Grazie dei complimenti che mi avete rivolto per la scelta  degli itinerari. Ormai, però, è scoppiata la calura ed è consigliabile rimandare le gite a settembre. Prima di andare al mare, comunque, vorrei profittare dello spazio disponibile per parlare di un film di recente programmazione. Che ho visto, anche se non è proprio Altomedievale, e di cui ho avuto modo di ascoltare giudizi molto variegati.

“Kingdom of Heaven” – in italiano “Le Crociate” – appartiene a quel genere storico-fumettistico che, nel giro di pochi anni, ha visto l’uscita di numerosi altri soggetti popolari: Artù, Alessandro, Troy, soltanto per citare i maggiori. Nessuno pare aver goduto di particolari apprezzamenti della critica e non so dire se qualche favore del pubblico sia da ascrivere al fascino delle storie o, invece, al richiamo dei loro interpreti. Per “Le Crociate”, comunque, il successo sembra essere stato discreto, anche se non travolgente. Almeno da noi, dove il film è uscito il 6 di maggio e i conti ai botteghini sono pressoché conclusi.

Il box office della “Medusa”, che lo ha in distribuzione, parla piuttosto chiaro. Durante la prima settimana di programmazione, “Le Crociate” ha totalizzato 228.745 Euro  e un quarto posto in graduatoria. Manco a dirlo, il primato spetta all’ultimo episodio di “Guerre stellari”, con ben 1.193.696 Euro incassati.  Difficoltà del soggetto, oppure il pubblico preferisce sognare  con lord Fener, piuttosto che col feroce Saladino?

Bisogna ammettere che la storia delle Crociate, pur ricca di fascino e di episodi suggestivi, non è di facile richiamo. Il pubblico medio ne ha una conoscenza superficiale e ricorda poco dei suoi protagonisti. Anzi, il più delle volte non li conosce affatto. D’altronde, se una ricostruzione sociale e politica di quell’epoca è impresa ardua dal punto di vista storico, diventa improponibile in un film che dura due ore e deve intrattenere gli spettatori.  Così, per rendere la trama più scorrevole, si prova a semplificare. Da una parte si mettono i buoni, rappresentati da Baliano di Ibelin, e dall’altra i cattivi, impersonati da Guido di Lusignano e Reginaldo di Chatillon. Poi si aggiunge una storia d’amore, quella tra  Baliano e Sibilla, e il gioco è fatto. Il pubblico segue, trepida e si appassiona perché, anche se i Crociati perdono, alla fine, l’amore vince. Come sempre, o quasi.

Io, però, non mi rassegno. Così, nei testi che seguono, ho provato ad aggiungere  qualche dettaglio in più, sulla 2^ Crociata  e sul suo rovinoso epilogo finale. Alla fine mi è avanzato un argomento, forse il più affascinante di tutti: quello dei Templari. Poiché si tratta di una questione quanto mai intricata, ho pensato che meritasse un posto a sé, da sola. Dunque, ne parleremo alla prossima puntata.