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Finis Terrae
Finis terrae (XII)
Giancarlo Patrucco

Se gli abitati, grandi e piccoli, inducono testimonianze di rilievo sulla storia delle popolazioni che vi hanno dimorato, lo studio delle vie di comunicazione ci offre informazioni altrettanto importanti. Per questo, la ricostruzione dei tracciati di strade, valichi e vie d’acqua ha sempre avuto un posto di rilievo nell’opera degli storici e nel lavoro di archeologi e ricercatori.
Al contrario di quanto sono portati a immaginare i più, il Medioevo, ad esempio, è stata un’epoca di grandi spostamenti. Come osserva Marina Gazzini nella sua relazione su “ Strade, uomini, poteri in un territorio medievale”, presentata al convegno di Robbio del  9 maggio 1998, “individui di ogni strato sociale intraprendevano viaggi, più o meno lunghi  ed impegnativi, rispondendo a sollecitazioni di varia natura, dettate da esigenze economiche e professionali, disegni di potere, afflati spirituali, ma anche dal semplice desiderio di conoscenza.” Studiarne i percorsi, individuarne i luoghi di sosta, quelli di cambio, di pedaggio, i posti di raduno, le fiere, i mercati rappresenta un contributo di enorme significato per comprendere lo sviluppo di una civiltà, così come quello di un singolo territorio.

Purtroppo, anche in questo caso la fatica è improba per chi non l’affronti con le necessarie competenze e con le risorse che il lavoro richiede. Una generale conoscenza   della configurazione territoriale dell’epoca e della sua articolazione politico-economica è utile ma non sufficiente. Non basta sapere che il Po, una volta, era navigabile da Torino al mare, che intorno a Mantova c’erano solo paludi, oppure i nomi delle principali stazioni di pedaggio medievali. Bisogna entrare dentro il contesto, esaminare le carte, decifrare i resoconti dell’epoca, controllare i luoghi, collazionare i siti, i reperti, le testimonianze. Un lavoro impervio, in cui ogni metro di strada, ogni braccio di fiume, ogni capanno di sosta introduce un nuovo tassello al puzzle che si sta faticosamente tentando di completare. Composizione che, comunque, è sempre provvisoria, pronta per essere rivista di fronte a nuovi rinvenimenti o a nuove informazioni.

In questo, Internet non ci dà tutti gli aiuti necessari. Sul web si possono trovare molti dati relativi alle grandi strade romane, le arterie consolari che accompagnarono l’espansione dell’impero. Al contrario, le informazioni sulle vie secondarie sono molto minori e quasi nulle quelle relative alla viabilità del primo Medioevo. Dunque, è giocoforza integrare la rete con materiali bibliografici, che esistono, anche se circolano soltanto in ambienti “esperti” e non sono immediatamente reperibili. Prima di darvi qualche indirizzo telematico, ve ne presento alcuni, scegliendo tra quelli che meglio possono fornirvi un’idea della diversificazione delle fonti disponibili:

Aldo A. Settia insegna storia medievale all’Università di Pavia ed è studioso insigne. I suoi lavori sull’incastellamento, sul popolamento, sull’organizzazione territoriale e sulle tecniche belliche medievali hanno fatto scuola. Vi propongo qui Chiese, strade e fortezze nell’Italia medievale, edito da Herder a Roma nel 1991, per le parti che riguardano “Strade romane e antiche pievi fra Tanaro e Po” e “Strade e pellegrini nell’Oltrepò pavese”. Potrete ammirarne il rigore e la capacità di analisi.

Elisa Panero è laureata in Archeologia romana presso l`Università di Torino e ha partecipato a numerose campagne di scavi archeologici in Piemonte, in Toscana, in Sardegna  e a Roma. I risultati del suo lavoro nelle nostre zone è stato riportato in La città romana in Piemonte, edito da Gribaudo e commercializzato on line da AstiLibri. Nel volume potrete trovare mappe, ricostruzioni e descrizioni di alcuni centri ben noti, tra cui Acqui e Alba.

Di tutt’altro tenore il lavoro di Pierluigi Tozzi, che incentra la sua attenzione sulla capitale del regno italico e longobardo. Pavia e le vie delle Gallie è un volumetto delizioso e ben curato, che ricostruisce la viabilità pavese, dal periodo romano a quello altomedievale. Il libro è pubblicato da Guardamagna, editore in Varzi.

