E` parso opportuno agli organi preposti alla gestione regionale degli Enti Locali acquisire informazioni atte a chiarire il percorso storico seguito da ciascun comune piemontese nella formazione del proprio territorio. Al proposito occorre preliminarmente rilevare la mancanza di strumenti di conoscenza complessivi e aggiornati, in quanto la bibliografia al riguardo, nonostante i progressi degli studi storici sul territorio (di carattere generale e locale) degli ultimi decenni, è ferma al secolo scorso.
Una ricerca territoriale di tipo storico che riguardi ogni singolo comune della regione Piemonte necessita di un preliminare inquadramento di più vasto ambito, in quanto lo sviluppo di ciascuna unità amministrativa non può essere considerato avulso da quelle che la circondano, nei confronti delle quali essa ha instaurato relazioni di diverso livello che sono andate modificandosi nel corso del tempo a seguito di fattori per così dire endogeni ed esogenei, dipendenti tanto dai rapporti di contiguità quanto da quelli fra periferia e centro politico di volta in volta predominante. Tali relazioni riguardano i due elementi originari che consentono di individuare dal punto di vista storico e da quello amministrativo l`entità definità "comune": l`organizzazione pubblica dei residenti in un determinato insediamento demico e il territorio sul quale immediatamente si esplica da parte loro il controllo `politico` diretto sotto forma di regolare prelievo economico. Benché in passato si sia dato (sporadicamente) il caso di comunità organizzate prive tuttavia di territorio, in quanto gravanti su entità più vaste, va da sé che il "territorio comunale" si possa considerare elemento individuante di ogni organizzazione comunale davvero autonoma, in grado cioè di esercitare forme (anche parziali) di coercizione sui residenti che a essa appartengono, con particolare riguardo all`imposizione tributaria.
Meno immediati appaiono però storicamente i criteri definitori di tale territorio dipendente, talvolta collegato con un sistema fiscale basato sul concetto di proprietà degli appartenti alla comunità (ovunque abbiano beni gli abitanti, quello è "territorio" del comune), più spesso -- e in modo via via più generalizzato col passare del tempo -- individuato da sicuri confini che delimitano i fines comunali. Confini, occorre dire subito, non certo immutabili, ma frutto di volta in volta di patteggiamenti tra le comunità vicine, a conclusione di secolari contenziosi sull`interpretazione di consuetudini relative al godimento di "comunanze" che talvolta rimandano alla fase incoativa (o addirittura precedente) dell`organizzazione comunale.
D`altro canto, la geografia storica del territorio non procede soltanto per aggiustamenti locali fra comunità limitrofe, ma risente pesantemente del loro inserimento in sistemi di coordinamento più vasti, elaborati a scala diversa dapprima dal confronto politico dei poteri di livello regionale miranti al controllo egemonico, poi, con l`avvento unificante della dinastia sabauda, dalle esigenze amministrative del potere centrale. Due momenti cronologicamente ben distinti, ma che non escludono una profonda incidenza del primo sul secondo, in quanto l`amministrazione sabauda non può azzerare del tutto le configurazioni precedenti, ma deve tenerne conto, sia pure piegandole alle sue esigenze accentratrici e ricorrendo nel tempo a susseguenti e diversificate forme di distrettuazione, secondo una "dinamica delle circoscrizioni" ereditata poi dallo stato unitario e persino dalla repubblica. Risulta evidente che le periodiche riforme circoscrizionali non possono non aver condizionato il profilo territoriale anche delle unità amministrativa di base (i comuni), apportando eventuali ritocchi ai perimetri confinari, smembrando talvolta sezioni di territorio, talaltra accorpandone: in una parola modificando, non meno che gli aggiustamenti fra località limitrofe, l`area su cui si esercitano le funzioni amministrative del comune.
