Finis Terrae
Finis terrae (X)
Giancarlo Patrucco
È stato detto più volte che fare una ricerca storica è un po’ come condurre un’indagine per omicidio. In entrambi i casi si devono identificare le persone coinvolte, ripercorrerne le vite, ricostruirne i contesti, verificarne le azioni, i tempi, i moventi. Se tutto ciò è vero, allora mi sembra il caso di aggiungere che queste operazioni, spesso, sono più difficili per uno storico di quanto non finiscano per risultare a un poliziotto. Provo a darvene qualche esempio, riferito al periodo che m’interessa più da vicino: quello tra il IX e l’XI secolo. Prima di tutto l’ambiente antropico, cioè l’insieme di monti, mari, laghi, fiumi, foreste, strade, insediamenti, coltivi, così com’era nell’epoca considerata. Che, come si sa, presentava un paesaggio completamente diverso da quello odierno. Però non basta studiarne le caratteristiche generali; bisogna anche approfondirne l’analisi in relazioni ai luoghi interessati dall’indagine. E qui cominciano i guai perché, nel corso di un millennio, le evoluzioni naturali e gli interventi umani hanno prodotto mutamenti strutturali anche molto rilevanti.
Naturalmente, più i cambiamenti hanno interessato luoghi importanti, e più se ne sa. Ad esempio, tutti sono a conoscenza del fatto che Pisa, nel ‘300, era a due passi dal mare. Già molti meno sono quelli che condividono la “Storia del Monferrato”, in cui Domenico Testa ripercorre la deviazione del corso del Tanaro tra Bra e Carmagnola. Quasi nessuno, infine, sa che Belbo, una volta, sfociava nel Tanaro più a oriente dell’attuale confluenza nei pressi di Villa del Foro.
Dirà qualcuno: e con ciò? Sapere di Belbo e del Tanaro, che differenza fa? Per chi legge di storia, praticamente nessuna; per chi ne scrive, invece, la differenza è notevole. Ogni mutamento antropico di qualche rilevanza, infatti, induce cambiamenti negli insediamenti umani, nelle modalità di coltivazione e di allevamento, nelle vie di comunicazione, nei commerci. Stare a nord o a sud di un fiume oppure al di qua o al di là di una collina, qualche volta, fa la differenza tra l’espansione e l’estinzione, come fu il caso di Quadrata, abbandonata per il più sicuro insediamento di Quadratula, di Pollentia, di Bene Vagienna e di tanti altri. Purtroppo, informazioni di questo tipo non sono immediatamente disponibili. Per raccoglierle, molte volte è necessario condurre un lungo lavoro di ricerca con l’impiego di strumenti d’indagine raffinati: rilevazioni aeree, comparazioni topografiche, prospezioni, scavi, catalogazioni, mappe... Strumentari che hanno dei costi e devono comunque essere supportati da specialisti. Proveremo a darne qualche esempio, nel seguito di questa rubrica.
Tutto ciò determina comunque una certa rarefazione di notizie nei circuiti d’uso più comune, indirizzandosi verso diffusioni a maggior coefficiente di specializzazione: editori particolari, centri studi, riviste di settore, convegni, seminari e work shop. L’elenco rischierebbe di essere troppo lungo, quindi mi limiterò a ricordare qui soltanto alcuni fra i tanti titoli disponibili: il Bollettino Storico Bibliografico Subalpino, l’ISIME (Istituto Storico Italiano per il Medio Evo), le Riviste di Storia Arte e Archeologia pubblicate in molte province (per noi, Alessandria e Asti), i materiali archivistici prodotti dal Ministero dei Beni Culturali, le iniziative curate da archivi di Stato, Conservatorie, Musei e Fondazioni.
Alcuni tra i più significativi contributi alle mie ricerche, ad esempio, sono venuti da edizioni promosse da Istituti di credito e Fondazioni bancarie. Penso a molti ottimi volumi curati dalla Cassa di Risparmio di Alessandria e, anche, alla collana edita dalla Banca del Monte su Pavia. Credo che per chi voglia approfondire la conoscenza di Papia, capitale del regno sotto Longobardi e Franchi, leggere “Storia di Pavia”, Banca del Monte, Milano, 1987 (libro II: Altomedioevo) sia fondamentale.
