Il “cittadino futuro” Franco Livorsi, professore ordinario di “Storia delle dottrine politiche” presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Milano, come diverse persone sanno è anche un cultore appassionato della psicologia analitica. Su questo tema ha pubblicato - specie dal 1989 in poi - numerosi saggi su riviste quali “La Nuova Antologia”, “Belfagor”, “Il Ponte”, “Studi junghiani” e soprattutto “Klaros. Quaderni di psicologia analitica”, di Firenze, di cui è anche redattore. Ha pure pubblicato su ciò un libro specifico: Psiche e storia. Junghismo e mondo contemporaneo, Firenze, Vallecchi, 1991. Anche altri suoi libri, specie Il mito della nuova terra. Cultura, idee e problemi dell’ambientalismo, Milano, Giuffré, 2000 e Coscienza e politica nella storia. Le motivazioni dell’azione collettiva nel pensiero politico contemporaneo, Torino, Giappichelli, 2003, contengono parti specificamente dedicate a tematiche psicoanalitiche. Si rinvia pure al libro: La politica nell’anima. Critica dell’idea dell’autonomia e primato della politica nella storia – Idee politiche e religiose della psicoanalisi, in corso di stampa presso la Moretti & Vitali di Bergamo. Franco Livorsi è pure stato nominato socio onorario del Centro Italiano di Psicologia Analitica.                                             
Livorsi molti anni fa ha scritto un lavoro letterario su Jung tuttora inedito, un’opera da lui più volte modificata e che appartiene al genere del romanzo-verità. Si tratta di un’opera di “bildung”, come dicono i tedeschi, ossia che racconta - nel caso specifico - la “formazione” di Jung sino al primo periodo dell’approccio suo proprio, maturato dopo la rottura con Freud. Per scrivere il suo romanzo-verità Franco Livorsi si è servito, come si vedrà - oltre che dell’opera Ricordi, sogni e riflessioni di C. G. Jung, 1961, a cura di A. Jaffé (Milano, BUR) - di tutte le “Opere” di Jung (Torino, Bollati Boringhieri) e di tutte le maggiori biografie e monografie disponibili su questo grande scrutatore dell’anima. Ma ha cercato di rivivere tutto in termini interiori, calandosi nel suo personaggio in modo evidentemente empatico.                                                                 
Franco Livorsi ha accettato di proporre qui, a puntate più o meno settimanali, il suo lavoro (in attesa di una rifinitura definitiva per la stampa). Il “romanzo” ha di fatto la forma di un vasto dialogato tra Jung e l’”Io narrante”, individuato in colei che ne raccolse i richiamati Ricordi, la psicologa e sua segretaria Aniela Jaffé: dialogato che però trasceglie taluni momenti e li approfondisce; integra il detto con quello che pare essere stato il “non detto”, o non pubblicato, ed utilizza una massa di riferimenti autobiografici oppure dottrinari di Jung sparsi in tutte le sue “Opere”. In calce a ogni capitolo l’autore ha voluto indicare le fonti fondamentali, così da mettere bene in luce quello che ha “amplificato” o inventato, quello che ha ricavato da testi di e su Jung e quello che ha talora citato.                                                                                                               
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