Da questa premessa discende che, per avviare una ricerca territoriale su ciascun comune del Piemonte, risulta necessario ricorrere all`incrocio di due ordini di informazioni: quelle relative alle vicende strettamente locali e quelle relativa al coordinamento pluricomunale immediatamente superiore. Per rendere produttiva l`indagine è parso dunque opportuno individuare preliminarmente quelle specifiche "aree storiche" che con una certa continuità, a partire dal medioevo, hanno conservato caratteristiche tali da essere conservate omogenee negli ordinamenti successivi, secondo un orientamento, ovviamente, di larga massima, in quanto spostamenti di comuni periferici tra l`una e l`altra, dove considerati contingenti, non modificano l`identificazione generale.
L`individuazione di aree omogenee a maglie sufficentemente strette (non dunque, dove possibile, generiche "sub-regioni") da consentire costanti rimandi interni, nell` economia del progetto, permette l`affidamento di una ricerca per "tranches" di comuni, facilitando l`indagine su ogni singola entità e articolando l`insieme del lavoro su cadenze prederminate.
Individuate in questo modo 30 "aree storiche" occorre poi attribuire a esse gli attuali comuni, partendo dall`attuale suddivisione provinciale, ma aggregando anche località di province diverse: ovviamente si tratta di una divisione di comodo, dal momento che non mancano incertezze e forzature - ad esempio: la distinzione fra Canavese ed Eporediese spesso è ambigua, fra Albese e Langa storica dipende dai diversi periodi (oggi è considerata Langa anche parte del Monregalese/Cebano) -- ma una suddivisione di questo tipo può essere una buona base per una proposta operativa.
La funzione dello "Schedario storico-territoriale dei Comuni piemontesi" (SSCP) è quella di fornire all`utenza un quadro approfondito a completo delle vicende che hanno generato l`assetto territoriale attuale di ciascun comune, con particolare riguardo alla distribuzione dell`insediamento e alla definizione dei confini comunali, considerati nel loro sviluppo storico. Le finalità che ogni scheda si propone sono dunque:
- di fornire le informazioni necessarie per comprendere il percorso storico seguito nella formazione del proprio territorio da parte di ciascuno degli attuali comuni
- di consentire il confronto fra le vicende amministrative dei diversi comuni.
Per tale scopo la scheda/comune (SC) è articolata in due parti:
- una "narrativa" che espone sinteticamente le diverse vicende secondo lo schema di cui si dirà in seguito,
- una "informatizzata" che raccoglie le stesse notizie in "campi" di un DB, consentendo l`ordinamento informatico dei dati per argomento, favorendo il confronto fra i diversi comuni.
Ciascuna scheda prevede il seguente schema (a ogni argomento "narrativo" corrisponde un "campo" informatico):
COMUNE: nome attuale del comune
PROVINCIA, AREA STORICA: individuazione delle medesime
ABITANTI, ESTENSIONE, FRAZIONI, CONFINI: dati attuali
TOPONIMI STORICI: individuazione toponomastica del comune e delle sue frazioni con esame delle attestazioni precedenti, oscillazioni linguistiche e forme assunte fino al fissarsi dell`odierno toponimo
DIOCESI, PIEVE, ALTRA DIPENDENZA ECCLESIASTICA: inquadramento storico-ecclesiastico del comune, suo inserimento in distretti di pieve o altre dipendenze ecclesiastiche (monasteri, priorati etc.)
COMUNITA` ORIGINE FUNZIONAMENTO: breve analisi delle più antiche attestazioni dell`esistenza nel luogo di una comunità demica e della sua originaria organizzazione. Se si tratta di un "luogo nuovo" fare riferimento agli insediamenti precedenti e alle loro dipendenze (cfr. LUOGHI SCOMPARSI). Notizie sul funzionamento della comunità autodeliberante, suo processo storico-istituzionale, strumenti e organi di governo (cfr. STATUTI). Notizie sulla formazione di un territorio comunale definito, nell`articolazione fra beni di uso comune (cfr. COMUNANZE) e beni di proprietà personale (cfr. CATASTO), e controllato dall`autorità politica locale (cfr. ORDINATI).