Senza arrivare a simili approfondimenti, però, è possibile rintracciare testi di più agevole lettura, che danno un’immagine complessiva dell’ambiente medioevale, ricreandone le suggestioni, ripercorrendone i temi fondamentali e introducendo il lettore a quel mondo ormai così lontano. In proposito, mi permetto di consigliare i volumetti che Vito Fumagalli, rimpianto professore all’Università di Bologna e storico sensibile ed appassionato, ha scritto per Il Mulino: “L’alba del Medioevo”, “La pietra viva”, “Quando il cielo s’oscura”, “Paesaggi della paura” sono libri semplici e coinvolgenti. Spero che vi possano piacere, come sono piaciuti a me.
12/09/2005 12:00:00
21.04.2005
Giancarlo Patrucco
Devo ammetterlo: una rubrica sul Medioevo – quello Alto per di più – con un sito come questo poco ci azzecca. Quando l’ho proposta, in una riunione associativa dedicata all’allestimento, ho dato fondo a tutto il repertorio d’occasione. Cose del tipo “noi siamo nani sulle spalle di giganti”, “per vivere...
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03.05.2005
Giancarlo Patrucco
L’esordio di questo appuntamento sul Medioevo (Alto) è stato condizionato dalla contemporanea elezione di Benedetto XVI al soglio di Pietro. Così, mi sono sentito in qualche modo obbligato a rendere omaggio alla figura di san Benedetto da Norcia, fondatore dell’ordine dei Benedettini e prefiguratore...
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13.05.2005
Giancarlo Patrucco
Parafrasando D’Annunzio, mi verrebbe voglia di dire: “Maggio, andiamo, è tempo di viaggiare”. In effetti, insieme a settembre, questo è il periodo migliore per mettere il naso fuori casa e vedere un po’ di mondo; almeno, il mondo dell’arte e della cultura di cui sono piene le nostre città e le nostre...
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24.05.2005
Giancarlo Patrucco
Lo so: fino a metà maggio, il cielo non è stato dalla nostra parte e molti progetti su Novalesa sono rimasti nel cassetto. D’altronde, riconosco che non è simpatico andare per abbazie con impermeabili e ombrelli, così come arrampicarsi sul Moncenisio. Ora, però, oso sperare che il tempo si mantenga al...
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03.06.2005
Giancarlo Patrucco
Grazie dei complimenti che mi avete rivolto per la scelta degli itinerari. Ormai, però, è scoppiata la calura ed è consigliabile rimandare le gite a settembre. Prima di andare al mare, comunque, vorrei profittare dello spazio disponibile per parlare di un film di recente programmazione. Che ho visto,...
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17.06.2005
Giancarlo Patrucco
Ci siamo lasciati, la volta scorsa, con l’impegno di parlare dei Templari. Prima di entrare in argomento, però, consentitemi di dedicare questa nota d’apertura ad una breve illustrazione delle condizioni di vita in Occidente, all’indomani dell’anno 1000 e alla vigilia della nascita dell’Ordine del Tempio.I...
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04.07.2005
Giancarlo Patrucco
Già vi ho detto, la volta scorsa, dell’alone di mistero che, nel corso dei secoli, ha avvolto la storia dei Templari. In questi ultimi anni, poi, se possibile, il loro numero è ancora aumentato. Decine di films, centinaia di pubblicazioni, migliaia di siti Internet sono stati dedicati ai Poveri Cavalieri...
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16.07.2005
Giancarlo Patrucco
Una cosa, di Alessandria, va detta: è una città che ha da raccontare molte storie. La prima, se non altro in ordine di tempo, riguarda l’epopea di Gagliaudo, riproposta di recente da Umberto Eco. Ma non è possibile dimenticare le disavventure di Guglielmo VII, marchese di Monferrato, che proprio qui...
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26.08.2005
Giancarlo Patrucco
Bentornati. Spero che vi siate riposati e anche divertiti.Durante questa pausa estiva, qualcuno incontrandomi ha fatto dei commenti sulla rubrica. Uno, in particolare, mi è sembrato interessante. Suonava pressappoco così: “Ogni tanto metti l’indirizzo di un sito, ma Internet non è adatto ad approfondire...
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12.09.2005
Giancarlo Patrucco
È stato detto più volte che fare una ricerca storica è un po’ come condurre un’indagine per omicidio. In entrambi i casi si devono identificare le persone coinvolte, ripercorrerne le vite, ricostruirne i contesti, verificarne le azioni, i tempi, i moventi. Se tutto ciò è vero, allora mi sembra il caso...
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Tecnico-Scientifico...
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