I 5 stelle mi piacciono a livello locale perché scoperchiano misfatti e privilegi. L’evento per cui alcuni di loro non abbiano versato la quota prestabilita da loro stessi, mi sembra una colpa irrisoria, rispetto al banditismo della Lega di Bossi, a Formigoni, al massacro delle Istituzioni compiuto da Berlusconi a vantaggio dei propri interessi (a cominciare dalla Legge Cirielli, che dimezzò la prescrizione, cancellando centinaia di migliaia di processi per favorire uno, prescrizione da abolire iniziato il processo di 1° grado). Invece il movimento- partito 5 stelle mi sembra inquietante. Fondato da un guitto, il quale dice tutto la mattina e il contrario la sera, peggiore dell'ondivago avventuriero Pannella (quello che fece eleggere Cicciolina tette al vento e il "brigatista" Negri, sputtanando il Parlamento Italiano di fronte al mondo). Diretto da un potere misterioso infido pericoloso: il movimento è governato in modo occulto non si sa neppure da chi. Parlamentari burattini, perennemente sotto ricatto. Le elezioni e le esclusioni disciplinari manovrate e incomprensibili. 
Da sempre penso che a fare politica si debba iniziare dal consigliere comunale e via via, Provincia, Regione, Parlamento. Scrivere una delibera o una Legge Regionale non è facile: bisogna imparare; così pure, senza necessariamente essere dei tecnici, come si maneggia il bilancio comunale provinciale regionale statale. La politica consiste nel decidere come spendere il denaro ottenuto dalle tasse. Spendere, non: rubare, sprecare, indebitarsi. Politici esperti non si nasce, si diventa. Mi hanno sempre procurato ripugnanza: le candidature di bandiera per attirare voti, le liste civetta, le pluri-candidature, le liste blindate, la legge elettorale che consente alla classe politica, unanime, di riprodurre se stessa. Ritengo che alcune categorie non abbiano diritto di candidarsi alle elezioni, salvo rinunciare al rientro nel proprio posto di lavoro, finita la Legislatura: magistrati, forze dell'ordine (perché la candidatura confligge col loro delicato lavoro sociale), medici, grandi imprenditori, finanzieri, dirigenti di banche, commercialisti. Mi fanno schifo l'assenteismo mostruoso, gli orari vacanzieri dei parlamentari e dei magistrati, l'incompetenza, il conflitto di interessi, la presenza della politica in TV nei programmi di intrattenimento, la mancata legge per cui un privato debba possedere soltanto un mezzo di comunicazione; le centinaia di prebende ingiustificate senza scontrino, i favori (affitto stracciato, raccomandazioni parentali, privilegi estesi ai familiari), i vitalizi passati e futuri (il computo della pensione prosegue durante la Legislatura, non si ferma), coloro che passano da un partito all'altro (chi non condivide, si dimetta), l'elezione insensata di candidati residenti all'estero , i gruppi di potere occulti e trasversali (le lobby). Vorrei l'eliminazione dei sindacatini di categoria, l'abolizione del diritto di sciopero per tutte le categorie che svolgono un lavoro pubblico, sciopero che danneggia gli utenti e avvantaggia l'erario; l'abolizione totale del Senato; il dimezzamento del numero spropositato dei Parlamentari e dei Consiglieri Regionali; l'abolizione delle Regioni a Statuto Speciale ormai obsoleto e ingiustificato; l'affidamento decennale alla Corte dei Conti Torinese della gestione del bilancio delle Regione Sicilia; il commissariamento ventennale di Roma; la cessazione dell'apartheid (col pretesto delle quote) contro gli italiani italofoni nella provincia di Bolzano; il riassetto territoriale delle scuole, tagliando le piccole, e restituendo al Preside il suo ruolo affidandogli una sola scuola; la diversa riorganizzazione della Sanità, eliminando altri sprechi e non ridimensionando (è un esempio) il reparto di oncologia a Casale M.

                                                                                                                 elvio  bombonato