Martedì prossimo, 21 gennaio 2014, saranno i cento anni dalla nascita di Domenico Testa. Solitamente si celebrano le ricorrenze di personaggi storici o accademici di fama o quantomeno apprezzati tra gli addetti ai lavori, spesso in settori di nicchia tra persone particolarmente competenti e qualificate. In questo caso facciamo un’eccezione in questo panorama convenzionale e conformista, peraltro elitario ed in alcuni casi anche autoreferenziale ed arido.
Domenico Testa è sicuramente uno storico, perché ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca documentaristica della storia locale del suo Monferrato, ma non è un accademico, non è un cattedratico, non appartiene all’élite storiografica che si autoincensa salvo confliggere frequentemente per gelosie e motivi di carriera. Essendo stato uno storico autodidatta, non è mai stato riconosciuto come tale dall’élite, cioè come storico vero, uno di loro. Era un ricercatore semplice ed umile, perseverante ed accurato, e la sua “Storia del Monferrato”, cui ha dedicato l'intera vita consultando ogni archivio accessibile, rimane una pietra miliare inimitabile di cui le successive pubblicazioni similari saranno solo miseri surrogati.
Non è stato riconosciuto nei suoi meriti ma in compenso Domenico Testa è stato sfruttato nel suo lavoro senza mai essere citato e ringraziato, molti autori successivi hanno attinto a piene mani dalla sua Storia del Monferrato, approfittando del fatto che non era noto al grande pubblico e non disponeva di titoli accademici. Similmente come nelle epoche passate, soprattutto tardo medievali quando l’aristocrazia si rifiutava di riconoscere la nobiltà non di sangue e di casta ma acquisita per meriti borghesi ma ne sfruttava le risorse. Sono pochissime le eccezioni, cioè coloro che ne hanno riconosciuto i meriti e la grandezza, sia finché era in vita che dopo la sua dipartita terrena:
- il suo editore Lorenzo Fornaca, senza il quale Domenico Testa sarebbe rimasto sconosciuto e probabilmente i suoi studi dispersi e vanificati. In lui aveva riconosciuto il talento dello studioso meticoloso, in lui aveva riposto fiducia pubblicando i suoi studi, con lui aveva interagito e collaborato per circa un decennio ricorrendo ad un intelligente supporto tecnico divulgativo, le illustrazioni (iconografia), che essendo particolarmente numerose, significative, belle e pertinenti al testo (alcune fatte eseguire appositamente da artisti qualificati), hanno sicuramente favorito l’approccio dei lettori ai testi storici, rendendoli più interessanti, accessibile e graditi, secondo una concezione della divulgazione storica che io condivido in pieno, che oltre ai contenuti precisi e documentati deve conciliare la capacità espositiva e di comunicare emozioni e saper raccontare e coinvolgere il lettore, anche con le immagini;
- il grande storico Geo Pistarino, che oltre ad essersi prestato per la presentazione della terza edizione della Storia del Monferrato, in un’occasione pubblica aveva ringraziato l’Editore Fornaca per aver valorizzato e divulgato le opere di Testa, che lui apprezzava molto per il suo rigore, la capacità di mettere in correlazione gli eventi ed i personaggi e contestualizzare gli eventi e la storia locale con quella generale, la passione, l’interpretazione e la cura per i dettagli storici ed umani che trapelano dalle sue opere, ecc.;
- in minima parte aggiungo anche il sottoscritto, in quanto negli ultimi anni ho sempre cercato di valorizzare e far riconoscere i meriti dei ricercatori storici autodidatti seri e competenti, che hanno fornito un grandissimo contributo alla conoscenza e completezza della storia locale, tra cui appunto Domenico Testa.
Testa è deceduto facendo appena in tempo a veder pubblicata la terza edizione della sua preziosa Storia del Monferrato nella seconda metà degli anni '90, che rimane tuttora la più esaustiva sul Monferrato Storico, anche dal punto di vista cronologico, non limitandosi all’epoca medievale e moderna ma inoltrandosi anche in quella contemporanea, ben oltre l’annessione del ducato ai Savoia con il trattato di Utrecht. Periodo storico, quello dell’Età Moderna (Ancient Règime) e dei primi tempi della Storia Contemporanea in Monferrato, che mi risulta sia stato successivamente esplorato solo da un altro storico autodidatta, Pietro Gallo di Ottiglio, che ha pubblicato già cinque libri che si integrano a vicenda, seppur geograficamente localizzati, spaziando dal contesto analizzato per tracciare la storia del Monferrato in senso ampio; libri che a mio avviso costituiscono un ottimo compendio all’opera di Testa.
Mi perdonerà Domenico Testa se ho voluto citare un altro autodidatta che come lui non fa parte dell’élite storica accademica e pertanto non è citato e valorizzato, probabilmente apprezzerebbe il mio gesto, di rendere omaggio ad un uomo ancora in vita, seppur anziano, che pressappoco ne segue le sorti culturali. Domenico Testa era uno di quei particolari personaggi che hanno avuto una missione da compiere nella vita, a favore della comunità e del territorio in cui vivono, e l'hanno svolta con semplicità e professionalità, senza clamori ed onori, stando in disparte con umiltà, da galantuomo d'altri tempi che ha molto da dare ed avrebbe molto da dire, ma preferisce la pacatezza ed il silenzio, finché qualcuno non lo interpella e lo valorizza.
Forse meriterebbe una maggiore attenzione sia sociale che mediatica e gli si potrebbe dedicare qualche iniziativa culturale che possa servire a farlo conoscere e valorizzare le sue opere.