Chiudo con un testo che riporta gli atti di alcuni convegni su Le vie del Medioevo. In questo caso, rinvenirlo è semplice. Basta chiederlo alla Regione Piemonte, che lo ha edito nel 1998, oppure aspettare il prossimo salone del libro. Allo stand regionale dovrebbe essere disponibile. Gratuitamente.

12/10/2005 12:00:00
21.04.2005
Giancarlo Patrucco
Devo ammetterlo: una rubrica sul Medioevo – quello Alto per di più – con un sito come questo poco ci azzecca. Quando l’ho proposta, in una riunione associativa dedicata all’allestimento, ho dato fondo a tutto il repertorio d’occasione. Cose del tipo “noi siamo nani sulle spalle di giganti”, “per vivere...
 
03.05.2005
Giancarlo Patrucco
L’esordio di questo appuntamento sul Medioevo (Alto) è stato condizionato dalla contemporanea elezione di Benedetto XVI al soglio di Pietro. Così, mi sono sentito in qualche modo obbligato a rendere omaggio alla figura di san Benedetto da Norcia, fondatore dell’ordine dei Benedettini e prefiguratore...
13.05.2005
Giancarlo Patrucco
Parafrasando D’Annunzio, mi verrebbe voglia di dire: “Maggio, andiamo, è tempo di viaggiare”. In effetti, insieme a settembre, questo è il periodo migliore per mettere il naso fuori casa e vedere un po’ di mondo; almeno, il mondo dell’arte e della cultura di cui sono piene le nostre città e le nostre...
 
24.05.2005
Giancarlo Patrucco
Lo so: fino a metà maggio, il cielo non è stato dalla nostra parte e molti progetti su Novalesa sono rimasti nel cassetto. D’altronde, riconosco che non è simpatico andare per abbazie con impermeabili e ombrelli, così come arrampicarsi sul Moncenisio. Ora, però, oso sperare che il tempo si mantenga al...
03.06.2005
Giancarlo Patrucco
Grazie dei complimenti che mi avete rivolto per la scelta degli itinerari. Ormai, però, è scoppiata la calura ed è consigliabile rimandare le gite a settembre. Prima di andare al mare, comunque, vorrei profittare dello spazio disponibile per parlare di un film di recente programmazione. Che ho visto,...
 
17.06.2005
Giancarlo Patrucco
Ci siamo lasciati, la volta scorsa, con l’impegno di parlare dei Templari. Prima di entrare in argomento, però, consentitemi di dedicare questa nota d’apertura ad una breve illustrazione delle condizioni di vita in Occidente, all’indomani dell’anno 1000 e alla vigilia della nascita dell’Ordine del Tempio.I...
04.07.2005
Giancarlo Patrucco
Già vi ho detto, la volta scorsa, dell’alone di mistero che, nel corso dei secoli, ha avvolto la storia dei Templari. In questi ultimi anni, poi, se possibile, il loro numero è ancora aumentato. Decine di films, centinaia di pubblicazioni, migliaia di siti Internet sono stati dedicati ai Poveri Cavalieri...
 
16.07.2005
Giancarlo Patrucco
Una cosa, di Alessandria, va detta: è una città che ha da raccontare molte storie. La prima, se non altro in ordine di tempo, riguarda l’epopea di Gagliaudo, riproposta di recente da Umberto Eco. Ma non è possibile dimenticare le disavventure di Guglielmo VII, marchese di Monferrato, che proprio qui...
26.08.2005
Giancarlo Patrucco
Bentornati. Spero che vi siate riposati e anche divertiti.Durante questa pausa estiva, qualcuno incontrandomi ha fatto dei commenti sulla rubrica. Uno, in particolare, mi è sembrato interessante. Suonava pressappoco così: “Ogni tanto metti l’indirizzo di un sito, ma Internet non è adatto ad approfondire...
 
12.09.2005
Giancarlo Patrucco
È stato detto più volte che fare una ricerca storica è un po’ come condurre un’indagine per omicidio. In entrambi i casi si devono identificare le persone coinvolte, ripercorrerne le vite, ricostruirne i contesti, verificarne le azioni, i tempi, i moventi. Se tutto ciò è vero, allora mi sembra il caso...
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