E vabbè, è così, proprio così, non lo voglio finire questo
libro di Michael Uras (“Io e Proust”, Voland editore, 2014), mano a mano che i
numeri delle pagine salgono ( o scendono) anche la mia notte ha meno
riparo.
Cosa c’è di più bello che andare a letto con qualcuno che ti
piace?
E cosa meglio di un buon libro? Non mangia mai aglio, non
dice cose che non vorresti sentirti dire, ti s-f-oglia come piace a te, è morbido come un gatto ( mai
comperare libri con copertina rigida ).
E questo è uno di quelli, buoni, non dico eccezionali ( ce
ne sono ancora ? ) , ma onesti e poi, parla d’un amore che non si sente più, quello passionale,
tra carne e cielo, quello che quando ti prende non ti lascia più, a meno che ...
E vabbè, ve lo confesso, sono gelosa di questo autore ( un
certo Uras, classe 1977, di padre sardo): avrei voluto scriverlo io questo libro, so che avrei potuto
e chi mi conosce bene forse l’ha sentito raccontato da me, anche se l’amore era per un altro, io
parlavo di Hesse, Uras parla di Proust.
IO E PROUST è il titolo del libro e vale la pena di
andare a letto presto per leggerlo e, se la mattina dopo, vi svegliate con due profonde occhiaie
scure, nessuna paura, saprete bene il perché: Proust è
passato direttamente nelle vostre vene.
L’autore sta cercando, attraverso noi, di disintossicarsi.
Dopo anni di madeleine,
anni di Cabourg, anni di il tratto
principale del mio carattere , di promenade Proust, di Albertine .... uno non ce la fa più.
Quando si ama appassionatamente un autore morto - ahimè come
è vero - si perdono di vista i vivi, non gli autori vivi, naturalmente, ma
tutti i vivi.
Così che si rischia, se non ci si risveglia per tempo, di
andarci a vivere in quella casa e di morire, soffocati da noi stessi.
Ed è di questo
rischio che racconta Uras, con una scrittura leggera, intrisa di un umorismo asmatico, con colpi di
tosse e alzate di maree.
Nella sua folle passione d’amore Uras/protagonista Jacques,
dopo aver disertato il desiderio – e la disgrazia - di tradurre in tutte le
lingue possibili La Recherce , si
limita a tradurre in ben 18 lingue il ben noto
incipit: Longtemps, je me suis
couche’ de bonne heure .
A me è piaciuto di più: Mucho
tempo me acostè temprano. Che sia diventato lo spagnolo la lingua dell’amore ?
E, al posto di Proust, non ci rimane altro che ...un pesce,
magari di nome Wanda ?! .
...
i semi della gioia
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