DIPENDENZA MEDIOEVO: suo inserimento in sistemi politico-amministrativi sovra-locali, sviluppo dei vincoli di dipendenza e/o di distrettuazione nel medioevo.
FEUDO: qualora il luogo sia stato infeudato e da chi, durata dell`istituto e successive investiture a famiglie dell`aristocrazia.
DISTRETTUAZIONE NEL XVI SECOLO: situazione di dipendenza distrettuale al momento del riordino sabaudo di metà Cinquecento, relazioni con il potere centrale.
MUTAZIONI DISTRETTUALI E TERRITORIALI: eventuali mutazioni distrettuali successive (fino a oggi), incrementi e decrementi del territorio determinati dall`autorità politica esterna al comune o da aggiustamenti intercomunali, isole amministrative temporanee o definitive etc.
COMUNANZE: come già anticipato, si rilevano le presenze di beni della comunità, seguendono dove possibile le vicende e la loro incidenza sulle trasformazioni del territorio
LUOGHI SCOMPARSI: riguardano le presenze medievali che precedono talvolta la nascita dei nuovi insediamenti degli attuali comuni
CATASTI: segnalazione dei più antichi, loro tenuta e significato nella gestione del territorio comunale
ORDINATI: segnalazione dell`esistenza, funzione deliberante del comune
STATUTI: segnalazione dell`esistenza, rapporto con l`autorità concedente e normativa territoriale locale
LITI: testimoniano interazioni e interferenze con le comunità confinanti, interventi e contestazioni con il potere centrale nella sua evoluzione storica dal medioevo ai giorni nostri.
FONTI/ BIBLIOGRAFIA: descrizione archivistica e bibliografia del materiale utilizzato nel corso della ricerca (elenco delle fonti documentarie depositate presso archivi locali e centrali, stato degli archivi locali, studi sul comune etc.).
Individuata l`area storica e il gruppo di comuni prescelti, ogni ricercatore ne acquisisce la bibliografia esistente e ne raccoglie le fonti storiche, edite ed inedite, costituite dalla documentazione medievale e della prima età moderna relativa all`originario insediamento e alle sue trasformazioni, alla dipendenza signorile ed ecclesiastica dei centri demici, all`organizzazione delle popolazioni residenti e al loro erigersi come comunità riconosciute da coloro che detenevano il potere (atti di negozi giuridici, diplomi e concessioni, statuti etc).; dalla documentazione di dipendenza fiscale e giurisdizionale degli abitanti (catasti comunali, registri di imposta fondiaria e di esercizio della giustizia); dalla documentazione relativa agli atti amministrativi e deliberativi dell`autorità comunale (ordinati delle deliberazioni del consiglio); dalla documentazione delle controversie territoriali fra comunità (atti di lite, sentenze etc.).
Tali fonti sono conservate nei cartari medievali editi dalla Società Storica Subalpina (BSSS) relativi agli enti dai quali le località interessate dipendevano, altre fonti, specie moderne, sono segnalate negli Inventari relativi alle Antiche Province, ai “Paesi per A e B”, ai Consegnamenti, tutti depositati presso l’Archivio di Stato di Torino; presso l`Archivio di Stato del capoluogo di provincia da cui la località oggi dipende è sovente conservata la documentazione del catasto storico; l`Archivio Comunale di ciascuna località contiene i catasti storici (eventualmente non versati all`Archivio di Stato), gli Ordinati comunali e gli Atti di lite. Una buona raccolta di Statuti comunali (censiti dal Fontana e dai suoi aggiornamenti) si trovano presso la Biblioteca Patetta (Palazzo Nuovo).
Delineato in questo modo il profilo dell`area, il ricercatore passa poi a compilare le due parti della scheda, ricavando dalla prima, sinteticamente narrativa, il puro dato che trasferirà sulla seconda (informatica). Le schede compilate vengono poi sottoposte al responsabile della ricerca che provvede a consegnarle nei tempi stabiliti all`Ufficio Enti locali della Regione Piemonte.