andare sul sicuro, fidando nella tradizione consolidata, negli annunci di mostre, sagre, esposizioni varie, oppure ricorrendo al passa parola degli amici. Sei già stato al forte di Exilles? Guarda, una favola…

Già, ma cos’è Exilles? Qual è la sua storia,  quali sono le sue vicissitudini, da chi è stato costruito e a quale scopo? Tutte domande che meriterebbero una ricerca, un approfondimento, una preparazione per cui, spesso, manca il tempo. Allora si va e si prende quello che si trova: il sole, la passeggiata, le foto, le informazioni che si trovano nei depliants o attaccate agli ingressi.  Proponibili per Exilles, che ha un ufficio turistico e alcune guide, ma non per altri siti, meno trattati, meno reclamizzati e, in definitiva, meno praticati. Meno interessanti?

Facciamo la prova. Poiché è maggio, e questa è una rubrica (Alto) medievale, vi proponiamo un excursus storico-turistico in val di Susa. Non alla Sacra di San Michele, però, il noto complesso che svetta in cima al monte Pirchiriano, bensì alla più negletta abbazia di Novalesa, sempre sulla stessa strada, qualche chilometro più in là.

Sperando di farvi cosa gradita, vi diamo, di seguito, qualche informazione di dettaglio sull’abbazia, che possa accompagnarvi nella visita. Se vi rimane un po’ di tempo e ne avete voglia, vi forniamo anche notizie e descrizioni relative al vicino valico del Moncenisio. Anche in questo caso si tratta di un posto ricco di storia, che merita una visita meno fuggevole di quella fatta passando in automobile.

Per finire, e per consolidare un’abitudine, diamo conto di due letture: una è la traduzione dell’antico Chronicon Novaliciense ad opera di Gian Carlo Alessio per i tipi dell’Einaudi; l’altra è “Il segno del drago”, edito da Longanesi, un romanzo in cui la vicenda si dipana proprio tra le valli della Maurienne e di Susa, con Novalesa come sfondo.

Per le immagini del Moncenisio si ringraziano l’autore, Roberto Chirio, e il sito che le ospita: www.moncenisio.com. Per i brani tratti dai testi segnalati, si ringraziano gli editori e la cortesia della signora Mariangela Cerrino, raggiungibile al sito: www.mariangelacerrino.it.

Buona lettura e…buon viaggio